Capitolo 39

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JACOB

La febbre è leggermente scesa, e con quella, anche tutta la voglia di ritornare a scuola. L' unica cosa a caricarmi sono gli allenamenti che mi aspettano per le prossime due settimane in preparazione della partita. L' adrenalina mi sale in corpo quando sento il rumore delle scarpe sul pavimento, la tensione della rete da pallavolo e soprattutto l'odore del pallone. Spero che questa disgraziata febbre se ne vada il prima possibile, anche se questi giorni passati a casa con Lydia, sono stati veramente fantastici. Quella ragazza è riuscita a farmi dimenticare i dolori dell'influenza e a farmi perdere la conizione del tempo. "Sarà vero che quando ci divertiamo il tempo passa più velocemente?" penso tra me e me, nel mentre che guardo le stelle dalla finestra della cucina.
Il mal di testa si era fatto sentire, avevo bisogno di un tè caldo per addormentarmi, ma non volevo svegliare Linda ed inoltre, i miei genitori sono ancora fuori per il lavoro, perciò mi sono arrangiato. La vista del cielo, da questa finestra è smozzafiato. Queste stelle e questa luna sembrerebbero parlarmi, riuscendo a liberarmi la mente. È incredibile pensare a quanto siamo piccoli rispetto all'universo. Le stelle viste da quaggiù sembrano briciole di pane, ma se ci avvicinassimo, osserveremmo la grandezza di esse. Un po' come le persone: a primo impatto un essere umano può sembrarci fragile e piccolo, ma spesso, conoscendolo ed avvicinandoci a lui, possiamo comprendere che grande cuore si nasconde dentro esso. Gli umani sono come le stelle, sembrano piccoli, ma dentro contengono un intero universo. La cosa bella ed affascinante? Che ognuno di noi ha un piccolo grande universo unico, diverso da tutti gli altri.
A primo impatto, posso sembrare una stella molto brillante, sicura di sé, e che non perde occasione per parlare soltanto di sé stesso. Ma molte persone non sanno, che dentro questa stella si nasconde un piccolo bambino che ha passato anni della sua intera vita a poter parlare con i propri familiari solo se doveva raccontare un successo. I problemi, gli ostacoli, le ansie, le paure e le preoccupazioni erano poco importanti, i genitori li consideravano come sporcizia. Una vera e propria sporcizia che poteva sporcare la vittoria. Perciò non ci facevano caso, oppure la facevano pulire a qualcun altro. E poiché il fato a volte è un bastardo, quel "qualcun altro" era proprio quel bambino, nonché io.
Mi perdo nei miei pensieri e nelle mie emozioni. Non facendo più caso a ciò che mi circonda. Semplicemente osservo: una casa illuminata, un lampione acceso, un albero illuminato dalla luce della luna ed un macchina che ha appena parcheggiato. Guardo meglio, mi accorgo che l'auto è di Lydia. "Chissà dove sarà andata..." penso con un pizzico di curiosità.
La osservo scendere dalla macchina, con quella gonna svolazzante, le sneacker bianche, la canottiera bianca e i boccoli biondi. Non so come sia possibile essere così belle anche di schiena. Lydia si gira, è al buio, ma quando passa sotto il lampione, riesco ad osservare il suo volto lucido. Stava piangendo.
Senza pensare al fatto che sono in pigiama, che è quasi mezzanotte, e che probabilmente sembrerei un maniaco... Esco di casa in direzione di Lydia.

LYDIA

Ancora ho addosso l'angoscia di aver salutato Charlie. Vorrei che tutto questo non fosse mai accaduto. Prima riuscivo a far star bene Juliette solo insieme a Charlie, ora non so più se ne sarò capace. Siamo un trio difficile da comprendere. Ognuno di noi ha vissuto e vive situazioni molto disagianti o tragiche, e spesso, risulta difficile sollevare di morale l'altro quando non si ha la forza di rialzare nemmeno se stessi. Durante il tragitto, le ultime lacrime della serata mi hanno lasciato, scappando dai miei occhi.
Adesso, l'ultimo ostacolo è quello di sembrare impassibile agli occhi di mia madre, in modo tale da non dover rivolgere ulteriori frasi dopo "Charlie oggi è partito in vacanza. Sarà via per un po' di tempo. Buonanotte."
Salgo gli scalini di casa, nel mentre che mi asciugo le guance.

"LYDIA ASPETTA!" Mi urla Jacob, che al momento si trova davanti al portone di casa mia, in pigiama, con i capelli disfatti.

"Jacob che ci fai qui?! Hai la febbre ed il raffreddore! Torna subito a casa al caldo!"

"Non posso."

"Ma che cosa stai dicendo? Certo che puoi."

"No, se non mi dici perché hai pianto... È successo qualcosa?"

Rimango stupefatta dalla domanda di Jacob. Penso che nessuno sarebbe corso di casa per me, solo per sapere come sto.

"Non è successo nulla Jacob, puoi ritornare a casa tranquillo. Non preoccuparti per me, davvero."

"Invece si Lydia. Sei stata giorni interi con me ad aiutarmi a stare meglio. Permettimi almeno di ricambiare il favore..." mi implora Jacob, con occhi speranzosi che attendono la mia risposta.

"Va bene... Charlie è partito, a causa di un problema familiare, ed io sono triste di non poterlo vedere più per circa otto mesi. Tutto qua..."

"Mi dispiace... Non mi aspettavo questo suo trasferimento. Posso fare qualcosa?"

"No, non puoi fare nulla in realtà. Mi passerà, con tanta pazienza e sangue freddo. Riuscirò a sopravvivere."

"Va bene, se hai bisogno di qualcosa, chiamami."

"Certo, grazie Jacob." Sono appena salita sull'ultimo scalino, sto per aprire la porta. Quando Jacob mi interrompe.

"Ti va se, per liberare la mente, facessimo una passeggiata per il quartiere? Certo, se non ti va non è un problema, puoi andare a dormire. Solo che oggi, il clima è fantastico, le stelle sono luminose e non penso bisogna sprecarle. Meriterebbero di essere guardate da piu prospettive."

Non mi muovo, per almeno qualche secondo, poiche sto realizzando la richiesta di Jacob. "Poteva esserci imbarazzo nella sua domanda? Mi sta chiedendo di passare del tempo con lui gratuitamente?" penso.
Scendo uno scalino, rimanendo sempre più alta di Jacob.

"Vuoi passare del tempo con me, signor Jacob?" Domando con sguardo ammiccante.

"Sarebbe illegale passare del tempo con un'amica?"

"Penso di no."

"Allora 'questa amica' sarebbe disposta ad accettare la mia richiesta, poiché lei stessa è un po' giù di morale?"

"Sarebbe illegale se rispondesse 'Si, certo' ?"

"Assolutamente no."

"Allora la tua amica accetta la richiesta, e ti ringrazia di cuore."

Un amico immaginarioWhere stories live. Discover now