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Alessandro

Tutto intorno a me è confuso, annebbiato, distorto. Faccio fatica a capire dove mi trovo, a capire cosa sia successo. Mi guardo in torno spaesato osservando le persone che sono con me.
Tutti con le lacrime agli occhi, tristi, arrabbiati e feriti ed io...non riesco a capire, ad elaborare un discorso, una frase, una parola. Niente.
L'unica cosa che mi passa per la testa è come sia potuto accadere una cosa del genere, era davanti a me poco prima, che rideva e scherzava con tutti...e adesso...

Qualche ora prima.

-Sei il solito coglione Dima!- dico al biondo che si sta sbellicando dalle risate.
-Comunque Ale, vedere tua sorella che scende in campo è sempre bellissimo- dice lui ridendo.
-Chissà se lo farà anche al derby di quest'anno- chiede Çalhanoğlu ridendo anche lui.
-

Mi auguro di no, insomma potrebbe farsi male, non dico che qualcuno le possa mettere le mani addosso ma non si sa mai. Insomma si com'è successo con...- un calcio da sotto il tavolo mi fa saltare per aria, ricevendo degli sguardi assassini da Nicolò e Federica e degli sguardi confusi da chi è al tavolo con noi. Capendo cosi di star parlando troppo. Dio che qualcuno mi tolga l'alcool da davanti.
-Tutto bene Basto? Che stavi dicendo?- domanda Federico guardandomi.
Apro la bocca per parlare ma lo schianto della porta fa voltare tutti i presenti.
Chiara, la fidanzata di Joaquìn è in piedi che trema, con le lacrime agli occhi mentre lo sguardo va in cerca di qualcuno, finché non posa i suoi occhi su di me.
-E...è...vi prego...qualcuno...io ho già chiamato... un ambulanza...-- farfuglia agitata, Federica si avvicina a lei e cerca di calmarla. Tutti la guardiamo in silenzio aspettando che dica qualcosa di sensato. Dopo poco si calma e alza lo sguardo di nuovo su di me. Che diamine vuole? -- Ho già chiamato un ambulanza, c'è stato un incidente fuori...Olly...- e mi basta questo. Mi basta sentire il suo nome per scattare in piedi come una molla e correre fuori come un pazzo.
Non può essere vero...non lei.
Il cuore mi batte all'impazzata, sembra che voglia uscirmi dal petto.

Quando arrivo fuori il mio sguardo va in cerca di mia sorella e quando noto dove si trova corso verso di lei, che si trova tra le braccia di Joaquìn che piange.
Mi accascio senza dire niente e stringo i denti, trattengo le lacrime finché non esplodo in un grido.
-Ale..ale cos'è...oddio Olly...- la voce di Nicolò e degli altri sono lontane, non sento niente, solo un grande vuoto in mezzo al petto.
-Cos'è successo? Dove cazzo è questa ambulanza?!- urla il sardo arrabbiato.
-Eccola- dice qualcuno e il rumore delle sirene in lontananza si fa sempre più vicino.
-Signore, signore si deve spostare per poterci fare lavorare...signore- mi dice una voce maschile.
-È in stato di shock- aggiunge invece una voce femminile.
-Ale...Basto vieni forza...-mi tira via Nico dal corpo di mia sorella.

In ospedale

-Ale, tieni, bevi qualcosa di caldo- dice Federica sedendosi vicino a me e porgendomi un bicchiere di thè caldo.
Lo prendo tra le mani e il suo calore mi pervade.
-Vedrai che andrà tutto bene- dice Nicolò appoggiando una mano sulla mia spalla ed io sto zitto, rimango in silenzio, senza sapere che dire.
-Ehi Joaquìn...- dice Federica ed è allora che alzo lo sguardo verso il ragazzo argentino. È pallido in viso e le sue mani insieme alla sua camicia sono macchiate di sangue.
-Non...va...non va via questo coso...- dice con le lacrime che gli scendono sul viso.
-Io...ho...ho provato a lavare ma, ma rimane...non si leva! Non va via!- inizia ad urlare in preda al panico.
-Joaquin calmo.. vieni prov...-- Prova a dire Federica ma viene interrotta dalle urla di Joaquìn --NO, non va via. Lei...lei era lì a un passo da me e...e dopo...dopo era in una pozza...pozza del suo sangue. È...è stato così veloce che non ho potuto fare niente, è colpa mia se adesso lei...lei- mi alzo senza dire niente e vado verso di lui. Tutti mi guardano, lo so, sento gli occhi dei presenti puntati addosso.
Una volta davanti a Joaquìn, lui mi guarda ed io lo abbraccio forte. Non importa adesso quello che ha fatto, non importa se ha ferito mia sorella, il dolore che adesso prova è lo stesso che abbiamo tutti noi altri e nessuno va lasciato solo in questo caso.
-Non è colpa tua, troveremo chi ha fatto questo è ti giuro che gli faremo pentire di ciò che ha fatto alla nostra Olly- gli dico stringendolo.

