4.Solo

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Katsuki Bakugo's POV

«Allora? Che vuoi?» eravamo in una stanza un po' buia che presumevo fosse la stanza di labbra screpolate, non mi ero mai interessato ad esplorare la base, anche perché sapevo che a molti della Lega piaceva avere la propria privacy. Non capivo perché mi avesse portato lì, in un posto dove sicuramente nessuno sarebbe entrato e dove nessuno ci avrebbe potuto sentire, era così segreto quello che mi doveva dire? Voleva tentare di uccidermi?
«Voglio metterti in guardia e faresti meglio ad ascoltarmi bene perché non lo ripeterò» sospirò incrociando le braccia. Da cosa mi voleva mettere in guardia? C'era forse una minaccia mondiale? Se non era quello allora per me era tutto risolvibile.

«Ti consiglio vivamente di andare via di qui» come premessa non mi sembrava una delle migliori.
«Se rimani qui con Izuku potresti uscirne morto, c'è qualcuno che non ti vuole qui e faresti meglio ad andartene senza pensarci troppo e tagliare tutti i contatti con Izuku e la Lega» capii subito il suo problema.

Era lui a non volermi lì.

Non mi voleva uccidere per davvero, no? Non mi voleva morto, vero?

Quei dubbi mi mangiavano il cervello e non li potevo sopportare.

Perché adesso? Cosa avevo fatto? Deku lo sapeva?

Mi stavano cacciando come avevano cacciato capelli da schifo?

Cercai di essere forte, come sempre. Non volevo che pensasse che avessi paura. Non che ne avessi.

«Mi dispiace, ma devo rifiutare la tua gentile offerta. Provaci pure ad uccidermi, potresti essere fortunato» feci un sorrisetto e iniziai ad uscire.
«Aspetta» disse labbra screpolate. Mi fermai, magari non tutto era come pensavo.
«Non sono io la persona che minaccia la tua vita, fa come vuoi, ma sappi che se non te ne vai tu ti farà andare via lui e farà sembrare che sia stato tu a decidere di andartene».

Non dovevo aver paura, aver paura era da rammolliti.

«Non saranno di certo le tue minacce da quattro soldi a farmi andare via» me ne andai prima che potesse dire altro.

Doveva essere un pazzo se pensava di poter separare me e Deku così facilmente...

~~~

...Sempre che non ci pensasse Deku stesso a separarci.

«Dai... l'incontro è tra tre ore, non hai bisogno di prepararti adesso...» Deku continuava a camminare avanti e indietro per la stanza: metteva dentro delle buste dei soldi, strappava e firmava documenti, ordinava molte scartoffie, piegava e metteva a posto alcuni vestiti...
«Non vado molto spesso in missione in questi ultimi mesi, devo riprendere il ritmo di almeno cinque missioni a settimana» parlava veloce con occhi fissi su quel che faceva.
«E questo mi va bene, ma non hai bisogno di tre ore di anticipo per prepararti. Non usciamo insieme da giorni!» capivo che volesse lavorare di più visto che in quell'ultimo periodo era un po' insicuro sulle sue capacità, ma aveva smesso di fare qualunque altra cosa gli piacesse.

Si fermò e mi guardò comprensivo, quello era lo sguardo che mi innervosiva più di tutti. Mi guardava come se fossi un tenero bambino a cui spiegare perché si deve andare a lavoro.

«Hai ragione... mi dispiace se ti sei sentito ignorato in questi giorni. Ti prometto che quando torno da questa missione ti porto a cena fuori» mi prese le mani e sorrise come se la sua proposta avesse sistemato tutto e in parte il mio cuore era stato fregato, mi dimenticavo perché ero arrabbiato quando mi sorrideva, ognuno ha il suo tallone d'Achille suppongo.

Deku ritornò a lavorare e io rimasi zitto in un angolo a guardarlo volteggiare da una cosa all'altra.

La cena non mi sembrava poi così male come idea, potevamo parlare e passare finalmente un po' di tempo assieme, come volevo io.

