17. Le corde dell'arpa

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accenno nsfw !!

"Non hai mai messo del vero alcool in questi margarita, vero?" chiese Satoru, la sua cannuccia faceva un rumore odioso mentre finiva il suo terzo. "E perché me ne rendo conto solo ora?"

Suguru scosse la testa, soffocando le risate. "Sei incredibilmente impercettibile"

Satoru sbuffò attraverso il suo sorriso. "E tu sei maleducato"

"Questa è nuova"

"Nuova cosa?"

"Una nuova parola con cui non mi hai mai chiamato prima"

Il sorriso di Satoru si allargò, facendogli socchiudere gli occhi. "Tieni traccia dei nomi con cui ti chiamo?"

Satoru non lo sapeva, Suguru teneva traccia di ogni parola che usciva dalla sua bocca. "No", mentì, appoggiandosi al bancone sui gomiti. "Certo che no"

"Non sono mai stato meno convinto di niente in vita mia", disse Satoru, guardandolo male.

Suguru alzò gli occhi al cielo, incapace di reprimere il suo sorriso. "Sugu è ancora il mio nomignolo preferito"

"Sapevo che segretamente ti piaceva"

"Immagino di non essere stato molto riservato, allora"

Satoru annuì. "I tuoi rossori ti tradiscono sempre, Sugu" disse, sorridendo. "Proprio come adesso"

"Non sto arrossendo" mentì Suguru per la seconda volta quella sera. L'inganno fallito lo fece solo arrossire ancora di più, il rossore sfrigolava sulle sue guance.

"Vorrei avere uno specchio per fartelo vedere" disse, appoggiando i gomiti sul bancone. "È molto ovvio"

Suguru rise, occupandosi di faccende banali intorno al bar.

Nonostante l'imbarazzo della sera prima, Suguru si sentiva a suo agio con Satoru, soprattutto perché sembrava sé stesso. Faceva battute poco divertenti nei momenti difficili, inalava le sue caramelle alla fragola e, la cosa che a Suguru era mancata di più, rideva. Suguru si rese conto che nient'altro poteva creare quella particolare sfumatura di azzurro nella sua mente, e fu sollevato nel sentirla di nuovo.

Ad ogni modo, era grato di riavere Satoru al cinema. Erano passati mesi dall'ultima volta che avevano passato un venerdì sera insieme lì, Suguru al lavoro e Satoru che si rilassava. Sembrava naturale, come se fossero stati creati per questa routine.

"Suguru?" chiese Satoru, agitando una mano davanti al suo viso. "Stai fissando il nulla"

Sbatté le palpebre. "Scusa. Stavo solo pensando a quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo visti così, sai? Al cinema e tutto il resto"

Il viso di Satoru si piegò leggermente. "È colpa mia, vero?" chiese.

"Non è colpa di nessuno" assicurò Suguru, stuzzicandosi le unghie. Un dolce silenzio cadde su di loro, coperto dal peso di cose che dovevano ancora essere menzionate.

Satoru si mise in bocca una caramella alla fragola e la passò da una guancia all'altra. "Posso chiederti una cosa?" disse, giocando con il limone sul suo bicchiere di margarita vuoto. "Puoi anche dire di no"

(WHEN FACING) THE THINGS WE TURN AWAY FROM ─ stsgWhere stories live. Discover now