Mikey

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Mikey x reader
•Angst
Richiesta da: ///
scritta da: Rachi-chan0506

Mi raccomando apprezzate perché ci ha messo 4 giorni per farlo

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*T/n’s pov*
Fa freddo. Oggi fa più freddo del solito beh non mi stupisco dato che siamo a gennaio però è
come se il freddo mi penetrasse nelle ossa in modo violento, non so descriverlo ma non è
una bella sensazione, mi affretto a finire la mia sigaretta e torno dentro al caldo e al mio
lavoro. Con le cuffie in testa non mi accorgo nemmeno che sta squillando il telefono,
rispondo e prendo nota di quello che il cliente mi sta dicendo ovvero che io giorno dopo
sarebbe venuto per farsi un tatuaggio; ebbene si: sono una tatuatrice e sono anche
abbastanza nota a Tokyo.
Ho aperto il mio studio 3 anni fa dopo aver finito le superiori, avevo le idee chiare di quale
sarebbe stato il mio futuro e non volevo perdere tempo facendo l’università così ho fatto un
corso per tatuatori e ho preso la licenza, ho fatto tutto da sola dall’inizio alla fine, ho arredato
ogni angolo di questo studio e non mi sono mai pentita della mia decisione di vita. Faccio
una cosa che amo e che mi fa stare in pace con me stessa, mi sono sempre espressa
tramite il disegno perché quando si disegna non servono parole per comunicare quello che
si vuole esprimere, e io lo esprimo nei tatuaggi che faccio.
Oggi è una giornata abbastanza noiosa, non c’erano molti clienti in lista, fare la tatuatrice è
un bel lavoro perché ogni giorno vengono persone diverse con in mente tatuaggi diversi con
significati diversi e anche profondi a volte tipo la settimana scorsa è venuta una ragazza,
voleva tatuarsi la frase di una canzone che le aveva dedicato il suo ragazzo, certe volte
trovo troppo sdolcinate queste cose pero alla persone piace le fa sentire amate e importanti.
Sono quasi le 13 e sto per chiudere per andare finalmente a pranzo dopo due ore che il mio
stomaco brontola ma una capoccia nera si fa strada nella leggera nebbia che si era creata,
una capoccia che non vedevo da un bel po’ di tempo, era Manjiro anche se tutti lo chiamano
Mikey ricordo di averlo sempre chiamato col suo nome, non so perché; ormai sono quasi 10
anni che non lo vedo. Da quando ha sciolto la toman lui e i ragazzi sono rimasti insieme
mentre io diciamo che mi sono staccata dal gruppo, non perché mi fossi stufata di loro anzi
avevo legato molto con il trio Ran-Rindou-Sanzu e altri, ma perché avevo bisogno di un
cambiamento, di una sorta di svolta, ma siamo comunque rimasti in buoni rapporti.
Vedo Manjiro avvicinarsi fino ad essere di fronte a me, in questi anni mi sembra che siano
cambiati solo i capelli che ha tinto di nero per il resto sembra il solito di 10 anni fa
“Bello studio, lo hai tirato su da sola?”
“Già, questo studio è la mia vita si insomma ho usato tutte le mie energie qui”
“Davvero molto bello e sono sicuro che dentro sia ancora più bello”
“Se vuoi puoi entrare per confermare la tua teoria”
Anche se il mio stomaco si stava contorcendo dalla fame non potevo mica dirgli di
andarsene solo perché volevo trangugiarmi un bel piatto di qualsiasi cosa fosse
commestibile, cioè in realtà potevo anche farlo ma Manjiro per me è sempre stato un caro
amico e anche se è passato del tempo per me è sempre rimasto il leader della Tokyo Manji
gang, una persona temibile e rispettabile ed un degno avversario; lo invito ad entrare e
senza farselo ripetere due volte apre la porta.
“Wow, non pensavo che avessi una mente così creativa cioè se 10 anni fa mi avessi detto
che avresti fatto la tatuatrice probabilmente avrei riso”
“Addirittura? Ti ho fatto questo effetto?”
“Abbastanza, però sono contento, ti trovo bene”
“Anche io ti trovo bene, il nero ti dona”
“Dici? Volevo cambiare un po’ quindi ho fatto questa pazzia”
“Se fosse stata una pazzia sarebbe uscita una merda non credi?”
“Forse hai ragione”
“Come stanno gli altri?”
“Tutti bene, lavorano e alcuni hanno messo su famiglia- oh Takemichi si è sposato da poco”
“Davvero?? Che bello sono felice per loro, sapevo che quei due erano fatti l’uno per l’altra”
“Già, tu invece? Qualche relazione in corso?”
“In corso no ma posso dire di aver avuto un ex, un egocentrico del cazzo”
“Oh posso capire perché lo hai lasciato”
E da lì iniziammo una conversazione dove io parlavo del mio ex e lui faceva da supporto,
non mi resi conto che si erano fatte le 15 e fra dieci mi ufi esatti avrei dovuto riaprire lo
studio perché avevo dei clienti prenotati.
“Oh cazzo sono le 15 tra dieci minuti devo aprire e non ho nemmeno pranzato”
“È colpa mia, ti ho fatto chiacchierare troppo, se vuoi posso offrirti il pranzo c’è un ristorante
di ramen qua davanti”
“Lo faresti?”
“Certo, d’altronde è colpa mia che ti ho fatto perdere tempo magari avevi altro da fare”
“In verità no, sarei andata a pranzo da sola e poi sarei tornata in studio”
“Allora ti ho fatto un po’ di compagnia, vabbè vado a prenderti il ramen e torno”
Sarà anche passato del tempo ma per certe cose Mikey non è mai cambiato, sono stata
felice di passare del tempo con lui anche se non è minimamente paragonabile al tempo che
abbiamo perso, perso per colpa mia. Riflettendoci, mentre parlavo con lui, ho capito di
quanto sia stata egoista ad andarmene così lasciando tutto quello che mi ero costruita per
ricominciare da zero una nuova vita, si avevo bisogno di cambiamento ma avrei potuto farlo
