La gemma dei primi Dei e la profezia di Aretan

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Sono Aretan, figlio di Kiliga e Orilio, fratello di Ferbido, sono un Dio della creazione, come lo è anche mio fratello Ferbido e come lo sono anche i nostri genitori Kiliga e Orilio.

Io e mio fratello eravamo divinità onnipotenti come i nostri genitori, c'erano però delle differenze tra noi e loro.

Una grande differenza, sta nel fatto che loro in parte sono creatori, e in parte sono distruttori, mentre io e mio fratello non creiamo per distruggere.

In pratica io e mio fratello cercavamo di tenere un equilibrio tra ciò che creavamo e ciò che invece dovevamo distruggere, per creare ancora nuove cose dalla distruzione di quelle che erano arrivate alla fine del loro ciclo e iniziavano quindi a decomporsi e sgretolarsi in atomi più piccoli.

Intendo proprio qualsiasi cosa, un pianeta, una galassia, tutto ciò che possa esistere. L'intera creazione si crea e si distrugge per creare altro, ma la parte di distruzione si attua solo a fine ciclo, quando la materia non può essere più tenuta insieme in quella forma. Ma non è sempre stato così bello.

I nostri genitori sono stati i primi creatori esistiti, avevano però un problema molto grave: loro erano malvagi, creature che non pensavano minimamente all'armonia necessaria a ciò che creavano. Avevano solo un obiettivo, creavano tutto solo per cibarsene, inghiottivano di continuo qualsiasi cosa creassero, era un cerchio senza fine.

Loro hanno creato le prime cose esistite, i primi pianeti, le prime galassie; hanno dato vita alle creature divine come me e mio fratello, o almeno credo che sia così, poiché non c'è stato nulla prima di loro che io sappia, anche se non so come loro si siano creati, posso solo ipotizzarlo ma nulla di certo per adesso.

Io e mio fratello no, non eravamo per niente d'accordo con loro, vedevamo le cose in modo diverso, tanto diverso che in un'epoca molto antica, tanto antica che solo in pochi possiamo ricordare, dichiarammo guerra ai nostri genitori, una guerra che durò migliaia di anni, ma data la nostra immortalità, non percepivamo il passare degli anni.

Molti furono i fratelli che vollero aiutarci e troppi quelli che lasciarono la loro vita immortale per compiere questo gesto nobile e per servire la causa, che dava un barlume di speranza per combattere i primi dei Kiliga e Orilio.

Io e mio fratello Ferbido trovammo un modo, dopo migliaia di tentativi e prove andate a vuoto. Loro erano troppo forti: la materia di cui sono composti non può essere attaccata o distrutta in nessun modo ma, un sistema per riuscire a convogliare la loro stessa energia e materia contro di loro avrebbe potuto funzionare, dovevamo provare qualsiasi cosa. In fondo avevamo a disposizione l'eternità per pensare a dei sistemi per intrappolarli, ovviamente finché non ci avrebbero riassorbito dentro di loro, da dove siamo venuti, uccidendoci per sempre.

Dopo molti tentativi, io e mio fratello trovammo un modo per intrappolarli, facendo credere loro di essere morti.

Creammo una gemma, all'interno della quale inserimmo un flusso energetico ininterrotto che fa sì che loro siano dormienti e incapaci di qualsiasi movimento. Anche i loro pensieri sono fermi in quel flusso energetico, ma allo stesso tempo restano attivi, o meglio il loro potere è attivo ma, non percependo la realtà, non possono usarlo; noi invece dall'esterno potevamo prendere da loro tutta l'energia di cui avevamo bisogno.

Perché non li abbiamo uccisi?

Facile, non si può!

Neanche io e mio fratello possiamo nulla contro la materia stessa, e per questo che non avevamo altre alternative, se non quella di intrappolarli in uno stato di trance come abbiamo fatto. In pratica quella gemma era un limbo creato con la stessa materia di cui sono composti i primi, una realtà parallela dove solo loro sono presenti e in cui l'effetto dell'energia emanata dalla loro materia si annulla completamente, si trasforma e si trasferisce dentro di noi dandoci poteri ed energia illimitati e materia a sufficienza per avere modo di creare tutto ciò che esiste o che può esistere, in tutto ciò loro credono di essere morti, per tanto non posso fare nulla. Il sigillo che li contiene ci costò il sacrificio di molti nostri fratelli, nonché i nostri figli, che plasmammo a nostra immagine e somiglianza per aiutarci nella grande guerra contro i primi. Più di un milione di Dei morirono, nell'arco di un miliardo di anni, ma ci riuscimmo!

