L'imboscata di kaiak è il risveglio di limbo

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Enac e Ybod si apprestarono a raggiungere il lamento, ma inspiegabilmente il tempo si ferma e di colpo si ritrovano proiettati in un labirinto senza luce, dal quale non si può fuggire, né vivi né morti. Un labirinto creato con la materia di cui è composto il tempo, un labirinto temporale.

I due ragazzi, tenendosi per mano per non perdersi nel buio totale del tempo senza fine, iniziarono a vagare...

-Enac:

Ybod dove ci troviamo?

Non percepisco nulla, l'unica sensazione che provo è quella di impotenza. Sento di non avere forza qui.

-Ybod:

Enac creiamo la luce, creiamo un'energia luminosa che ci aiuterà a vedere meglio.

-Enac:

Come facciamo, qui non c'è nulla da manipolare. Dove prendiamo la materia?

-Ybod:

La possiamo creare da noi stessi ricordi?

L'universo in cui siamo diretti l'abbiamo creato noi, o sbaglio?

Possiamo farcela Caras, siamo molto di più di quanto pensiamo di essere, nulla può fermarci se siamo insieme.

Nel frattempo i mentori, Aretan e numerosi Dei soldati chiamati per la guerra imminente si  riunirono intorno alla galassia creata dai ragazzi. La notizia fece in un secondo il giro dell'intero creato: tutti sapevano di essere in pericolo di vita se le cose non si fossero sistemate, quindi chiunque potesse apportare contributo a questa nobile causa si precipitò ai confini di quella galassia, anche se inspiegabilmente nessuno riuscì ad accedervi. Dopo numerosi tentativi Aretan spiegò agli altri dei dove fosse il problema.

Lui capì subito di non poter accedere perché non era opera sua; che se non autorizzato dal creatore (i ragazzi), non avevano accesso in nessun punto di quella galassia. Ora dubbi e domande affiorano nella mente di Aretan.

Come ha fatto Kaiak ad accedere in questo universo?

Ma soprattutto, i ragazzi dove sono finiti?

Sono già lì dentro?

Nessuno sente l'energia dei ragazzi, quindi ci sono solo due possibili risposte.

O sono già dentro o sono fermi in una dimensione spazio-temporale e quindi non sono percettibili. Si tratta di una dimensione dove il tempo non è controllato e dove il buio e il nulla la fanno da padroni. Nessuno sopravvive li, ma loro due forse...

Nello stesso momento in cui Aretan pensava ad una possibile soluzione per quanto assurdamente ben organizzato da Kaiak, i due ragazzi vagavano nella speranza di riuscire a trovare un modo per uscire di lì.  I loro poteri sembravano come annullati, non potevano far nulla tranne che respirare e camminare o magari sperare: ma si sa, chi di speranza vive disperato muore. Dopo un tempo apparentemente infinito passato a vagare nel vuoto senza una meta né un'intuizione su come uscire, Enac ebbe un idea, un pensiero che gli avrebbe salvato la vita, anche se non era proprio sicuro che ciò potesse funzionare e aveva paura che sarebbe potuto accadere il peggio...

-Enac:

Ybod fermati per favore, non so più neanche da quanto stiamo camminando, ho una idea! Forse qualcosa che possiamo fare c'è.

-Ybod:

Beh che aspetti diamine, fallo no?

O stai aspettando che arrivi un angelo da chissà dove per salvarci?

Perché sappi che se pensi questo o meglio, se è questa la tua idea, fai prima a suicidarti da solo!

Perché nessuno arriverà qua per salvarci, siamo solo noi e quindi spero vivamente che il tuo piano possa funzionare, perché altrimenti siamo costretti a vagare in questa specie di... mmm non so neanche come definirla questa cosa in cui siamo capitati. Non so cosa sia, ma la cosa sicura e che siamo costretti a restare qui. E' una dimensione simile a quella che hanno fatto i nostri genitori per i primi, anche se in realtà è molto diversa, quindi per favore non dire assurdità, di qua non si esce così facilmente.

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