anche rimanendo con loro? Ripensandoci non mi sono mai completamente staccata da loro
infatti sia a casa che qui in studio tengo due foto: una dei membri fondatori della Toman e
una di tutta la gang dove ci sono anche io, per me quelle foto sono la cosa più preziosa che
ho oltre alla divisa che ancora tengo dentro all’armadio, ricordo quando Mitsuya me la cucì
su misura se ci penso mi viene da ridere, mi sgridava sempre perché non riuscivo a stare
ferma quando per sbaglio mi pungeva con l’ago. Per me quelli sono stati gli anni più belli di
tutta la mia vita. Persa nei miei pensieri non mi accorgo che Manjiro è tornato con due belle
ciotole di ramen caldo, l’ideale per una giornata così fredda.
“A cosa stavi pensando così intensamente?”
“Stavo guardando una foto”
“Quale foto?”
“Quella che abbiamo scattato il giorno in cui hai sciolto la Toman, eravamo tutti un po’ tristi
infatti si vede ancora Peh-Yan che piange ahahah”
“T/n posso farti una domanda?”
Era improvvisamente diventato serio, il sorriso che aveva fino a poco prima era svanito in un
lampo.
“Si dimmi pure”
“Perché te ne sei andata?”
Sgrano gli occhi. Perché mi fa una domanda del genere in questo momento? Non so cosa
dirgli, ho capito il mio errore e so che non mi sarei dovuta allontanare da loro che erano
come una famiglia per me ma non riesco, non riesco a dire una parola. Il senso di colpa che
greve su di me da 10 anni è troppo forte e non lo reggo più. Scoppiai a piangere, non sono
mai stata una persona dal pianto facile ma in questa situazione, anche se mi sembra una
cosa patetica, piangere è l’unico modo che ho per sfogarmi. Manjiro appoggia la sua ciotola
di ramen ormai vuota e si alza dalla sedia dov’era seduto, pensavo che volesse andarsene
ma inaspettatamente mi abbracciò, non un abbraccio di circostanza ma un abbraccio vero e
sincero, un abbraccio che non ricevevo da molto e di cui avevo disperatamente bisogno.
“Ti sei calmata un po’?” disse mentre mi passava l’ennesimo fazzoletto
“Si grazie, scusa se mi sono messa a piangere come una bambina solo che..non sapevo-“
“Non sapevi cosa rispondere?”
“Esatto, so che delle scuse non bastano e che ormai il danno è troppo grosso”
“Ma non è irreparabile” alzai la testa per guardarlo negli occhi, ora non era più serio, aveva
uno sguardo gentile quasi compassionevole ma non in senso brutto.
Mi sarebbe piaciuto tantissimo parlare ancora un po’ con lui ma tra poco dovevo riaprire e di
certo non potevo farlo stare lì ad aspettare per tutto il pomeriggio ma lo sappiamo, Mikey è
testardo e mi aveva detto che mi avrebbe aspettato fino ad orario di chiusura, cercai di farlo
demordere perché fare i tatuaggi è una cosa lunga e poi il cliente potrebbe non trovarsi a
sua agio con un’altra persona dentro lo studio.
“Senti facciamo così: mi aspetti a casa ok?”
“Casa tua?”
“No guarda quella di mia sorella”
“Non sapevo avessi una sorella”
“Tieni le chiavi forza, ah una cosa: non toccare la tela sopra il tavolo potrebbe non essere
ancora asciutta”
“Dipingi anche?”
“Sono una donna dai numerosi talenti”
“Lo vedo, bene allora ci vediamo stasera”
“D”accordo, se ti viene fame prendi pure qualcosa dal frigo”
*Mikey’s pov*
Seguii le istruzioni di T/n su come arrivare a casa sua e aveva ragione è davvero vicina al
centro; giungo finalmente a destinazione. È un palazzo altissimo e nuovo di zecca “chissà
quanto avrà faticato per un appartamento del genere” penso dentro di me, apro il portone e
iniziò a salire le scale dato che ovviamente l’ascensore era guasto “palazzone da milioni ma
ha l’ascensore rotto”. Dopo essermi fatto circa 10 piani di scale sono arrivato davanti alla
sua porta, senza esitare entro e mi butto a peso morto sul divano; dopo essermi fatto un
riposino su quel comodissimo divano mi metto seduto e iniziò a guardarmi intorno: è davvero
bellissimo, ampio ma allo stesso tempo accogliente, dalla porta finestra del salotto si vede
tutta la città. Vado nelle varie stanze per “esplorare”, finché non mi imbatto nella sua stanza,
vorrei entrare per vedere ma non vorrei che si arrabbiasse ma lei non c’è quindi decido di
entrare, la prima cosa da cui vengo colpito è la foto che tiene sul comodino: una foto dove ci
siamo io e lei il giorno in cui è stata fondata la Toman, mi siedo sul letto e la prendo in mano
per guardarla meglio, ricordo benissimo quel giorno come se fosse ieri. Mentre ripensavo ai
vecchi tempi sento una chiave girare nella serratura.
“Scusami se ci ho messo un po’, mi sono fermata a comprare qualcosa per cena”
“Tranquilla non stavo facendo nulla di speciale, che hai preso?”
“Una cena da giapponese medio”
“Cioè?”
“Sushi e ti ho preso anche dei dorayaki”
“Alla crema di fagioli?”
“Si, la tua preferita”
Ci sedemmo a mangiare, proprio come quando eravamo ragazzi, durante la cena parlavamo
del più e del meno tipo cosa avevamo fatto in questi anni, progetti per il futuro, ridere su
cose successe anni fa si insomma una cena tra due vecchi amici che si incontrano di nuovo
dopo tanto tempo. Finito di mangiare la aiutai a sparecchiare e ci mettemmo sul divano.
“Sai sono stato molto felice di rivederti e stare un po’ con te”
“Anche io”
“Chissà magari la prossima volta se ti va potrei chiamare anche gli altri così vi incontrate”
“Beh si sarebbe molto bello ma..non posso”
“Perché non puoi?”
“Perché io vivo solo nella tua testa Manjiro”
“C-cosa?”




