PRIMI SEGNI DI MIGLIORAMENTO

502 13 34
                                    

NICCOLÒ POV

23 DICEMBRE 2023

È passata quasi una settimana da quando Ele è tornata a casa ma la situazione non cambia. Non ha ancora detto una parola ne a me ne a nessun altro. Giulia viene tutti i giorni a medicarla e ha provato a parlarle ma niente da fare..l'unica cosa che fa è muovere la testa per farsi capire e poi si rifugia nella musica..infila le cuffiette nelle orecchie e va avanti ore. So che sta ascoltando le canzoni dedicate a lei, riesco a sentirle e a percepirlo dalle emozioni ed espressioni che si vedono sul suo volto. In questo momento si trova sul divano e sta accarezzando Piercarlino che adora essere coccolato. Io e i ragazzi la osserviamo dalla cucina, ci sentiamo impotenti, non sappiamo come comportarci con lei.

"A Nì ma che fa così da tutta settimana?" chiede Gianmarco. Sospiro e annuisco.

"A sta co lei te hanno tagliato la lingua?" interviene Tiziano facendomi scappare una piccola risata.

"Regà nun so che fa, ho provato de tutto..a farle ascoltà a musica senza cuffiette, le ho proposto de uscì co me e annà al parco pe cambià aria, a guardà la serie tv sua preferita. Niente da fà. Nun se move da li se nun pe annà ar bagno" scuoto la testa sconsolato. 

"Io non so come dirlo però forse ha bisogno di un aiuto esterno, magari dovrebbe andare da uno psicologo per elaborare davvero quello che è successo in Yemen." è stata Giulia a parlare supportata dalle altre ragazze.

"Ne abbiamo parlato tra noi l'altra sera insieme ai suoi genitori e anche secondo loro è una buona idea" aggiunge Maria.

"Nun è pazza regà, solo scossa" cerca di difenderla Adriano.

"Lo sappiamo ma non vanno mica i pazzi dallo psicologo, è solo per parlare" chiarisce subito Priscilla.

"Ma se nun parla che ce va a fa?" sono confuso, manco dice ciao la mattina, che dovrebbe raccontare a quello?!

"Magari con noi non si sente a suo agio perché pensa che la giudichiamo, a volte un aiuto esterno è più utile almeno all'inizio" dice Giulia "quando le cambio le bende è come se non fosse presente, non è lì con me, non guarda, non controlla come vanno le ferite, e vi assicuro che per un medico è difficile non controllarsi da solo..ci fidiamo solo di noi stessi..sta cercando di negare a se stessa quello che c'è stato e non va bene" continua poi.

"E come ce la portiamo? Non accettarà mai, sapete quanto è testarda a volte" dico subito io.

"Finite le feste deve andare a far controllare la gamba e il braccio in ospedale per vedere se stanno guardando nel modo giusto o no. Sarà già lì e posso parlare con un collega che segue questi casi. Conosce bene Ele e sarà più che contento di aiutarla." 

"Va bene regà, famo così ma se nun vole io la riporto a casa subito..sia chiaro..nun vojo farje fà cose dove nun se sente a suo agio..ne ha passate troppe" forse sono troppo apprensivo ma non permetterò mai di farle passare altro dolore inutile. 

Sentiamo un rumore provenire dal salotto, ci eravamo distratti un attimo. Appena vedo la scena accorro subito, è caduta dal divano e ora sta piangendo. 

"Amore, che succede?! Perché nun me hai chiamato?!" Si aggrappa forte a me, non ha intenzione di lasciarmi andare. La mia maglia ormai è umida delle sue lacrime ma poco mi importa. Voglio solo che lei stia bene. La alzo e l'appoggio nuovamente sul divano. Appoggia la testa nell' incavo del mio collo e io giro lo sguardo verso i nostri amici. Sono molto preoccupati. 

"Ele, posso controllare se ti sei fatta male per favore?" è stata Giulia a parlare ma lei rifiuta scuotendo velocemente la testa.

"Te prego amò, fallo pe me..mi sentirei più tranquillo se ti visitasse" le sussurro io all'orecchio. Alza gli occhi su di me e dopo poco annuisce impercettibilmente. Faccio cenno a Giulia di procedere.

QUEL FILO CHE CI UNISCE - ULTIMO (Niccolò Moriconi)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora