ANNUSANDO ROSE SINTETICHE (2)

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La ragazza si perdeva nei ricordi:
Tra quattro mura sconosciute, le nottati e nel letto il corpo di un estraneo e poi ancora, un altro ancora e infine la corsa allo specchio nel bagno a toccarsi il il suo di corpo. Come se Giulia cercasse anche il minimo mutamento di se stessa dopo ogni rapporto. Gli uomini desideravano una sola cosa e quella cosa la voleva anche lei. Non si reputava una di quelle ragazze estremamente carine e non era affatto un'oca. Era forse una di quelle acute e intriganti? Chissà. Per lei contavano due cose per raggiungere l'obiettivo, coraggio ed esperienza. Raramente le era capitato che qualcuno le dicesse di no.

Le carte dei gelati ormai consumati restarono ai piedi del vaso di rose.

- Giulia a mamma vuoi fare un caffè?

Ecco un altro ordine e quindi ancora l'impossibilità per Giulia di rintanarsi da qualche parte nella casa della vedova, lontano dai lamenti delle altre due donne fin troppo mature.
La ragazza prese il barattolo del macinato nella dispensa, lo aprì e ci ficcò il naso dentro poi sciacquò un cucchiaino giacchè di puliti non ne erano rimasti.

- Giuli a nonna nella macchinetta versaci l'acqua della fontana, mi raccomando. Non mettere quella della bottiglia perché poi esce un caffè che sa di finto.

Vai a capire cosa intendeva la vecchia per finto, l'acqua è acqua e basta. Dal rubinetto della nonna usciva piena di residui. Nonostante il filtro anticalcare, l'acqua rimaneva sostanzialmente biancastra. Che roba è questa? Pensò Giulia rigirandosi tra le mani un bicchiere di vetro.

- Niente limpidezza, qua dentro c'è solo calcare. Sembra quasi sborra per quanto è bianca -
ci rise sopra per un po' pensando alla nonna che la beveva così perché aveva un sapore vero. Alle superiori aveva avuto una docente che la pensava allo stesso modo riguardo la bontà dell'acqua del rubinetto; la professoressa D'Argenzio, insegnava biologia e chimica. «Bevetela che è buona, certo è più pesante ma ha caratteristiche organolettiche migliori rispetto alla maggior parte di quelle confezionate.» diceva di tanto in tanto.
Gli ultimi anni di liceo la D'Argenzio se li era passati vagando per aule e corridoi seduta su una sedia da ufficio con le ruote. La aiutava a spostarsi meglio perché per tutte le operazioni che le avevano fatto non riusciva più a stare in piedi. Si vociferava che soffrisse di calcoli renali. Ad ogni modo anche lei beveva la sborra dal rubinetto.

-E come va con Fabio?

-Procede Ma'. Vuole portare me e Giulia in Sicilia. Ha una casa lì. Gli ho detto che ci avrei pensato ma non penso che a mia figlia faccia piacere. Insomma non penso ci siano molti giovani, è un paesino, si annoierebbe.

Il caffè stava uscendo dalla moca. Giulia spense il fornello e versò dello zucchero bruno nella moca poi assaggiò. Era ancora amaro. Amaro come...
Aggiunse altro zucchero tentando di liberarsi dai pensieri.

-E poi Ma' penso che Giuli voglia trascorrere qualche giorno anche col padre. Non l'ha ancora sentito.

-Ne sei sicura?

- No...Forse lei si ma queste cose non me le dice.

-Lei cosa ne pensa di questo Fabio?

-Le sta simpatico, almeno credo. Non ne abbiamo parlato molto. L'ultima volta che è stato da noi a cena l'ha trovato gentile nei modi.

-Gentile... - rimuginò la nonna mentre apriva il ventaglio, -Tuo padre si che era un signore. Uomini di altri tempi...tutto altro spessore.

-Hai ragione Ma'.

Tazzina gialla per la mamma e verde per la nonna, il caffè fu servito.
Giulia rimase all'inpiedi a sorseggiare dalla sua tazzina rosa.

Un pomeriggio preparai del caffè per un ragazzo turco, Numur. Non vedevo l'ora che sloggiasse. Dormiva ancora nel mio letto. Avevamo passato molto tempo a carezzarci sotto le lenzuola prima del sesso. Non che la cosa mi dispiacesse ma preferivo quando me lo infilava. Lui era uno dei tanti che voleva fare fortuna dedicandosi al rap. Si risvegliò sentendo il rumore della moca. Assaggiò il mio caffè e disse che le loro miscele turche erano nettamente superiori. Non si capacitava del fatto che noi italiani comprassimo poco caffè turco.
Gli risposi che mi facevano cacare le parti dove lui rappava nelle registrazioni che mi aveva fatto ascoltare.

Le cinque del pomeriggio erano abbondantemente passate e Giulia se ne stava distesa sulla poltrona in salotto a messaggiare. La madre e la nonna ancora di là in cucina a parlare. Ma cos'altro avevano da dirsi? La ragazza smise di origliare la conversazione. Le sue orecchie erano concentrate nel captare il ticchettio della tastiera digitale sul telefono:

Tra poco scendo e rincaso.
Non le sopporto più quelle due.
Come se non si vedessero da mesi
Parlano e parlano
Ahahahah succede quando si va avanti con l'età
Accadrà anche a te?
Mi stai dando del vecchio?
Nono ahahah
Però renditi conto
che sei più giovane di mamma solo di qualche anno.
Continui a insinuare eh ahahah
Stasera ti faccio vedere chi è l'anziano ;)
A proposito
Fatti trovare sotto al palazzo alle 18:30
Tanto qui va per le lunghe
Mamma di solito non rientra prima delle 20:30

Salutò la madre e la nonna che stava annusando le rose sintetiche.

- Ciao Giuli, fai buone cose. Questi fiori sono bellissimi, grazie ancora. L'odore si sente in tutta la stanza. Senti senti...

Il profumo ricordava molto uno di quelli che si mettono nelle sale d'attesa dei motel o alla reception. Una trentina di maschi e ventidue femmine, una freschezza apparente, Giulia si sforzò nel ricordarseli tutti, nomi e volti.

L'organizzatore dell'evento aveva prenotato tutte le stanze dell'albergo. Ricevetti l'invito per conto di una mia amica che aveva già partecipato in passato ad altri incontri. Potevamo vagare per tutta la struttura, stenderci nei corridoi. Due sole regole: mai chiudersi in una stanza o rimanere in due. Nella confusione tra corpi, quella notte, ho rimosso il numero di partecipanti con cui mi sono lasciata andare. La mia amica l'ho ritrovata all'alba su un tavolo di cristallo nella zona lounge. Le prime luci del giorno si posavano sulla sua carne, aveva un livido sulla coscia destra. Per terra c'era del cibo e della biancheria intima sporca di merda. Verso le sei arrivò una ditta di pulizia a rimuovere tutto.

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