5

31 0 0
                                    

Comunque vada

"La cosa principale è commuoversi, amare, sperare, tremare, vivere."
Auguste Rodin

Il viaggio con Jonathan fu piuttosto pericoloso. Lo implorai svariate volte ma non ne volle sapere di rallentare.
Arrivammo a casa dopo qualche minuto di sofferenze, e solo la mia anima sa quante di quelle volte lo ringraziai per avermi riportata a casa sana e salva.
«Jonathan, ma come ti salta in mente di andare così veloce? Vuoi per caso morire?»
«Ti spaventa la mia velocità ma non me» mi disse quasi serio, come se lui fosse un serial killer.
«Non sarai mica Adolf Hitler?»
Quest'ultimo inarcò le sopracciglia in segno di disapprovazione.
«Bene, allora non c'è nulla di cui preoccuparsi» andai avanti con un'aria vittoriosa.
«Luna sei una ragazza molto scontrosa, qualcuno ti ha mai detto ciò?»
«Sì tutti quelli che conosco» gli risposi senza voltarmi.
«Sta per arrivare una mia amica, quindi pulisci, cortesemente, tutto ciò che hai sporcato e togli di torno ciò che ti appartiene» gli dissi con la speranza che mi ascoltasse, e togliesse gli occhi dalla PlayStation.
«Cosa? Sta venendo Elia, quindi casomai, finché la tua amica non arriva puoi stare qui con noi ad aspettarla, poi quando arriva filate in camera tua, e di corsa pure» mi disse serio, voltandosi nella mia direzione.
«Scusami chi è Elia?»
«Il biondino»
«Hm. È quello che si veste da Dio, con trecento catene al collo, lo smalto sulle unghie, stronzo e anche maleducato?»
«È quello che si veste da Dio, con trecent... Ecco sì è lui»
Caro fratello, hai un amico che farebbe invidia a chiunque. Pensai.
«Uh. Ho capito»
«Luna, è impegnato in una relazione seria» mi disse alzando nuovamente gli occhi dal joystick.
«Uhm be', sì. Anche io» gli dissi porgendogli il barattolo di nutella che stava sopra il tavolino del soggiorno.
«Luna sono serio»
«Sì anche io»
La nostra conversazione si interruppe grazie al suono del campanello.
«Vado io, sarà sicuramente Jackie»
Andai alla porta e l'aprii.
«Sei in ant... Oh ehm, ciao» dissi al tipo biondo di fronte a me.
«Ciao» mi disse freddo mentre mi superò. Mi diede pure una spallata nel mentre.
Entrò in casa senza farsi nessuno problema.
«Hey amico!» gli disse Jonathan dandogli una pacca.
«Hey Jhon, ho visto che ti sei fatto la ragazza»
«Elia, è mia sorella»
Mi sentii leggermente in imbarazzo.
«Dove l'hai tenuta nascosta?»
«Cazzi miei bro, l'importante è che tu le stia lontano»
L'imbarazzo aumentò ancora di più.
«Sai che ho promesso a Caroline di non tradirla più, e quindi adesso facciamo seriamente»
La discussione fu interrotta miracolosamente dal suono del campanello, che suonò per la seconda volta. Sperai fosse la volta buona.
«Jackie» le gridai esultando
«Felice di vederti Luna»
«Entra accomodati»
«Che ci fa qui Packer? Poi non mi avevi detto che tuo fratello fosse a casa, tantomeno con Elia, oh diamine»
«Jackie, mio fratello abita qui e io non sapevo venisse quel tizio, quindi sta' calma ed entra senza farti problemi»
«Ciao a tutti» disse Jackie ai ragazzi nel salotto, vergognandosi.
«Ciao, Jackine hai una cera» le disse mio fratello Jonathan.
«Ciao Jhon, è ok»
Elia non ci degnò di uno sguardo, il che mi fece imbestialire.
«Andiamo Jackie, andiamo su nella mia camera»
