Poca verità

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Mio padre è da ore che è tornato a casa e Leonora è totalmente sotto shock, non pensava potesse essere possibile una roba del genere e non le do torto.

Mi avvicino a lei lentamente e mi abbasso fermandomi all'altezza delle sue ginocchia.
I suoi occhi sono persi.
Non ha fatto neanche caso a me.

-Leonora- la richiamo.

-Valentino- mi guarda con gli occhi rossi e quando ho tutta la sua attenzione in qualche modo mi compatisce, è una ragazzina, d'altronde, per lei tutto questo dolore sarà difficile da sopportare.

Alla sua età venivo torturato giorno dopo giorno, mi rinchiudevano in una cella per settimane senza cibo e mi bruciavano con i mozziconi delle sigarette sui capezzoli. Mi appendevano e mi picchiavano con il piede di porco caldo e altre volte mi infilzavano un coltello caldo su alcune parti del corpo.
Piangere per me non è più possibile ormai da molto tempo. Gestisco tutto con la rabbia e anche se sono triste o turbato per qualcosa, divento una bestia e mi lascio andare alla violenza.
Ha ragione a chiamarmi mostro, perché lo sono.

L'educazione che hanno ricevuto i miei fratelli rispetto alla mia era totalmente diversa. Mi ha cresciuto il nonno. Mentre Ivan, Andrea e Amedeo da nostro padre.
Sono stati graziati dalla fortuna.
Ho iniziato a gestire gli affari con mio nonno all'età di 12 anni, l'età in cui ho preso per la prima volta in mano una pistola e sparato a un uomo di mezza età. Ero spaventato ed ero piccolo, mentre a 13 anni mi picchiava con la cintura e mi obbligava a drogarmi, diceva che la vita non aveva sbocchi e doveva essere tutto così com'era.
Non credeva nel cambiamento.
Non credeva a un cazzo.
All'età di 19 anni l'ho ucciso.

Quel figlio di puttana è all'inferno a urlare pietà, perché è quello che si merita.

Leonora d'un tratto mi prende e mi abbraccia, mi abbraccia così forte che non vorrebbe mai più lasciarmi.
Non capisco questo gesto.
Non capisco lei.
Non capisco come pensa.
E non capisco cosa voglia.
E non capisco perché la lasci fare quello che sta facendo ora.
Nessuno mi ha mai abbracciato prima d'ora.

Mi confonde. E io odio essere confuso.
Però so che è afflitta e vorrebbe che tutto finisse.

Avvolgo le mie braccia dietro la sua schiena e stringendola forte, lei avvolge le braccia dietro il mio collo e mi bacia.

Non so a che pensare, perché le sue labbra dicono tutto. Le assaporo con delicatezza e costanza, sanno di vaniglia, e quando sento il suo odore accanto a me, impazzisco.
Le tocco il viso e mi viene duro, così duro che non sopporto questo dolore di non poter toccarla. Fragile e per niente malleabile, è solo una stronza renitente, ma la mia convinzione di non volerla non mi passa per la testa. L'ho baciata ma è come se la desiderassi sempre di più, la devo solo scopare. Molte ragazze le ho desiderate per attrazione fisica e quando finalmente le ho avuto me le son tolto dai coglioni.
Forse è questo.

La prendo in braccio e la poso sulla scrivania, mi stacco da lei e la guardo nel profondo dei suoi occhi, cosa che non ho mai fatto. Mi fa impazzire, ma sotto tutta questa mitezza c'è qualcosa di intransigente.
Intransigente ma a tal punto di ammettere che le sue idee siano veraci.

-Io non ti capisco Valentino, o vuoi tutto o non vuoi niente. Sei misterioso e dicotomico, non ti apri e non vuoi farlo- mi accarezza i capelli e la nuca, i nostri nasi si toccano e le labbra di sfiorano, sento i suoi brividi percorrere lungo il suo corpo, la pelle d'oca forma minuscoli puntini gonfi sulla sua morbida e soffice pelle.

Non rispondo ma mi concentro su ciò che voglio, ovvero lei.

-È permesso?- Leonora sobbalza dallo spavento e si allontana da me saltando giù dal tavolo.

È Amedeo.

-Che cazzo ci fai qui, non ti hanno insegnato a bussare-

-Okay allora me ne vado- ammette finto offeso.

-No resta dimmi quello che devi dirmi-

-No non è importante, vi lascio soli-

Mio fratello esce immediatamente lasciando un'atmosfera imbarazzante, era tutto perfetto, stavo per averla, illuderla e porre fine a questo sentimento.

Figlio di puttana.

Leonora rimane lì a fissarmi impalata con i suoi occhi a mandorla di color azzurro chiaro che appaiono piuttosto timide e riservate. Io suo corpo comunica da solo, lo so che mi vuole e non riesco a resistere. Il suo corpo mente peggio di lei.
Non è il luogo giusto per scoparmela, lei non lo sa fare e sul tavolo non saprà di certo come muoversi. Ma io me la immagino inclinata a 90' mentre me la scopo fino a godere all'ultima goccia di compiacimento, vedere il suo seno muoversi ai miei stessi movimenti e lei che ansima e chiede imploro.
C'è l'ho già duro solo immaginandomelo.

Ci guardiamo ancora per un po' e decido di andarmene, ma lei mi segue e mi ferma con la sua voce da ragazzina stupida.

-Veramente? Non provi quello che provo io?- rimango di spalle e chiudo gli occhi, perché non temevo questa domanda.

-No non lo provo- e non mi dispiace.
Nonostante sia tutto il contrario.

-Sei uno stronzo manipolatore-
Ha ragione.





Angolo Autrice:

Eh già, non prova gli stessi sentimenti che Leonora forse prova per lui.
Ma quali saranno questi sentimenti?

Detto ciò mi scuso per gli errori e vi aspetto nei commenti per sapere cosa ne pensate.

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Bacettoni Sara

𝑀𝑎𝑓𝑖𝑎: 𝐹𝑖𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑙'𝐸𝑡𝑒𝑟𝑛𝑖𝑡𝑎̀Where stories live. Discover now