Capitolo 10

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Indossai velocemente il mio vestito, mi stava benissimo. Lasciai i miei capelli sciolti, raccolsi solamente le ciocche che mi andavano davanti agli occhi. Ero pronta, o quasi. Scesi in cucina, zia Elèna aveva appena finito di lavorare al suo articolo, stava togliendo tutte le sue scartoffie dal tavolo. Non si accorse subito di me, ma quando mi vide mi disse: 

<< Sei bellissima Liz, mi raccomando, fai quello che ti viene in mente, senza pensarci due volte.>>

<< Cercherò di seguire il tuo consiglio, devo trovare il coraggio dentro di me.>>

<< Non è questione di avere coraggio o no, non devi pensarci, rendi la tua mente vuota. Fai le cose che ti rendono felice. >>

Mancava un quarto d'ora all'arrivo di Liam, mi sembrava che quei minuti non passavano mai. Volevo essere sul serio in grado di lanciare un incantesimo per mandare avanti il tempo, sarebbe stato bello. Ad un tratto qualcuno suonò il campanello, andai ad aprire la porta di corsa, ma era Sol, un'amica di zia Elèna. Mentre, davanti la porta, Sol mi faceva i complimenti per il mio vestito e per come crescessi in fretta, vidi arrivare Liam. Si era fermato dietro Sol, mi stava aspettando sul marciapiede. Appena lo vidi un sorriso enorme spuntò sulle mie labbra, senza pensarci ripetei a me stessa, allora dissi che dovevo andare, feci entrare Sol in casa, corsi verso Liam, lo afferrai per la camicia e lo baciai. Mi meravigliai di me stessa, non avrei mai immaginato di farlo. Zia Elèna era andata davanti la porta d'entrata e avevano visto tutto. Anche Liam rimase meravigliato dal mio gesto, non se lo sarebbe mai aspettato. Appena le nostre labbra si staccarono mi disse:

<< Non mi piace più questa storia, adesso sei tu a far arrossire me. >>

Guardai i suoi occhi, con una mano sfiorai le sue guance arrossate. Rivolsi lo sguardo a mia zia Elèna, non credeva che io lo avessi fatto, era quasi a bocca aperta. 

<< Allora, dove mi porti? >> dissi tornando a guardare Liam.

<< Ho preparato una sorpresa, non è molto lontano da qui. >>

Salutai con un cenno zia Elèna e iniziammo a camminare. Per qualche passo il silenzio ci invase, ma poi mi disse: << Voglio sapere di più di te. >>

<< Ti ho già raccontato dei miei genitori, di mia zia, della mia storia. >>

<< Si, ma io voglio sapere di te nello specifico. La storia è una parte importante, ma voglio sapere quello che hai provato e quello che stai provando. Fammi entrare nel tuo mondo. >>

Nessuno che non fosse zia Elèna mi aveva mai chiesto cosa provavo, a nessuno interessavo, ma a Liam si. Mi sentii stranamente bene, sentii che adesso nel mondo c'era posto anche per me. Non avevo mai provato una cosa del genere. Era bello. 

Presi il mio diario dalla mia borsetta, tra quelle pagine conservavo gelosamente un bigliettino molto vecchio, faceva parte di un vecchio diario di mia madre, quando lo rileggevo mi sentivo vicino a lei e mi rendevo conto di quanto fossimo uguali. Mi rendevo conto che anche lei quando aveva la mia età si sentiva molto sola, lei e zia Elèna stavano insieme all'orfanotrofio, poi, un giorno, un dottore e una maestra le adottarono entrambe. Anche la mia mamma aveva un passato triste, ma era riuscita a trovare l'amore della sua vita quando aveva appena due anni più di me. Mi piaceva pensare che da quel momento non sarei stata più sola grazie a Liam. Conoscevo quel ragazzo da nemmeno un giorno e già  sembrava che mi aveva cambiato la vita.

Finalmente trovai quel fogliettino, lo aprii e lo lessi ad alta voce:


Caro diario, 

Ho voglia di piangere. Non riesco a farlo. Non so che mi prende. Sono confusa. Non sono io questa. Vorrei che in questo momento qualcuno mi tenesse la mano e mi dicesse << Va tutto bene, ci sono io con te.>> ma qui, adesso, affianco a me non c'è nessuno. 

Ma perchè è così la vita, perchè? Nessuno sa rispondermi sensatamente. Secondo me la vita è un treno in corsa, io vorrei prendere coraggio e saltare da questo treno per proseguire la mia strada da sola. Potrei farlo, ma un ingrediente a me manca: il coraggio. Aspetto che qualcuno da fuori mi prenda per la mano e mi tiri fuori da quel treno maledetto. Sono solo capace di starmene seduta lì a piangere. Ho tante persone sedute accanto a me, ma mi sento così sola. Guardo fuori dal finestrino e aspetto quell'alba che mi insegnerà a sorridere.


<< Quando hai scritto queste parole? >> disse stringendomi con un braccio.

<< Non le ho scritte io, le ha scritte mia madre alla mia età, prima di incontrare mio padre. Sono riuscita a strapparlo dal diario di mia madre prima che zia Elèna lo facesse sparire con il resto delle sue cose. >>

<< Sono parole molto belle. Sei identica a lei. >>

<< Ma come fai a dirlo se mi conosci solamente da stamattina? >>

<< Lo so, è una mia sensazione. So che porti una maschera, un sorriso come scudo, che ti mostri dura e infelice, ma in realtà sei una ragazza molto fragile e insicura. Voglio solamente dirti che, se tu vorrai, posso essere io quel qualcuno che ti prenda la mano e che ti tiri fuori da quel maledetto treno. >>

Strinsi la sua mano e guardai i suoi occhi verdi, sentii di nuovo la scarica elettrica, ma entrambi ci avevamo fatto oramai l'abitudine. Mi sentii come la più stupida delle bambine. 

<< Ma cosa mi hai fatto? In dodici ore hai cambiato la mia vita. >> dissi per giustificare l'espressione che aveva preso forma sul mio viso.

<< Credo che si chiami colpo di fulmine o amore a prima vista. Credo che ci è successo questo. >> disse sorridendo.


AcchiappasogniOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz