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Spegni i pensieri

"Io non sono niente, lo so, ma riempio il mio niente con un piccolo pezzetto di tutto."
Victor Hugo

Rimasi sola dopo che Oscar mi lasciò al parco nella speranza che Jackie arrivasse subito.
Intanto nell'attesa presi fra le mani una pastiglia che Oscar mi diede e la misi in bocca.
Dimenticare è impossibile, ma ci sono alternative che a loro volta rimediano il dolore causato dai ricordi, è come un circolo, un circolo senza fine con una meta infinita all'interno di un tunnel buio che sai che ti farà male, ma pur di stare bene in quell'esatto momento, lo percorri a tuo rischio e pericolo. Però poi cadi e se ti rialzi è solo fortuna, ma la cosa che ti fa andare in bestia è il fatto che tu, di tutto ciò, ne sei pienamente consapevole.
Dopo pochi istanti Jackie arrivò al parco e io misi via la scatolina per evitare che lei se ne accorgesse.
«Hey»
Jackie non alzò neanche gli occhi, non mi guardò neanche in faccia, come se si vergognasse di qualcosa.
«Jackie?» le dissi alzandole il mento con due dita.
Non disse nulla, scoppio in un pianto disperato, che io cercai di calmare con un caloroso abbraccio.
«Hey è tutto ok» le dissi accarezzandole la testa.
Dopo attimi di silenzio finalmente Jackie proferì parola.
«Sono un totale disastro, mi vergogno di me stessa» mi disse allontanandosi.
«Jackie, che è successo? Spiegami»
«Jonathan...»
«Jonathan cosa?»
«Io e lui ieri siamo andati oltre al bacio, e Harry... Harry ci ha visti ed è andato tutto all'inferno.
Harry non mi vuole più vedere, ed essere andata a letto con tuo fratello è stata una gran cazzata perché la situazione è finita lì, per lui sono stata una delle tante» mi disse continuando a piangere.
«Oh Jackie. Gli spacco la faccia a quel lurido idiota! Per questo non mi ha detto nulla oggi, perché sapeva già che lo avrei ammazzato di botte» speravo di tirarle un po' su il morale.
«Ho chiesto io di non dirti nulla, non è colpa sua» mi disse asciugandosi le lacrime.
«Perché mai?»
«Perché temevo che tu non mi avresti vista più come prima, o magari avresti pensato che io ti stessi usando per arrivare a Jhon»
«Hey Jackie. Non penserò mai nulla del genere, se arrivi a Jhon è perché ti sei fatta strada da sola con la tua bellezza e il tuo splendido carattere»
Ci guardammo negli occhi per qualche secondo prima di racchiudere i nostri corpi in un abbraccio sincero.
«Luna, grazie di tutto sei una vera amica» mi disse sorridendomi.
«Tu lo sei!» le dissi toccandole con l'indice quel suo nasino all'insù.
Guardai l'orologio, si fece davvero tardi. Era ormai ora di tornare a casa.
«Si è fatto tardi»
«Già, è meglio che vada» mi disse sistemandosi i capelli dietro l'orecchio.
«Ci vediamo domani. Appena arrivo a casa ti chiamo, promettimi che starai tranquilla»
«Promesso» mi disse prima di regalarmi un bacio sulla guancia e sparire nel nulla.
Arrivai a casa dopo aver camminato un bel po' a piedi.
La stanchezza si fece sentire, ma anche la voglia di provare nuove dosi di felicità.
Andai in camera mia di corsa, per evitare che qualcuno mi notasse e poi mi fermasse.
Spalancai la porta e svuotai le tasche da tutta la mia roba.
Se mi avesse fermata qualche pattuglia sarei rimasta fottuta.
Iniziai a togliere un po' di coca e la posizionai sopra la mia scrivania, sistemandola per bene con il mio bancomat, successivamente presi una banconota e l'accartocciai.
Inizia a tirare la prima striscia di coca. La seconda. La terza, finché il tavolo non fu totalmente pulito.
Vampate di calore si impossessarono del mio corpo, diventai euforica e mi sentì potente.
Come se fossi l'unico umano capace di essere felice sulla terra.
Mi gettai di peso sul letto, fissai il soffitto per chissà quanti minuti prima che la porta si aprisse.
«Luna» sentii una voce conosciuta ma che non riuscii a percepire totalmente, poiché mi parve lontana, pur essendo a pochi centimetri da me.
«Luna!» mi prese per le spalle facendomi alzare lentamente.
Solo dopo averlo visto lo riconobbi.
«Elia! Mamma che belli i tuoi capelli!» gli dissi senza avere la consapevolezza di cosa stessi dicendo.
«Luna che hai preso?» mi disse odorandomi per capire se avessi fatto uso di alcolici.
«Tranquillo Elia io non bevo, sono una brava ragazza»
Inizia a ridere fragorosamente.
Ma poi mi bloccai quando vidi che teneva in mano la bustina che poco prima era piena di coca.
«Perché Luna? Perché? Perché devi usarla, perché devi usare questa merda? Non puoi drogarti per vivere, Luna!»
«Vuoi sapere il perché Elia? Perché ho scelto me, e guardami, adesso sto meglio, mi drogo e non penso più a nulla, né a mia madre, né a tutta la merda che mi circonda, ma tu ovviamente non puoi capire perché adesso avrai la mente fuori luogo, magari starai pensando quel è la prossima ragazza che ti porterai a letto! Eh Elia? Non è così?»
La coca mi diede forza per dirgli ciò che avrei voluto dirgli da molto.
«Sei una stupida lo sai questo? Questo sei, non ti riesco a capire» mi disse sedendosi sul letto con le mani fra i capelli.
«Vaffanculo Elia, sai che c'è? Vaffanculo, continua a non capirmi, risolverai sicuramente la situazione» gli dissi prima di andarmene.
Però la mia mossa fu fermata dal tocco caldo di quest'ultimo che mi prese il braccio.
Elia non disse nulla, mi abbracciò solamente, mi diede uno di quelli abbracci, uno di quelli terribilmente sinceri.
«Devi smetterla finché sei in tempo Luna, non voglio che ti accada qualcosa, sei giovane, bella, perché rovinarti così?» mi disse accarezzandomi la cute e lasciandomi dolci baci sulla fronte.
«Perché forse è l'unico modo per non pensare a mia madre? Per essere felice quei pochi attimi che la droga mi regala»
«Luna, la droga non ti riserva nulla di speciale, solo dolore, domani mattina quando ti sveglierai starai peggio perché penserai il doppio»
«Puoi rimanere a dormire con me?»
Non volevo rimanere sola, temevo di poter fare qualcosa che avrebbe potuto rovinarmi.
«Certo. Posso dormire su quella poltrona» mi disse indicando la poltrona nera alla mia destra.
«O potresti dormire con me» gli dissi abbassando lo sguardo.
«Dai vieni qui» mi disse incitandomi a sdraiarmi con lui sul mio letto.
A nessuno di noi due venne in mente di parlare di ciò che quella mattina successe, ma forse era meglio così.

A parte te nulla di specialeМесто, где живут истории. Откройте их для себя