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Protagonista del nulla

"La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere,
sfogliarli a caso è sognare."
Arthur Schopenhauer

Il viaggetto fu calmo, lo passammo cantando canzoni pop, finché il tocco caldo della mano di Elia si posizionò sulla mia coscia nuda.
Che gli saltò in mente?
Cercò di salire sempre di più, ma lo fermai prendendogli la mano e strattonargliela via.
«Che diavolo ti salta in mente?» gli chiesi a bassa voce cercando di non farmi sentire dagli altri davanti.
«So che è ciò che vuoi Luna»
«Sei troppo sicuro di ciò che dici. Attento, rischi di rimanerci troppo male dopo»
Non riuscii a focalizzare bene la situazione, ma più che altro non trovai spiegazioni a quel suo comportamento.
Non aveva una ragazza a cui aveva promesso vero amore e matrimonio?
Quest'ultimo non rispose alla mia provocazione, si limitò a fare un cenno con la testa e ad abbozzare un sorrisetto malizioso, come avevo già capito era solito fare.
Arrivammo alla festa e l'odore di alcolici mi passò dalle narici fino a provocarmi un gran desiderio di bere qualcosa.
«Luna!» mi chiamo Oscar, che fino a poco tempo prima pare stesse cercando qualcosa, o qualcuno.
«Ti stavo cercando»
Ah ecco. Pensai.
«Hey, chi si rivede» gli dissi con un sorriso.
«In questo momento sei più bella del solito» mi disse prendendomi una ciocca di capelli fra le mani.
«Potrei dire lo stesso di te»
In effetti Oscar è un gran bel ragazzo, non gli manca nulla.
Oscar si avvicinò sempre di più al mio viso e capii le sue intenzioni.
Intanto vidi Elia guardarmi con malizia, il che mi diede la spinta per completare ciò che Oscar stava iniziando.
Baciai le sue labbra carnose, altrettanto morbide.
All'inizio fu un bacio lento, pieno d'agonia, ma dopo qualche istante diventò sempre più passionale, finché non ci staccammo per prendere fiato.
Nulla da dire sul bacio, tranne per il fatto che non mi provocò nessun tipo di emozioni.
Solo puro divertimento.
Alzai gli occhi per guardare nella direzione dove prima vi era Elia che a quanto pare scomparve.
Fu irritato da ciò che vide? Bene, perché se così fosse, significa che sono riuscita nel mio intento.
«Vieni, ho bisogno di bere» gli dissi trascinandolo per mano al bancone degli alcolici.
«Stai un po' esagerando Luna» mi disse Jackie dopo il quarto bicchiere di vodka liscia.
«Non avrei dovuto lasciarti sola con Oscar»
Ma io non le risposi, caddi in una fragorosa risata che coinvolse anche Oscar.
«Dove eri andata?»
«Ero con Harry»
«E ora dov'è Harry?»
In realtà mi importò poco di sapere dove fosse Harry, ma sperai che lui mi potesse essere utile per trovare Elia. Non l'avevo più visto per tutto il resto della serata.
«È lì insieme a Jhon, Elia e gli altri» mi disse indicando una porta chiusa.
Scacco matto girl. Pensai.
«Andiamo da loro» le dissi cercando di coinvolgere anche Oscar che quasi dormiva sul bancone.

