ERRORI

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NICCOLO' POV

La osservo mentre apre la bocca cercando di spiegare quello che ha appena detto Giulia. Solo che non esce nulla. Si tortura le mani e continua a spostare gli occhi verso le ragazze che non sanno più dove guardare.

"Possiamo almeno andare in un luogo più appartato?" chiede lei in un sussurro, i ragazzi ci fanno un segno facendoci capire che ci lasceranno soli ma Ele li ferma. Vuole che ci siano anche loro.

Saliamo in auto e ci dirigiamo al parcheggio in un silenzio tombale, per fortuna con noi ci sono anche Adriano e Federica. Dallo specchietto retrovisore noto che ha lo sguardo perso nel vuoto, cerca di regolarizzare il respiro e tiene la mano dell'amica che cerca di darle un po' di conforto.

Non so cosa pensare di questa situazione, è successo di tutto nel giro di pochissimo tempo. La mia mente è sovraccarica di eventi e non riesco ad elaborarne nemmeno mezzo. Prima Giada poi la frase di Giulia. Che cazzo è successo a Barcellona?! Senza accorgercene arriviamo nel nostro luogo di ritrovo. Se solo potesse parlare chissà quante ne racconterebbe su di noi, quei ragazzi che sono cresciuti qui con un pallone e poi con delle birre a ridere e scherzare. E' sempre qui che facevo sentire le canzoni che scrivevo ai miserabili e dove la storia mia e di Ele è cresciuta piano piano. Ricordo ancora i mille sguardi rubati tra di noi nelle calde sere d'estate quando l'unica cosa che ci faceva stare bene era stare in compagnia. 

Sbatto le palpebre e noto che sono tutti riuniti attorno a Ele, scendo anche io e mi avvicino. Nessuno dei due accenna a fare un passo verso l'altra o a guardarsi negli occhi. Come siamo passati ad essere felici e spensierati a questo?!

"Ascolta Niccolò, è inutile che ci giriamo intorno..cosa vuoi sapere esattamente?" chiede lei incrociando le braccia al petto. Incrocio lo sguardo di Adriano che mi trasmette un po' di coraggio per affrontarla e poi mi rivolgo a lei.

"Cosa è successo a Barcellona?" il mio tono è neutro, senza emozioni. Voglio solo sapere.

"Innanzitutto ti chiedo di non prendertela con le ragazze ma solo con me se devi avere una reazione esagerata. E' stata una mia scelta quella di non farti sapere nulla anche se loro non erano d'accordo all'inizio" esordisce così, mi porto le dita alle tempie e inizio a massaggiarle per alleviare il mal di testa che mi è venuto. Questa sera ho esagerato con l'alcool.

"Arriva al punto" rispondo io con gli occhi ancora chiusi. Se non la guardo riesco a concentrarmi meglio sulle sue parole.

"Il giorno in cui arrivammo, dopo qualche ora che eravamo in giro, non mi sono sentita bene. Eravamo vicinissime all'hotel fin quando non ho visto tutto nero. Mi sono ritrovata in un letto d'ospedale, ero semplicemente svenuta per il troppo caldo. In realtà non è stato niente di grave" apro di scatto gli occhi. La rabbia che sto provando in questo momento mi offusca completamente la mente.

"CAZZO" urlo facendo sobbalzare tutti quanti. Cocco si avvicina a me intimandomi di restare calmo notando Ele già in lacrime. Non riesco nemmeno a consolarla in questo momento. 

"Come faccio a stare calmo?! Me o dite voi?! Io ero in tour e nun ne sapevo niente. Nun posso nemmeno fidamme de te cazzo, nun eri sola cazzo Ele. La voi capì che sei 'ncinta o no?! Nun poi più fa tutto quello che facevi prima, ce stanno e fije mie li dentro" le parole escono a fiumi, non so nemmeno cosa le sto dicendo realmente.

"Sono anche le mie bambine, nun sono na sprovveduta..poteva succede pure se nun ero incinta. Nì la voi capì che me sento soffocà?! Nun ce a faccio più a continuà così, te me pressi ogni signolo minuto di ogni singolo giorno cazzo! L'unico momento in cui riesco a respirà è quanno so a lavoro. Te pare normale tornà a casa e trovamme te che nun me lasci nemmeno caricà a lavastoviglie perchè secondo le tue teorie del cazzo potrebbe fare del male alle piccole?! Niccolò cresci e guarda 'n faccia a realtà. Nun me poi tene sotto na campana de vetro" mi sputa tutto questo ad un centimetro dal mio viso. Vedo le vene del suo collo pulsare per lo sforzo. Deglutisco, solo ora mi ricordo che ci sono anche tutti i nostri amici. Mi giro e li trovo con la bocca spalancata e gli sguardi increduli.

QUEL FILO CHE CI UNISCE - ULTIMO (Niccolò Moriconi)Where stories live. Discover now