CONFUSIONE

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ELEONORA POV

17 NOVEMBRE 2025

"Ahi" esclamo io mentre porto il dito alla bocca. Ho picchiato contro lo spigolo del comodino, ultimamente sono un po' maldestra ma non riesco più ad avere equilibrio con questa pancia enorme.

"Amò che succede?" lo vedo arrivare di tutta fretta con il sudore in fronte e il respiro affannato. Nella mano destra noto la borsa del parto che abbiamo preparato qualche settimana fa. Scoppio a ridere, quanto è scemo.

"Dovemo annà all'ospedale vè? Che devo fà? Chiamà l'ambulanza?"

"Calmate Nicco, me so solo fatta male ar dito, nun sta a nasce proprio nessuno..mo rilassate e posa quella cosa, è ancora presto..manca 'n mese" vedo che emette un sospiro di sollievo e subito prende il cellulare dalla tasca dei jeans componendo un numero. Lo guardo stranita, che sta facendo?!

"A mà, era 'n falso allarme..tutt'apposto tranquilla, poi torna 'n casa" non ci posso credere..aveva già avvisato tutti. Vado verso di lui strappandogli il telefono dalle mani fulminandolo con lo sguardo.

"Anna, nun lo devi manco ascolta tu fijo..se fa prende dar panico pe niente. Te o dico io quann'è il momento anche perchè nun so nemmeno se Niccolò capirà quarcosa in quel momento" ridacchia divertita e sento dei commenti esilaranti da parte dei fratelli del mio ragazzo.

"Ma che stai a dì amò?! Sarò perfettamente 'n grado de capì" non ci crede nemmeno lui in realtà.

"A Nì, già te vedo svenì in sala parto..corromperò qualche infermiere pe fatte il video"

"A Lorè sei no stronzo, nun me succederà proprio niente..e fidateve na volta tanto daje" iniziamo tutti a prendere in giro il moro che fa il finto offeso. Mi avvicino per dargli un bacio cercando di fargli capire che lo amo così com'è, pure con la sua bastarda ipocondria.

"Mo dovemo annà, ce sta il compleanno de Cassiolì stasera..se vedemo nei prossimi giorni" salutiamo così la sua famiglia che, dopo avermi fatto tutte le raccomandazioni intimandomi ad avvertirli nel caso ci sia anche un solo piccolo cambiamento, chiudono la chiamata.

"Ma te pare il caso de chiamà tutti senza prima controllà se è davvero quello..nun me dì che l'avevi già detto pure agli amici nostri" abbassa lo sguardo colpevole mentre io sospiro esasperata, è impossibile. Esco dalla stanza e metto il cappotto seguita da lui che cerca in tutti i modi di farmi capire il suo punto di vista. Non lo sto nemmeno ascoltando in realtà, al momento mi irrita.

Il viaggio verso casa di Adriano e Federica prosegue in un silenzio stampa, ogni tanto lui cerca di parlare ma lo blocco sempre intimandogli di stare zitto, mi fa anche male la testa ma meglio non farglielo sapere. Appena trova parcheggio esco di fretta dall'auto, so che sto avendo una reazione esagerata ma non posso farci nulla. Tra gli ormoni impazziti e la stanchezza accumulata finisco sempre per prendermela con lui anche se so che le sue intenzioni sono buone.

Trovo il portone aperto e mi dirigo subito verso il loro appartamento che, fortunatamente, si trova al piano terra. Quando entro in casa ci sono già tutti, li saluto calorosamente e vado dritta verso Federica.

"Bella che sei" le dico io dandole un bacio sulla guancia e ammirando la sua pancia che ora è più evidente. Mi sorride mettendo subito una mano sul pancione e una delle due piccole inizia a scalciare. Faccio una smorfia di dolore.

"Te fanno male vè?" annuisco.

"Nun poi capì, ste due qua m'hanno preso pe 'n sacco da boxe, quando finisce una inizia l'altra. Le costole mie chiedono pietà" ci spostiamo insieme verso la cucina, la cena è servita. Abbiamo optato per una semplice pizza, l'importante è stare in compagnia.

QUEL FILO CHE CI UNISCE - ULTIMO (Niccolò Moriconi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora