Piano fallibile

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Mi serve un piano, un piano per salvare mia madre e Leonora allo stesso tempo. Onestamente. Non so da dove iniziare. Non è da me.
Mia madre e Leonora.
Mi trovo nel mio ufficio con i miei due fratelli che anche loro stanno cercando un rimedio a ciò.
La notte stessa in cui Renzo ha colpito il parabrezza della macchina, dalla tasca dei miei jeans ho estratto una microcamera e glielo attaccato sul giubbotto quando gli toccai la spalla, ho saputo dove trovare mia madre e l'unico problema che mi rimane da risolvere è come escogitare un dannato piano per ucciderlo e prendere mia madre.

Siamo nella mia vecchia casa, dove appunto ho portato Leonora; da ieri si è ripresa ma questa mattina si è svegliata ammettendo un forte mal di testa, ho fatto chiamare così un medico che la visitasse e sembra che tutto vada bene ma ha bisogno di riposo.
Ho dormito in un'altra stanza, mentre lei nella mia, per darle... spazio. Nessuno si aspetterebbe un comportamento del genere.

Ad un tratto la porta bussa e i miei pensieri svaniscono.

-Avanti-

-Buongiorno Signor Bellocco, volevo dirle che la sua colazione è pronta- Margherita entra con in aria allegra, poco tesa dal solito, come se fosse in uno stato di rilassamento. Non lo è mai stata da quando è arrivata in questa casa 15 anni fa per sdebitare il debito di suo marito.

-Arrivo subito- lei mi fa un sorriso e lascia la stanza.

Mi alzo dalla poltrona e mi dirigo in cucina, quando un odore molto dolce invade le mie narici.
In questo caso, da quando ero piccolo, non ho mai sentito odore di dolci o roba simile.
Il dolce non si poteva assumere mai, mio padre teneva fin troppo alla nostra salute e alla forma fisica. Era proibito e se qualcuno provasse ad assaggiarne un po', finirà con cinquantacinque cinghiate dietro la schiena.
Regole implacabili - numeri indimenticabili.

Entro nella grande stanza invasa da questo irresistibile odore, quando noto una figura incappucciata seduta su una degli sgabelli che stava sotto la penisola.
Si gira e con aria buffa mi guarda facendomi un sorriso con la bocca chiusa e le guance piene di... frittele al cioccolato.
L'odore di dolce proveniva dalle sue frittele.
Mi avvicino alla figura e mi metto dietro di lei, mi abbasso mettendomi proprio dietro il suo orecchio iniziando a baciare e mordicchiare.

È profumata e anche dolce. A dir poco intoccabile.

-Chi ti ha dato il permesso di prendere la mia felpa?-
Si gira e poi ingoiai il pezzo di frittella che aveva, mi guarda strizzando gli occhi e poi facendomi un sorriso a 32 denti come una bambina.

-Quando ho aperto l'armadio non ho visto da nessuna parte il tuo nome- mi siedo accanto a lei e poi le guardo le cosce.

Indossa uno dei miei shorts da spiaggia verdi, stile tutto unico. Direi peculiare.

-Che hai da guardare- le faccio un sorriso e poi mi metto a ridere girando la testa per la sua innocenza divertente e goffa.
È dalla prima volta che ci siamo visti, che non l'ho mai vista con altri vestiti se non i miei.

-Niente...-

-Meglio così, mi fai sentire strana...- mi guarda con il broncio e riprende a mangiare le frittelle.

-Ne vuoi un po'?- mi chiede guardandomi con due occhioni dolci.
Anche questo mi fa impazzire?
Così banale e scontata?
Il fatto che si comporti così e che io lo sopporti dopo un certo senso di pazienza, è normale?
Sono stato con modelle perfette, alte e classiche, ma mai ho pensato che un tipo come lei potesse piacermi. O addirittura amare. Amare. No impossibile.
Darei di matto se qualcuno dovesse prendere la sua vita.
Diventerei una bestia pronta a divorare e a riprendere ciò che è suo. Lei è mia.

𝑀𝑎𝑓𝑖𝑎: 𝐹𝑖𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑙'𝐸𝑡𝑒𝑟𝑛𝑖𝑡𝑎̀Место, где живут истории. Откройте их для себя