𝐝𝐢𝐞𝐜𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐝𝐨𝐩𝐨...

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capitolo extra
io e tom ormai eravamo diventati "adulti". avevamo entrambi ventisei anni, ma comunque continuavamo a divertirci.
ci eravamo addirittura sposati! ma la notizia più bella era che da poco era nato un mini tom.
si chiamava dylan e noi la adoravamo. beh, in realtà tutti lo amavano, soprattutto bill.
praticamente bill era il suo babysitter e stava sempre con lui.
eravamo tutti in sala prove, e dylan era in braccio a tom
«bello sei, ma ora devo suonare» disse tom, posandolo per terra.
«coglione, non lasciarlo per terra!» urlò bill, correndo a prenderlo.
«dove cazzo lo lascio?» sbraitò tom.
«ma dagli i suoi giochini» lo rimproverò.
io scoppiai a ridere e dissi a bill di passarmi il bimbo.
«piccolino, sentiamo insieme tuo papà suonare?» dissi, accarezzandolo lievemente.
dylan fece un urletto felice, era troppo dolce.
quando gli strumenti iniziarono e la voce di bill cantava, dylan li guardava con degli occhioni bellissimi.
sembrava curioso, e non faceva nemmeno urli. li ascoltava in silenzio.
«quanto sei bello!» disse bill, fermandosi per abbracciarlo.
«scimmia, ami più tu mio figlio di me» scherzò tom, accordando la chitarra.
«sei un pessimo genitore» disse gustav.
«concordo.» rispose georg.
«sono bravissimo, cosa insinuate?» si lamentò tom, andando ad abbracciare dylan.
ma appena si avvicinò, il bimbo iniziò a piangere disperato.
«che cazzo?! mio figlio mi odia?» urlò tom triste.
«non sei delicato. ti sei buttato su di lui! non ha nemmeno un anno!» lo sgridò bill.
«mi state offendendo» sbraitò tom, che ci era rimasto male.
tutti però ridevano. beh sì, tutti tranne dylan, ma appena tom tornò nella sua postazione, il bimbo sembrava essersi calmato.
«neanche il mio cristallo mi difende più?!» continuò oltraggiato.
«amore, sei un bravo genitore. devi essere solo più cauto, finché è piccolo» dissi tranquilla.
«allora gli suono qualcosa» gli venne quest'idea, che sinceramente approvai.
«sì, così lo uccidi direttamente?» scherzò georg.
«sentite, andate a fanculo» disse offeso, per poi prendermi dylan dalle braccia.
«non piangere, capito?» disse a bassa voce, così che non si spaventasse.
poi lo mise vicino a lui, e si sedette con la chitarra in mano.
«guarda e impara» disse fiero, iniziando poi a suonare.
dylan era al settimo cielo. iniziò a sorridere, lanciare urli eccitati e ad applaudire con le sue minuscole manine.
«vedete? mi ama» disse, alzando gli occhi al cielo.
scoppiammo a ridere e io andai da loro.
«cristallo, anche se non sono bravissimo, con la music-» non lo feci finire e lo baciai.
«va bene anche così» disse lui, sorridendomi.
«scemi, venite qua!» urlò bill.
andammo verso di lui, lasciando dylan giocherellare con la chitarra elettrica di tom.
«reperti» scherzò gustav, mostrandoci un pila di fotografie.
le guardai e tornai nel passato. ogni foto che avevamo fatto durante la nostra adolescenza.
«guardate questa! tom il coglione che cade con i pattini» scherzò, e io mi ricordai di quella volta a new york.
«e questa? chi è quella ragazza dietro?» chiese georg.
erano passati anni, ma rivedere maria in quelle foto mi fece rimanere male.
bill rimase in silenzio, e gli altri anche.
«era la mia migliore amica, maria» mormorai.
tutti quanti se la ricordarono e mi chiesero come stava, escluso bill.
«diciamo che sta bene, ma non ha ancora trovato la sua persona» continuai delusa.
io e lei avevamo perso molto i rapporti, ma mi sarebbe piaciuto rivederla.
«da quello che so si è trasferita qui vicino» dissi, ricordandomi di quella foto che postò su instagram qualche mese fa.
«a me stava simpatica.» rispose gustav, facendo spallucce.
«dovremo andare da lei, sapete?» provai a dare un'idea.
bill non rispose, ma non disse nulla contro.
«cazzo! dylan!» urlò tom ad un tratto.
nostro figlio stava ciucciando la chitarra.
«che merda» continuò lui, spostandolo.
si piegò per controllare il suo gioiellino, che era pieno di bava.
tutti risero, e georg andò a prendere dei fazzoletti.
«questa si suona. non si mangia. chiaro, bambino?» lo sgridò tom, anche se dylan non capiva nulla.