«Che imbarazzo» disse la mia amica mettendosi il cuscino del mio letto sulla faccia.
«Puoi contarci» le dissi gettandomi di peso sul letto, così anch'essa lo fece.
«Ho sempre avuto una cotta per Jhon, ma non ho mai fatto nulla per ottenere qualcosa perché la mia paura era quella di non riuscire nel mio intento. Una sera a una festa scappò un bacio fra noi due, ma da quel giorno non ne abbiamo più parlato. Lui continuò a farsi tutte, d'altronde come il resto di quella comitiva, e io mi fidanzai con uno di loro, l'unico non puttaniere, Harry»
«Ho conosciuto Harry, sembra un tipo apposto»
«Ah sì?»
«Questa mattina, all'entrata, fu uno dei primi a prendere confidenza con me. Ero con Jonathan e tutto il gruppetto venne»
«Da quando io e Harry stiamo insieme, io e Jhon non parliamo più, a stento lo saluto, infatti mi è parso strano il fatto che mi abbia parlato prima»
«Come mai Jhon?»
«Una sera era ubriaco e fece una scommessa insieme alla sua comitiva, di mezzo c'ero anche io, la scommessa consisteva nell'andare da una tizia a caso e presentarsi come Jhon, da lì tutti lo chiamiamo Jhon»
«Hm. Capisco»
«Era una bella donna» disse la mia amica attirando la mia attenzione.
«Come scusa?»
«Tua madre era una bella donna»
«Mia mamma è ancora bella, la più bella per me»
«Sono sicura che è fiera di te» mi disse appoggiandomi una mano sulla spalla.
La nostra conversazione fu interrotta da un suono proveniente dallo stomaco di Jackie.
«Qualcosa mi dice che hai fame»
«Be' sì, non ho ancora pranzato»
«Che ne dici di scendere sotto e cucinare italiano?»
«Ci sto! Non è il massimo alle diciotto, però va bene così»
Scendemmo le scale correndo con il pericolo che ci potessimo far male.
«Cos'è tutta questa fretta Luna? Avete per caso distrutto qualcosa?» mi chiese mio fratello una volta arrivate nel salotto.
«Ah ah il solito simpaticone. Stiamo preparando cibo italiano»
«Ma che ti salta in mente, alle sei di pomeriggio?» mi chiese unendo le sopracciglia in segno di disapprovazione.
«Abbiamo fame e non credo sia un tuo problema»
«No assolutamente, preparate anche per noi due e per Oscar, sta arrivando» mi disse Jhon, indicando lui e il suo amichetto che non mi accorsi nemmeno fosse ancora lì.
«Di' al tuo pusher la prossima volta che l'erba te la venda fumabile, non scaduta»
«O cucini anche per noi o faccio di tutto per non farti cucinare» mi disse mettendosi davanti ai fornelli.
«Oh. Al diavolo, sei il solito idiota»
«Modestamente»
«Che mangiamo?» mi chiese Jackie.
«Pasta con il tonno»
«Scusami, e tu come fai a conoscere le ricette italiane?» mi chiese Jhon.
«Il mio ex era italiano, e invece di giocare alla play come fate voi, mi insegnava a cucinare alcuni dei loro piatti tipici»
Vidi il capo di Elia girarsi verso la mia direzione.
«Non vantarti del fatto che invece di giocare alla play cucinavate, avreste dovuto fare altre cose, come scopare invece di cucinare stupidi piatti» sputò tutto d'un fiato.
Ma che gli importava, mi sembrò per lo più irritato dalla mia rivelazione.
«Amico non tutti hanno certe doti» gli disse Jhon ironizzando sul fatto.
Mi iniziai a irritare.
«Magari posso anche non aver doti peccato che io abbia ancora tutti i neuroni nella testa, ciò che manca a voi praticamente»

A parte te nulla di specialeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora