Capitolo 51

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SARAH

La noia prende possesso di me. E qual'è il rimedio migliore alla noia? Rompere le scatole al proprio fratello maggiore. Soprattutto quando questo ha una moto e può portarti ovunque.
Scendo dal letto, attraverso il corridoi e faccio un po di mente locale su dove io mi trovi. Questa casa è più grande della "Casa bianca" siamo sicuri che dietro la mamma di Charlie, non si nasconda Trump in persona?
Svolto a destra, vado dritto, due volte a sinistra e... Rieccomi davanti a camera mia.
Frustrata cambio tragitto, che questa volta mi porta davanti alla sala da pranzo.

"Cazzo ma abitiamo in un labirinto!"

"Signorinella! Il linguaggio!"

"Oh eh... Scusami..." rispondo, alla mamma di Charlie. Nonché anche mia madre.

"Sai dove si trova la stanza di Charlie?"

"Certo che si, vai dritto, gira a destra, ultima porta a sinistra."

"Grazie!"

Proseguo saltellando, pensando già a dove potremmo andare io e Charlie. Potremmo visitare la Tour Eiffel, il Louvre, e tantissimi altri posti.
Busso, pimpante di gioia.

"Fratellone adorato? Posso entrare?"
Non sento alcuna risposta.

"Charlie? Sei lì dentro?"

Al quinto richiamo, decido di fregarmene completamente, entrando in camera di Charlie.
Tutta la stanza è buia, e puzza di chiuso. Vedo una sagoma sdraiata sul fianco, nel letto, che mi da le spalle.

"Cazzo puoi rispondermi?"

"Sarah...Per favore esci..."

"Come sarebbe a dire 'esci"?! Perché non mi rispondevi prima!?"

"Sarah, porca troia. Ho detto esci!"
Charlie si è girato completamente verso di me, alzandosi e mettendosi di fronte al mio sguardo. Non ho mai visto occhi tanto distrutti. Non vedevo questo sguardo, da quando Juliette ha tentato il suicidio.

"Charlie...Che..Che cosa ti prende?"

"Guarda tu stessa."

Si siede sul letto, lasciandomi spazio per fare lo stesso. Accende il PC, ed una volta acceso, capisco la sua sofferenza: problemi di cuore.

"Non ci credo..." rispondo.

"Invece credici. Perché questa è la vera realtà...Avevi ragione quando dicevi che ero un idiota! Dovevo dichiararmi prima! Magari se l'avessi fatto, adesso quello nella foto sarei io..."

"Oh Charlie avanti! Ma ti sei sentito quando parli?"

"Che cosa vorresti dire?" Mi domanda con voce vibrante, come se stesse trattenendo un iceberg con le sole corde vocali.

"Charlie cavolo! Ero lì quando vi siete salutati! Ero lì quando cantavate "I promise" solo voi due! Ero lì ad ogni vostra serata! E fidati cazzo! Voi due siete innamorati!"

"Sarah lei non mi ama. Smettila di dire il contrario."

"Charlie lei ti ama eccome! Non vorrai che questa stupida foto ti inganni!?" Urlo, con fin troppa rabbia repressa in corpo. Non pensavo di raggiungere certi livelli vocali.

"Esci da qui." Risponde Charlie.

"Come?"

"Esci, evidentemente non capisci nulla di tutto questo. Esci per favore."

Mi alzo di scatto, e con passo pesante avanzo verso la porta, sbattendola forte. Voglio capire meglio di questa situazione, poiché non mi basta una stupida foto per cancellare anni e anni di sentimenti e ricordi.

LYDIA

Una volta vestita, profumata ed asciugata. Mi resta solo una cosa da fare: stare sdraiata nel letto nel mentre che il sonno mi soffoca.
Sembra decisamente il programma giusto per sta sera.
Prendo la cuffie ed il cellulare, ma un rumore mi distrae. Quasi disturbandomi. Mi giro per cercare meglio la fonte di questo rumore: la finestra. Dei sassolini stanno venendo lanciati sulla mia finestra.
Batto una mano su di essa, in modo tale da far comprendere a chiunque mi stia lanciando dei sassi, che forse dovrebbe smetterla, almeno che non voglia ferirmi. Una volta che mi accorgo che il "lancio dei sassi" è stato ufficialmente interrotto, apro la finestra affacciandomi. A volte mi chiedo come faccia il destino ad essere tanto stronzo, poiché sotto alla mia finestra ritrovo un biondino palestrato con gli occhi marroni: Jacob.

"Dimmi un po' per caso volevi sfondare la mia finestra?" Come sempre, il sarcasmo rimane l'arma migliore per nascondere la sofferenza che convive dentro me.

"Raperonzolo, mi avevi detto che avresti fatto il tifo per me. Perciò sali in macchina? Me l'avevi promesso."

"Lydia, devi rimanerci amica anche se non vuoi. E gli amici mantengono le promesse. Sempre." Mi ricorda la mia saggia e sadica coscienza.

"Mmh dovrei truccarmi, ti farei fare tardi. Sarà per una prossima volta."

"Non serve truccarsi! Sei bellissima anche così. Poi nessuno lo noterà. "

"...sei bellissima anche così..." il mio cuore si stava azzardando a sciogliersi di nuovo, ma per fortuna sono intervenuta io, ricordandogli che tutte queste, sono solo e soltanto parole. Lui vede bellissima Juliette, non me.

"Dai per piacere! Vieni con me. Ho anche finito i sassolini da lanciarti!"

"Va bene! Va bene! Scendo."

"Ma cosa cazzo sto facendo?" Penso.

"Una scelta terribile." Risponde la mia razionalità. Ora ho tradito anche lei.

Un amico immaginarioWhere stories live. Discover now