PROLOGO

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L'acqua piovana macchiava il cemento del percorso che stava percorrendo Louis, sotto le nuvole grigie, spostate dal vento che scompigliava anche la chioma del ragazzo.

Stava camminando da solo, in silenzio, mentre studiava le grate di ferro del cancello che si elevava in lontananza, che recintavano un grande edificio. Il quale sarebbe dovuto essere il luogo che sostituiva la sua casa, le mura che lo avrebbero ospitato di notte e le aule che lo avrebbero continuato ad istruire di giorno.

Il rumore che facevano le sue sneakers a terra accompagnava il suo pensiero principale, cercava ancora di capire il motivo per il quale, con una borsa a tracolla e un trolley, stava per rinchiudersi in quel posto.

Quella era, senza dubbio, una delle scuole più prestigiose, ma lui ormai era grande, non gli servivano altri anni tra pagine di libri e argomenti incompresi. Lui voleva seguire il suo grande sogno, il sogno che il piccolo Louis non ha mai chiuso definitivamente in un cassetto, o perlomeno, mai con un lucchetto.

La recitazione era il sogno a cui aspirava, l'unica cosa che non si sarebbe mai stancato di fare, avrebbe continuato, pur facendosi male superando gli ostacoli radicati nella sua strada.

E uno di questi ostacoli era la sua famiglia, o meglio, suo padre, che cercava di imporgli di camminare sulla strada del suo, probabile, successo, poiché Louis pensava che, prima o poi, sarebbe riuscito ad essere una stella, una di quelle che brillava, ma non quella che lo faceva più delle altre. A lui bastava essere riconosciuto come un puntino luminoso che decorava il buio del cielo notturno.

L'università verso la quale si stava dirigendo si vedeva sempre più vicina, e Louis, man mano, si accorgeva di quanto non avrebbe voluto varcare l'entrata dell'istituto e prendere confidenza con i suoi corridoi, ma doveva farlo, è stato iscritto lì con tanti sacrifici, soprattutto da parte di sua madre, perché, come regalo del suo diciottesimo compleanno, come uno stupido, chiese di entrare in quella prestigiosa scuola.

Seriamente?

Louis adesso se ne pente, della sua scelta, ma non può di certo tornare indietro, o non andarci, perché Johannah, sua madre, da quel giorno aveva cominciato a mettersi da parte qualche sterlina, finché non raggiungesse la cifra con la quale avrebbe pagato l'iscrizione per suo figlio. Quest'ultimo lo scoprì solo due anni dopo, al suo compleanno, quando sua madre e le sue quattro sorelle si presentarono con un regalo del genere. All'inizio ne era entusiasta, ma forse più per il gesto che per il regalo, perché si era diplomato giusto un anno addietro, e ci credeva a stento di essersi liberato da quelle catene.

Invece, però, eccolo qui, pronto a rivivere dietro a delle sbarre, dalle quali l'aria passa pesante e difficile da respirare.

Almeno, questa costosa scuola offriva anche dei club pomeridiani, e per sua fortuna a disposizione c'era anche quello di teatro. Forse il desiderio che aveva di studiare lì era dovuto anche dal fatto che la recitazione per lui non sarebbe passata in secondo piano, e che quindi con la disponibilità dei club non sarebbe successo, ma adesso preferirebbe che in primo piano ci fosse solo quella, senza che condivida il podio con altra scuola.

Non voleva iniziare male l'anno, così provava a convincersi che alla fine gli sarebbe piaciuta, quella scuola, e che magari avrebbe fatto amicizia con altri ragazzi, che come lui, sentivano quel posto come una prigione.

Ma magari si sbagliava, gli altri non avevano la sua stessa storia, forse trovarsi lì è sempre stato un loro sogno, o forse no, ma a Louis non importava.

Era meglio che non cominciasse a pensare, perché quando lo faceva abbandonava la realtà e finiva per rinchiudersi nella sua mente, contorti qual erano i suoi pensieri.

***

Questo è solo l'inizio, di qualcosa che spero possiate leggere, perché alla fine sono sicura che non sia così male.

Una volta che le parole verranno scritte tutte con ordine, riuscirete a capirne il senso.(PS: I prossimi capitoli saranno molto più lunghi rispetto al prologo.)

Baci baci
-Neb



Boys Don't Cry||L.S.Where stories live. Discover now