Capitolo 2

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Iniziai a camminare verso la biblioteca, Jane Austen mi stava aspettando. Mi sentivo un po' strana, avevo la sensazione che stesse per succedere qualcosa di bello. Avevo un po' di paura, le cose belle accadevano solo nei favole, non nella mia vita. I momenti nella mia vita in cui mi svegliavo con il sorriso si potevano contare su una mano, mi limitavo ad essere serena. Essere serena era quello che mi serviva per andare avanti. Anche io ogni tanto avevo qualche momento buio, ma mi rialzavo sempre. Non permettevo a niente e a nessuno di farmi versare anche una sola lacrima, nemmeno la morte dei miei genitori. Potevo vantarmi del fatto che ero una ragazza forte, non molte ragazze potevano farlo.

Come di programma appena arrivai la signora Butterfly mi tirò la sua frecciatina mattutina, un giorno in cui mi lasciava in pace non c'era. Non so perchè ma io non le stavo molto simpatica, l'unica spiegazione che mi ero data era che rimanevo molto tempo li, non mi limitavo a prendere i libri e portarli a casa. Stare a casa non mi piaceva, mi sentivo in gabbia, invece adoravo stare in biblioteca, mi piaceva tantissimo l'odore dei libri antichi, mi piaceva il silenzio quasi assordante. Se avessi potuto mi sarei trasferita lì. Il mio sogno, fin da quando ero piccola, era aprire una biblioteca privata, con una enorme stanza con molti poltrone dove la gente poteva sedersi e godersi un bel libro. Era quello che avrei voluto fare, ci sarei riuscita. 

Mi diressi nel corridoio dedicato alla letteratura inglese e presi il libro che desideravo tanto finire. Mi mancavano pochissime pagine, lo avrei finito in poco tempo, dovevo iniziare a pensare a cosa leggere dopo. Decisi che per il momento avrei finito quello, poi ci avrei pensato. Le dita della mia mano si appoggiarono sulla copertina del libro, quando la mano di un'altro ragazzo cercò di prendere il capolavoro di Jane Austen. Allontanai la mano e dissi prima di guardarlo: << Scusa, non avevo visto che volevi prenderlo tu, mi dispiace. >>

Tolsi lo sguardo dal libro e guardai a chi appartenevano quelle dita in cui mi ero scontrata. Era un ragazzo, un po' più grande di me, poco più alto e decisamente molto carino.

<< Cosa ci fa una bella ragazza come te in un posto... così pieno di polvere e di libri? >> 

<< Potrei dire lo stesso. >>

<< Secondo te sono una bella ragazza? >> disse prendendo il libro e porgendomelo.

Arrossii. << No, io volevo dirlo in forma maschile, spero che non ti sei offeso. >>

Sorrise. << Certo che no, non potrei mai offendermi. Sei una ragazza molto carina, e lo sei di più quando arrossisci. >>

Avrei avuto voglia di scappare, non ero abituata a sentire dei complimenti.

<< Okay, smettila. Non sono abituata a ricevere molti complimenti. Grazie di avermi permesso di prendere il libro. >>

Mi diressi verso il solito tavolo, stavo morendo dalla vergogna, dovevo andarmene prima di arrossire ancora di più, Il ragazzo non mi diede il tempo nemmeno di fare due passi quando mi afferrò la mano e mi fece girare.

<< Voglio offrirti un caffè. >> disse sorridendo.

<< Non credo che sia il caso, non sono abituata a parlare con un mio coetaneo. >>

<< Non te lo stavo chiedendo. >>

Mi tirò verso la scrivania della signora Butterfly, compilai in due secondi il modulo per portare a casa il libro e uscimmo. La prima cosa che feci fu prendere il telefono dalla borsetta e avvisare mia zia. Le scrissi: " Sto andando a prendere un caffè con un ragazzo a cui piace Jane Austen, non so nemmeno il suo nome. Stai tranquilla, non sembra un maniaco che ha una pistola in tasca."

Non passò nemmeno un secondo che mi rispose: " Mi sa che rimarrò solo io come zitella. Stai attenta comunque, anche se è molto carino. "

Aveva capito tutto. 

AcchiappasogniWhere stories live. Discover now