~~~

Non va mai come voglio io.

Prima si fecero le venti e pensai che Deku avesse trovato uno di quei ristoranti con l'atmosfera notturna e romantica.

Poi si fecero le ventidue e pensai che la missione l'avesse trattenuto più del dovuto.

Infine era mezzanotte e capii che si era scordato di me.

Non ero triste lo giuro.

Io non piango mai sono forte.

A cosa mi serviva Deku quando potevo stare solo?

Potevo dire di essere arrabbiato però.

Avevo passato mezz'ora a fare il nodo della cravatta, lo slegai e lanciai con forza la cravatta per terra. Mi tolsi gli occhiali, vedevo un po' sfocato ma non era importante, mi stropicciai gli occhi con un dito e mi accorsi di avere gli occhi bagnati, mi sarà entrato qualcosa nell'occhio.

Andai, un po' barcollante perché non vedevo benissimo, verso la mia stanza. Mi ci chiusi dentro e andai a letto.

Non importa.

~~~

Dei forti rumori mi svegliarono, qualcuno stava bussando in modo aggressivo alla porta.

«Kacchan! Oí, Kacchan! Tutto bene?!» era Deku, dalla sua voce preoccupata capii che bussava da un po'. Accidenti a lui.

Mi alzai dal letto ed andai ad aprire la porta, ma prima che potessi farlo Deku buttò giù la porta.

«Ma che diamine fai?!» lo guardai, era caduto giù con la porta, sudava.
«Non rispondevi e mi sono preoccupato... perché non sei pronto, non dovevamo andare a cenare insieme?» forse non si rendeva neanche conto del mondo circostante. Diedi un'occhiata all'orologio che avevo sul mio comodino e glielo indicai.
«Sono le tre di notte Deku. A quest'ora l'unico posto che puoi trovare aperto è la discoteca» feci una smorfia e precisai «Se proprio vuoi puoi andarci solo, forse lì puoi trovare ragazzi più interessanti di me».

Deku guardava l'orologio meravigliato e poi guardò me con un aria sconcertata. Si alzò da terra.

«Cosa intendi? Non potrò mai trovare un ragazzo più interessante di te» fece per mettermi una mano sulla guancia ma io la schiaffeggiai via.
«Non. Toccarmi.» in quel momento provavo solo una cosa, rabbia.
«Sono stato davanti alla porta tutto pronto per QUATTRO ORE! E tu arrivi solo adesso. Non capisco se ci tieni veramente a passare del tempo con me o se anche solo pensi a me qualche volta, perché io sì, penso a te e anche troppo» ammettere le mie fragilità è sempre stato difficile per me, ma in quel momento era di vitale importanza per la discussione.

«Mi dispiace che ti senti in questo modo... io in realtà ti penso. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto e ogni secondo. Non volevo ferirti, Tomura mi ha trattenuto più del dovuto e a un certo punto ho perso la cognizione del tempo» frugò tra le tasche dei pantaloni e tirò fuori una scatolina.
«Mentre tornavo appena l'ho visto ho pensato a te» aprì la scatolina, dentro c'era una collana con attaccato un ciondolo della lettera K.
«Io non voglio dei regali, io voglio stare con te» lo spinsi fuori dalla stanza e senza avere una porta da chiudere aspettai soltanto che se ne andasse.

E rimasi solo.

Cya ragazzi! Questo capitolo è più lungo del solito perché ci tenevo a fare bene la scena della litigata. Cosa succederà? Ricordate che non vi ho mai detto se sarà la BakuDeku o la KiriDeku la ship principale, lascio a voi scoprire andando avanti con la storia ;). Voi per chi tifate? Fatemelo sapere nei commenti! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Al prossimo capitolo!

<Come Dei Fiori Di Mandorlo>Where stories live. Discover now