Be beep be beep be beep
“Ancora quel maledetto sogno”, mi alzo dal letto stropicciandomi gli occhi per poi girare lo
sguardo verso il comodino per prendere il telefono, pregavo ogni divinità di non posare lo
sguardo su quella foto ma come ogni volta finisco per guardarla, la foto che per anni ha
tormentato il mio sonno riempiendolo di sogni dannatamente dolorosi, il suo viso angelico
sfregiato da una cicatrice sotto l’occhio, il suo sorriso puro e semplice, e quegli occhi di cui
mi sono innamorato ma che non potrò vedere mai più, senza accorgermene copiose lacrime
iniziano a farsi strada sul mio viso e non riesco a fermarle.
Oggi è il 23 marzo, un giorno qualsiasi per voi ma molto importante per me.
“Hey T/n come stai? Che domanda stupida scusami,ti ho portato dei fiori dato che gli altri
erano appassiti, ho portato il glicine il tuo preferito. Sai l’altro giorno sono passato davanti
alla tua vecchia casa quella dove abitavi con tua madre, la stanno ristrutturando. Purtroppo
non ho molto da dire perché in questi giorni non è successo granché.” Feci una breve
pausa.
“Mi manchi molto sai? Da quando te ne sei andata le giornate sono così noiose, lo dice
anche Baji, ha detto che ti viene a trovare oggi insieme a Chifuyu. Bene ora devo andare ma
non preoccuparti tornerò presto a trovarti, non annoiarti troppo senza di me”
Dissi una preghiera poi mi alzai e me andai, ogni volta che andavo a trovarla mi sentivo
triste ma allo stesso tempo felice, non mi sono ancora del tutto abituato a vivere senza di lei
ma sto imparando un po’ alla volta. Spero di incontrarla di nuovo stanotte e passare di
nuovo del tempo con lei, anche se qui sogno mi tormenta è l’unica cosa che mi fa andare
avanti.

~𝗧𝗼𝗸𝘆𝗼 𝗿𝗲𝘃𝗲𝗻𝗴𝗲𝗿𝘀 𝙊𝙣𝙚-𝙨𝙝𝙤𝙩𝙨~Место, где живут истории. Откройте их для себя