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CHANDLER

Kennedy mi attira tra le sue gambe e io poso la schiena contro il suo petto. Siamo tornati al dormitorio, ci siamo fatti una doccia e infilati dei vestiti puliti, poi abbiamo acceso il camino e ci siamo seduti sul pavimento a guardare il fuoco scoppiettare davanti a noi. 

Ancora non riesco a credere di essere qui con lui, le parole che ci siamo detti continuano a girarmi in testa e ogni volta il mio cuore si gonfia come un palloncino. 

Odio tutto quello che ho dovuto fare per tenere insieme la mia vita, ma non posso più vivere così. Non posso reprimere quello che sento per lui solo perché ho paura di mio padre, quell'uomo non merita nemmeno la mia paura. 

Alla luce di quello che ho scoperto, non merita niente e io farò di tutto perché perda tutto ciò che ha. Kennedy punta il mento sulla mia spalla e intreccia le dita sulla mia pancia, abbasso lo sguardo sulle sue mani e mi mordo le labbra. Per la prima volta dopo giorni, il mio cuore batte regolare e io sono calmo, come se la mia vita non fosse un casino.

«Perché mi hai allontanato?»

Tengo lo sguardo basso, oscilla tra il fuoco e le sue mani ferme su di me.

«Stare insieme a me ti porterà un sacco di problemi, Kennedy».

Non ha idea di quanto queste parole siano vere, la gogna di Eve è un gioco da bambini dell'asilo in confronto.

«In generale, ho capito che non essere eterosessuali in questo mondo è un problema» mormora. «Beh, non mi interessa. Abbiamo la mia famiglia, basterà per farci sentire al sicuro. Basterà per tutti e due».

Quando dice cose di questo genere, mi fa impazzire. È un delle persone più pure che io conosca e la cosa non mi irrita per niente, mi fa solo desiderare di scomparire dentro di lui.

«Kennedy...»

«Dimmi la verità, io non me ne vado».

Sento il mio battito accelerare. Non so come dirgli che suo fratello è stato riportato in carcere per colpa mia e che, quando mio padre scoprirà che ho violato il contratto, lo farà arrestare di nuovo. Adesso che ci penso a mente fredda, mi viene da vomitare. Kennedy mi da un pizzicotto e io sbatto le palpebre, torno alla realtà.

«Ho fatto di tutto per proteggerti da lui, credimi» inizio.

«Il tuo compito non è proteggermi, Chandler. Non puoi salvare tutti quanti, qualche volta devi essere il cattivo della storia e salvare te stesso».

Lo so, non ho fatto che cercare di salvare gli altri per tutta la vita, fallendo miseramente. Non ho salvato nessuno, nemmeno me stesso.

«Mio padre ha scoperto di noi, la foto di Eve ha ripreso a circolare su internet e lui ha mosso i suoi fili...»

«Che ha fatto?»

«Kayden. Il suo arresto non è stato un caso, non è stata colpa del laboratorio. Non c'è stato nessun errore».

Lo sento irrigidirsi, mi stringe così tanto che quasi mi toglie il fiato. Mi volto a guardarlo e i suoi occhi sono carichi di rabbia.

«Mi aveva proposto un contratto con il quale mi impegnavo a tenere segreta la relazione per tutta la durata di questa pagliacciata politica, a presenziare agli eventi della campagna e a...» esito. «Mettere incinta una donna».

Kennedy sussulta e io distolgo lo sguardo.

«Ma che diavolo...»

«Quando hanno arrestato Kayden, sono andato da lui e ho firmato. Stavo prendendo tempo, ma poi l'ha fatto arrestare e se l'è presa con la tua famiglia. Non era giusto, ho fatto quello che dovevo per far rilasciare tuo fratello. L'ha fatto rilasciare subito, ma le clausole erano cambiate. Niente più relazione segreta consentita, in cambio ha sbloccato il mio fondo fiduciario e ha fatto rilasciare tuo fratello. Adesso sono davvero milionario, per quel che vale».

Love, KennedyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora