CHANDLER
I ricchi si somigliano tutti, hanno la stessa spocchia e la stessa tristezza negli occhi. Sono vuoti, si muovono come dei fottuti automi e non fanno altro che indossare una maschera, io l'ho fatto per tutta la vita e quando ho deciso di smettere di farlo ecco che sono stato punito. Ho perso il mio posto nella squadra, sono stato espulso dalla Royal e mio padre non mi parla più.
Mi considera un reietto, ha perso la poca stima che aveva nei miei confronti e la cosa non fa che aumentare il mio desiderio di contraddirlo e farlo incazzare. Sono sempre stato una testa calda, uno che causava problemi a scuola e ovunque andasse, i miei genitori ne hanno avuto la conferma quando ho dato fuoco a un'auto il primo anno di liceo. Da lì ho fatto una serie di cazzate che mi hanno portato qui, alla Weston High.
Sono entrato nella squadra di football della scuola e sono riuscito a iscrivermi ai corsi che mi interessano, ma quello che mi indispettisce è l'inserimento in questo nuovo mondo. Non conosco nessuno e non sono nemmeno sicuro che me ne freghi qualcosa di fare amicizia con questa gente, sono degli automi esattamente come i miei amici di Atlanta e sono stanco di stare con questi ipocriti del cazzo.
Vivere da solo nel dormitorio della scuola è l'unica cosa positiva sotto questo punto di vista, meno vedo questi idioti e meglio sto. Mi asciugo i capelli con un telo pulito e lo lancio per terra, poi mi tolgo l'asciugamano dai fianchi e me lo strofino addosso prima di lasciarlo sul pavimento e infilarmi un paio di boxer. Prendo i vestiti dall'armadietto e arriccio le labbra in una smorfia quando sento Mitch fare commenti sul mio fisico.
Sono il più grosso della squadra, sono alto un metro e ottantasette e ho le spalle larghe. Non mi sono limitato a cogliere questo dono della natura, mi sono fatto il culo in palestra per avere questo fisico.
«Kayden non era così grosso».
Non ho mai visto questo tizio e già mi sta sulle palle. Sono alla Weston High da due settimane e i miei compagni di squadra non fanno che parlare di lui. Era il quarterback della squadra fino a quando il coach non l'ha messo in panchina lo scorso anno, pare che fosse una testa calda e che sia agli arresti domiciliari adesso.
«Parlate mai di qualcos'altro?» mugugno.
Mi infilo i jeans e una maglietta, non devo tornare a lezione e posso vestirmi come cazzo mi pare.
«Scherzi? Era una leggenda a scuola, peccato per quello che ha fatto».
«Secondo me ha fatto bene» interviene Josh, un tizio del terzo anno con i capelli rossicci.
Rimango in silenzio e mi sistemo i capelli con le dita, infilo i vestiti sporchi nel mio borsone e chiudo l'anta dell'armadietto. Ho sentito qualche storia su questo tizio, ma non so cos'ha fatto di preciso per finire in questa situazione.
«Cos'ha fatto?» chiedo.
Mason, il tight end, mi squadra con gli occhi castani e si morde il labbro mentre si mette il deodorante.
«Ha picchiato il suo migliore amico dopo che ha scoperto che ha molestato sessualmente la sua fidanzata. Kennedy dice che ha ricattato anche la sua ex, infatti dopo che lei l'ha denunciato per il reato di revenge porn sono uscite fuori altre ragazze che raccontavano la sua stessa storia».
Kennedy. A quel nome irrigidisco le spalle. È l'unica persona che conosco qui dentro e lui mi odia, senza contare che sto prendendo il posto di suo fratello in quello che è stato il suo regno per quattro anni. Scrollo le spalle e mi sistemo il borsone in spalla.
«Ha fatto bene» commento. «Nella mia squadra non sono ammessi molestatori, stupratori e coglioni che pensano di poter fare quello che vogliono con le donne. Se vi sento parlare di queste cose, vi faccio saltare le palle».
STAI LEGGENDO
Love, Kennedy
Teen FictionKennedy Lancaster è stato cresciuto per essere l'ombra di suo fratello Kayden, ha passato tutta la vita cercando di proteggerlo dai pericoli che non poteva cogliere a causa della sua malattia e cercando di essere invisibile agli occhi degli altri. A...