Nessuno avrebbe mai dovuto rompere quella gemma ambrata, o far sì che questi si risvegliassero.

Molte saranno le coscienze che saranno mangiate se i primi dovessero liberarsi, infiniti i mondi e le galassie che andranno distrutte.

Noi lo sappiamo bene, rimanemmo solo noi alla fine della guerra. Nessun fratello, nessun figlio, erano morti tutti. Io e Ferbido siamo gli unici ad essere sopravvissuti, o almeno pensiamo che sia cosi, anche se c'è la possibilità che altri Dei siano ancora vivi, ma non ci contattò nessuno per un bel po' di tempo.

Nei millenni a venire, riuscimmo a plasmare la materia in qualsiasi modo ci sembrava bello e utile, tutto avrebbe dovuto avere un equilibrio, non solo caos e morte.

Diciamo che io sono quello che ripulisce quando la materia plasmata inizia a cedere, mio ​​fratello si diverte a plasmare: io preferisco raccogliere le cose in disordine per non sprecare né materia né energia.

Lui crea, io raccolgo i pezzi della materia quando questa si trasforma e inizia a decomporsi.

Può essere una vita mortale che cede il passo alla morte o un intero pianeta che va in rovina, anche una galassia, qualsiasi cosa è materia e io sono quello che raccoglie i pezzi rotti per riciclarli, o meglio ero.

Creammo ogni tipo di vita pacifica e dei figli, che iniziarono presto ad aiutarci con le faccende di famiglia, ovvero dirigere tutto il creato in ogni luogo  nello spazio, entro i nostri confini.

Sì perché, nonostante le nostre capacità, in due era dura, così creammo degli Dei che facessero riferimento a noi, abbastanza forti da poter gestire il tutto insieme a noi.

La vita proseguiva tranquilla, in ogni mondo o galassia. Io mi occupavo dell'equilibrio di ciò che si era creato con l'aiuto dei miei figli e lo facciamo ancora oggi, o meglio c'è chi lo fa per noi. Molti Dei nasceranno e moriranno prima di arrivare nell'anno zero del tempo moderno, o meglio del tempo conosciuto dai mortali di ultima generazione.

Ma torniamo al giorno della fine della guerra contro i primi. Io e mio fratello creammo dei mortali e, come uno stupido Dio, m'innamorai di una mortale, mio fratello commise lo stesso sbaglio.

Da quest'amore nacquero delle semi-divinità.

Non sapevamo cosa sarebbe potuto accadere, ma in ogni caso non avremmo dovuto, erano venute alla luce delle nuove forme divine a noi sconosciute e non eravamo pronti ad affrontare la cosa.

Qualcosa di diverso stava per venire alla luce, la materia si era composta in un modo strano in quell'occasione, era qualcosa di mai visto. Io prevedevo il futuro tramite delle visioni e ho visto la  distruzione di tutto.

Questa è la storia di tutto, dall'inizio alla fine e dalla fine al principio, del susseguirsi degli avvenimenti all'infinito, perché la materia non può desistere, ma forse stava per accadere qualcosa di positivo o forse no, non potevamo saperlo con certezza.

Si può osservare il futuro, ma non si può pretendere di prevederlo al cento per cento, il tempo scorre ci possiamo anche viaggiare attraverso in teoria, ma gli eventi cambiano di continuo, come di continuo cambia la materia. 

Stava per succedere qualcosa, ed il fatto che non poteva essere sotto il nostro controllo che eravamo i creatori ci destabilizzava. Ne parlammo per ore io e mio fratello, e pensai inoltre di parlare con Ferbido della mia premonizione. La mia veggenza mi portò a vedere il futuro, non avevo poi troppo tempo per far presente ciò a Ferbido. Dovevo fare in fretta.

Mi recai da Ferbido e gli accennai tutto, mi liquidò quasi subito dicendo che mi preoccupavo troppo per nulla. 

Io non sapevo ancora che anche mio fratello avesse procreato con una mortale, quindi ero convinto di essere il solo responsabile.

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