Mi stacco da Joaquìn e guardo tutti i presenti.
-Ragazzi, se volete potete andare a casa, credo che la cosa sarà lunga, vi terrò aggiornati, appena mi diranno qualcosa-
-Fede tu vai dalle piccole saranno preoccupate, resto io- dice Nico a sua moglie che seppur contraria annuisce.
-Resto anche io ovviamente- dice Lautaro facendosi avanti.
-Credo che rimarremo tutti Basto, nessuno vuole andare a casa e lasciarti così. Se sarà una nottata lunga fa niente, faremo a turno per rimanere svegli nel caso- dice Çalhanoğlu appoggiando una mano sul mio viso ed io accenno un piccolo sorriso.

I ragazzi salutano le rispettive mogli e si mettono a sedere sulle varie sedie poste in ogni parte della stanza.
-Joaquìn, noi andiamo?- domanda la ragazza.
-Tu vai, io resto qui- risponde lui senza guardarla.
-Dovresti tornare e riposare, magari se vuoi torni più tardi- continua lei.
Lui si gira e la guarda in modo freddo.
-Ho detto che resto qui, non lascerò Olly da sola- Chiara seppur arrabbiata non dice niente e se ne va.

In tutto questo il mio sguardo si sofferma su Kai, seduto lontano da tutti, con la testa appoggiata sulle ginocchia.
Mi alzo dalla mia sedia e mi avvicino a lui.
-Kai...- lui non alza lo sguardo ma i suoi singhiozzi li sento bene, così mi metto vicino a lui e gli accarezzo la schiena.
-È colpa mia Ale. Avrei dovuto accompagnarla avrei dovuto insistere...magari non sarebbe successo niente...-
-Non è colpa di nessuno di noi Kai, solo del bastardo che guidava. E se avesse preso anche te? Eh? Ora dobbiamo pensare solo ad aiutare Olly okay?- dico al ragazzo che finalmente mostra il suo viso rigato dalle lacrime. Annuisce e mi regala un piccolo sorriso.
-Inizio a non sopportare questa attesa, perché qualcuno non esce a dire niente?- domanda Nicolò frustrato.
-Avevano detto che sarebbe stato un intervento molto lungo, quindi dobbiamo aspettare- risponde Skriniar.
-Hai avvisato i tuoi genitori?- mi domanda Federico ed io crollo totalmente.
Ero così occupato a preoccuparmi per Olly che non ho minimamente pensato di avvisare i miei genitori. Oh dio gli verrà un colpo se li chiamo a quest'ora di notte.
-A dire il vero no- rispondo a Federico che mi dice di chiamarli.
Annuisco e prendo il telefono per poi comporre il numero di mio padre.
-Ma che cazzo è questo?- chiede Nicolò ma non gli presto molto attenzione, mio padre ha il telefono spento così decido di  provare a chiamare mia madre ma prima che possa farlo un medico esce e si ferma davanti a noi.
-I parenti di Olimpia?- scatto in avanti subito e tutti si raggruppano con me.
-Sono il fratello, lei sta bene? Posso vederla?-
-Calma, calma, l'intervento sta per terminare e sembra che sia andato tutto per il meglio. Ha riportato un trauma cranico è probabile che si potrebbe svegliare con una lieve amnesia temporanea. È stata fortunata che il colpo subito non abbia procurato nessun danno agli organi interni, ma ovviamente la gamba destra è ridotta piuttosto male, dovrà stare a riposo per un bel po di tempo, verrà il chirurgo ortopedico più tardi per farvi sapere maggior informazioni e ovviamente non potrà allattare a causa dei farmaci- dice il medico ed io rimango stranito dall'ultima frase.
-Allattare? Che c'entra con mia sorella?- chiedo io.
-Ale..-Aspetta Nico- dico guardando il medico.
-Sua sorella ha un bambino, visto che ha la cicatrice del cesario-
-No, ci deve essere un errore mia sorella non ha nessuno figlio- ribatto sconcertato.
-Ale-
-Che c'è?!- sbotto contro Nicolò frustrato.
-È appena uscito un articolo in cui dicono che Olly era a New York per una gravidanza- e da lì sbianco totalmente vedendo nero, per poi accasciarmi a terra.

Ecco qua un altro capitolo, spero vi piaccia.
Mar 🖤💙

Un amore tutto argentino -Correa -Instagram Where stories live. Discover now