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Dolore trasparente

"Quanto più in alto ci innalziamo, tanto più piccoli
sembriamo a coloro che non possono volare."
Friedrich Nietzsche

Fui svegliata a colpi di cuscino da Jonathan.
«Luna, se non ti alzi entro un secondo e mezzo ti lascio a casa»
Io lo ignorai.
Quanta gentilezza per mister simpatia.
Non badai a ciò che disse ma lo feci lo stesso, mi alzai, presi la mia valigia, passai dalle scale e vidi Evelin e mio padre baciarsi come se a lui non fosse appena morta la moglie.
Posai la valigia contenente i miei vestiti sulla soglia della porta del bagno.
Non ebbi neanche tempo di sistemare le mie cose nella mia stanza a causa di tutto quel caos.
Aprii la valigia e presi la pochette con all'interno i miei bambini: mascara e eyeliner.
Decisi di farmi un trucco leggero per non sembrare uno zombie proprio il primo giorno di scuola.
Finii dopo qualche minuto di truccarmi, rimasi soddisfatta dalle mie abilità da make-up artist.
Mi vestii velocemente per svariati battibecchi con Jonathan.
«Sono pronta»
«Era ora, stavo pensando di lasciarti qua»
«Ma tu lo sai che così si truccano le poco di buono nella mia scuola?»
«Pazienza» gli dissi, lo sorpassai, aprii la porta e uscii.
«Pidocchio, è di qua la moto»
La cosa che più mi iniziò a turbare fu ciò che disse dopo.
Dovevamo andare in moto?
Stava scherzando?
«In che senso la moto? Io non intendo salire lassù»
«Mi fai un favore lo sai? Ma devi se non vuoi rimanere a casa. Tieni il casco»
Il viaggio fu un incubo, non si degnò di darmi ascolto quando gli dissi di rallentare, e io non mi accorsi di essermi attorcigliata alla sua vita dalla paura.
Dopo qualche minuto, arrivammo a scuola. Mi ritrovai di fronte un grande edificio color pesca con un enorme cancello.
Entrammo al suo interno e Jonathan parcheggiò la moto in mezzo ad altre simili alla sua.
Scesi dal veicolo e diedi il casco a Jonathan che posò all'interno della moto.
Mi voltai e vidi che tutti avevano gli occhi puntati su di me. Be'?
«Stammi vicino, non ti allontanare se ti vedono con me non ti dicono niente» mi disse il ragazzo.
«Ma perché ci guardano tutti?»
«Guardano tutti te, non ti hanno mai vista e poi sei venuta con me, molte di loro sono invidiose e gelose, invece non sanno che sei la mia sorellastra»
Vidi un gruppetto di ragazzi carini venire dalla nostra parte. Saranno sicuramente amici di Jonathan. Pensai.
«Hey fratello» gli disse uno dandogli una pacca sulla spalla.
«Hey Jhon»
«E lei? È una tua nuova conquista?»
Mi sentii in imbarazzo.
«Aaron, è mia sorella» rispose Jonathan.
«Ah scusami, piacere Aaron, il migliore amico e compagno di cazzate di tuo fratello»
«Piacere Luna»
Nel frattempo, arrivò il resto dei suoi, che mi salutarono e si presentarono.
Un gruppo di ragazzi bellissimi, davvero.
Trovai carino un ragazzo che si presentò come Oscar, capelli biondi, occhi azzurri, giacca in pelle, muscoli che li potreste vedere da oltre un miglio e infine lentiggini a non finire su tutto il volto.
Poi si presentò pure Harry, un ragazzo anche lui molto carino, il più simpatico direi, moro, anche lui occhi azzurri e corpo mozzafiato come il resto di quella comitiva d'altronde.
«Bene, è giunta l'ora di entrare» dissi interrompendo la chiacchierata dopo aver sentito la campana suonare.
Sinceramente non mi andava di essere in ritardo il primo giorno di scuola.
«Sì hai ragione» mi disse Harry.
Diventeremo amici con questo ragazzo me lo sento. Pensai.
Entrai all'interno della scuola, nulla di nuovo, un classico high school americano.
Andai in segreteria per farmi assegnare la classe, ma naturalmente non essendo di quella scuola, non la trovai.
«Hey ti vedo un po' confusa, ti serve qualcosa?» mi chiese una ragazza dai lunghi capelli biondi e gli occhi color ghiaccio.
«Ciao, non ti vorrei disturbare ma sono nuova e dovrei farmi assegnare gli orari delle varie lezioni, ma non trovo la segreteria»
«Ma figurati, comunque seguimi, ti accompagno»
Fui felice di aver trovato qualcuno gentile.
Ammisi di aver paura di non poter trovare qualcuno con cui instaurare un rapporto, e invece.
«Eccola, fai con comodo, io ti aspetto qui»
«Grazie mille davvero, se vuoi vai in classe, non vorrei che ti andasse male il primo giorno per colpa mia»
«Ma no tranquilla, vai ti aspetto»
«Ok» conclusi per poi aprire la porta della segreteria.
«Buongiorno»
«Buongiorno signorina lei è nuova vero?» mi chiese la donna con tanta gentilezza.
«Sì esatto»
«Qual è il suo nome e cognome che controllo i registri e le gli orari delle varie lezioni?»
«Luna Cooper»
«Perfetto, ti ho trovata, ecco a te la lista degli orari settimanali. Spero tanto che si trovi bene nel nostro istituto. Buon proseguimento»
«La ringrazio, arrivederla» le dissi per poi uscire da quella stanza.

A parte te nulla di specialeWhere stories live. Discover now