Schivando alcuni flirt di ragazzi che cercavano di approcciare sia con me che con Jackie, arrivammo alla porta di ingresso che io stessa spalancai.
«Buona sera a tutti» dissi con grinta senza preoccuparmi di chi ci fosse all'interno oltre ai miei conoscenti.
«Eccoti sorellina, ti stavo dando per dispersa»
Andai dalla sua parte sedendomi sul divanetto accanto a lui, lasciando perdere le occhiate che mi tirò Elia e quella gallina che aveva sulle gambe, che immaginai fosse la sua ragazza.
«Ero impegnata» gli dissi indicando Oscar.
Non facemmo nulla, ma la mia intenzione fu far capire a Elia tutt'altro.
Lui sembrò non essere toccato minimamente dalle mie parole, anzi prese la ragazza e le cominciò a divorare le labbra.
Che sfacciato.
«Luna vieni, ti faccio assaggiare una cosa» mi disse Oscar venendo dalla mia parte.
«Cosa?» gli dissi ridendo senza un apparente motivo.
«Tu vieni con me, fidati sarà divertente» mi continuò a dire porgendomi la sua mano che fu avvolta dalla mia in segno di approvazione.
«Oscar stai attento a ciò che fai con mia sorella»
«Sarà solo divertimento»
Che intenzioni ha? Pensai.
Oscar mi trascinò in bagno e io continuai a ridere travolgendo anche lui.
«Guarda» attirò la mia attenzione tenendo una bustina con una polverina bianca al suo interno.
«Oscar quella è coca?»
«Sì» mi disse posizionandola sul lavabo.
«Non ho intenzione di prendere quella roba»
«Dai sarà divertente. Inizio io, stai a vedere» mi disse iniziando a tirare, la prima, la seconda e anche la terza striscia.
Non ci mise molto a convincermi.
«Hai una banconota in più?»
«Sì certo tieni» mi disse arrotolando la carta.
Iniziai a tirare la prima, la seconda, la terza e anche la quarta.
Iniziai ad avere la visuale offuscata, le mani mi iniziarono a sudare, cominciai a vedere Oscar di mille colori e mi sentii incredibilmente felice. Mi inarcai sul lavabo per tirarne altre finché la porta non si spalancò.
«Ma che cazzo le stai facendo fare coglione» disse Elia entrando nel bagno.
Io alzai il capo gettando per terra la carta arrotolata.
«Ma questa è coca» continuò a dire, passando un dito sulla sostanza per assicurarsene.
«Amico, Luna si sta divertendo»
«Luna adesso non sta capendo un cazzo perché è sotto alcolici e sostanze stupefacenti, sono sicuro che da sobria non avrebbe mai fatto una cosa del genere»
Cos'è tutta questa preoccupazione, dov'è la sua ragazza?
«Vero Luna che ti stai divertendo? Diglielo a questo coglione che non si fa i cazzi suoi»
Cominciò a infastidirmi quel suo comportamento, ma decisi comunque di non darla vinta ad Elia.
«Sì mi stavo proprio divertendo» gli dissi mettendogli una mano sul petto.
«Non ti voglio più vedere per questa sera Oscar, potrei farti male»
Quest'ultimo mi prese la mano che io stessa appoggiai sul suo petto e mi trascinò fuori da quel bagno, e io non opposi resistenza.
Uscimmo dell'edificio ed Elia non mi lasciò andare mai la mano.
Io cominciai a perdere l'equilibrio, con la differenza di temperatura fra il caldo dell'interno e il freddo dell'esterno.
Mi cominciarono a tremare le gambe e caddi per terra senza accorgermene.
Lui si girò di scatto preoccupato e io cominciai a ridere come se qualcuno fosse di fronte a me e mi stesse facendo ridere.
«Non ti sai reggere neanche in piedi» mi disse Elia avvicinandosi a me.
«Dov'è la tua ragazza Elia Packer?»
Molto probabilmente da sobria non avrei avuto tutto questo coraggio.
«Non è affar tuo Cooper» mi disse prendendomi in braccio.
«Attento, se ci vedesse finiresti nei guai»
«Stai un po' zitta Luna. Per favore!»
Arrivammo dopo qualche passo nella macchina, anche se sapevo benissimo non fosse la sua, dato che lui era venuto con noi.
Quest'ultimo aprì la portiera e mi inserì con cura al suo interno, poco dopo anche la portiera del guidatore si spalancò ed entrò anche lui.
Uscimmo da quel parcheggio e ci dirigemmo verso la meta da me sconosciuta.
«Dove mi stai portando?»
«A casa mia» mi rispose freddo come la neve.
Il suo silenzio mi fece capire che la mia presenza lo irritava o magari lo spaventava.
Guidò in silenzio, finché io non ruppi quegli attimi di tensione.
«Sai Elia sei un gran bel ragazzo, peccato tu sia altrettanto stronzo» mi uscì dalla bocca tutto d'un fiato.
In effetti era un bel ragazzo, quei suoi capelli biondo cenere, quei suoi tatuaggi, quel suo piercing, quelle catene lo rendevano ancora più bello di quanto già fosse.
Elia non rispose, abbozzò un sorriso compiaciuto come da lui solito fare.

A parte te nulla di specialeWhere stories live. Discover now