qualche giorno dopo...
io avevo deciso di riscrivere a maria, che aveva risposto.
maria: "ciao bella, mi manchi anche te..."
io: "potremo vederci, ho tante notizie da darti!"
mi rispose, mandandomi il suo indirizzo e io dissi che avrei portato anche degli amici.
ci presentammo da lei, e appena mi vide mi abbracciò.
mi mancava veramente tanto. ancora mi chiedevo come mai non fossi andata da lei prima. eravamo praticamente cresciute insieme.
quando maria vide bill, alzò le sopracciglia, quasi stupita.
la salutammo tutti ed entrammo a casa sua.
era piccola, ma confortevole. in fondo era da sola.
ci raccontò tantissime cose e io le presentai dylan.
appena lo vide scoppiò di gioia.
«quanto è bello?!» disse e io glielo passai, così che potesse passarci un po' di tempo.
maria e bill avevano di nuovo iniziato a parlarsi, ma sembravano innamorati. dopo così tanti anni, la scintilla tra loro due non si era mai spenta.
io e tom ci mettemmo d'accordo di lasciarli soli, quindi ci alzammo dal divano, creando una scusa.
tom fece un segno anche a georg e gustav.
«coglioni, alzatevi» disse con il labiale, peccato che non si capiva.
«io e georg andiamo a fumare fuori...» inventò gustav, alzandosi di fretta.
uscimmo di casa e aspettammo circa venti minuti.
«ma li avete visti? si scopavano con lo sguardo» scherzò tom, battendo le mani.
«sono perfetti insieme!» dissi io contenta.
«anche noi due, cristallo» disse tom, per poi baciarmi.
«pure gustav si è trovato la tipa, io rimarrò da solo» disse georg malinconico.
«secondo me possiamo rientrare...» disse tom serio.
la scena era inaspettata. si stavano limonando, mentre dylan li guardava incuriosito.
scoppiammo a ridere e loro due si staccarono subito.
«maria e la scimmia: il ritorno!» urlò tom.
eravamo tutti contentissimi, anche se non ci erano voluti nemmeno venti minuti che quei due si amassero di nuovo.
bill disse che sarebbe rimasto da maria a dormire, quindi tutti noi tornammo a casa.
dylan si era addormentato sul passeggino, quindi lo cambiai per poi metterlo a dormire sul suo lettino.
«sei un genitore inutile» sgridai tom dopo aver sistemato dylan. era seduto in cucina a farsi un filtro per la sigaretta.
«senti, ho ventisei anni. devo ancora vivere» si difese lui.
io sbuffai, sedendomi di fianco a lui.
«però potresti divertirti anche te stanotte, cristallo» mi sussurrò tom, per poi ridere.
alzai gli occhi al cielo, ma comunque andammo in camera.
fu una serata... stupenda, in tutti i sensi. ma ora che tom era diventato parte della mia vita, non c'era un giorno in cui non stavo bene.

spazio autrice
lo volevate il capitolo extra con un mini tom? <33 ECCO A VOI HAHAHAH. ma ora chiudiamo con cristallo e tom, e concentriamoci con amber e tom ;)
ma ne vogliamo parlare della parte in cui tutti bullizzano tom perché non sa fare il padre? stavo morendo dal ridere mentre la scrivevo giuro HAHHA
comunque grazie di nuovo per tutto e andate tutti a leggere la mia seconda storia💞💞! si chiama "incasinati - tom kaulitz" e la trovate sul mio profilo❤️💗

tutto per te - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora