Capitolo 4

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Slivio

Ha questi grandi occhi da fata color nocciola. L'innocenza. Ne aveva ancora, ma sono rimasto spiazzato perché non si è minimamente spaventata quando ho ucciso Geo nel club. Non avrebbe dovuto metterle le mani addosso.

Interrompendo i miei pensieri, sento tre dolci colpi contro la porta della mia camera da letto. "S-Slivio posso entrare?" Lei balbetta, io mi alzo e apro. La guardo dall'alto in basso e vedo le lacrime nei suoi occhi.

"Ho paura dei temporali. Posso dormire qui?" Inizia a dondolare avanti e indietro sui piedi. Annuisco con la testa e apro la porta affinché lei entri.

Ha paura dei temporali e trova conforto in me. Forse perché sono la cosa più vicina al conforto che ha adesso, nessuno trova conforto in me. Se qualcuno lo fa, potrei consigliargli vivamente di vedere un terapeuta.

Guardare Leah è come guardare un bambino piccolo in un negozio di caramelle. I suoi occhi si sono illuminati di gioia quando le ho detto che poteva dormire con me.

"Slivio" sussurra. Alzo un sopracciglio aspettando che lei continui. "Perché hai ucciso quel tizio al club?" Oh. "Geo era un pervertito e non un buon uomo d'affari" dico parzialmente la verità.

Davvero non lo definirei un uomo d'affari, Geo ha cercato di rubarmi tre milioni di dollari e ha pensato che non l'avrei scoperto. Non era il più intelligente, e ora ho la mafia americana alle calcagna.

I suoi occhi si ammorbidiscono: "Non era un brav'uomo, vero?" Scuoto la testa in negazione, nemmeno io lo sono però. Non sono sicuro che lei lo sappia. Non sono molto diverso da lui, Geo ha ucciso delle persone ed anche io. Non sono un pervertito come Geo però.

Le prendo la mano e la conduco al mio letto. "No, non voglio ancora dormire." Mi dice fermandomi prima che possiamo sederci.

Si alza e inizia a ballare. "Cosa stai facendo?" Le chiedo, ma invece di rispondere mi prende la mano e mi gira intorno. Ridacchia prima di mettersi in mezzo alla stanza. "Hai dei vestiti che posso prendere in prestito?" Annuisco con la testa.

Le prendo una felpa e dei pantaloncini da basket. Sono sdraiato a letto aspettando che lei esca dal bagno. Esce fuori mentre un leggero rossore le contorna il naso e starnutisce. Si fa strada verso di me.

Prende posto proprio accanto a me. È strano avere qualcuno che dorme accanto a te. Mi rotolo di fronte a lei, spostandole i capelli dal viso.

Si sposta in modo da accoccolarsi più vicina a me. "Hey Slivio" il suo alito caldo mi colpisce il collo. Faccio un mugugno. "Grazie e buonanotte." Non dico nulla, una volta che si addormenta sussurro al buio. "Prego angelo."

***

Svegliandomi, devo allontanare delicatamente Leah da me. È rannicchiata sul mio petto. Le sue mani sono allungate liberamente su di me.

Ho bisogno di una doccia. Una doccia fredda per essere più specifici. Leah e il suo culo che si muoveva mi hanno preso per il culo tutta la notte. Si è strofinata sul mio cazzo per tutta la fottuta notte.

Faccio una doccia con il bagnoschiuma alla fragola. Prendetemi in giro, vi sfido stronzi. Scendo le scale e vedo la cameriera, Cherry.

"Fai sapere a tutti che abbiamo un ospite al piano di sopra. Se sento una fottuta lamentela su qualcuno di loro da lei, non lavorerete più qui". Le dico severamente. Lei annuisce con la testa e si allontana rapidamente.

Strofinandomi la fronte, guardo l'orologio. Sono le otto e trenta, ho sempre avuto problemi a dormire fino a tardi. Non importa quante persone ho scopato o quante volte mi sono allenato. Non sono mai riuscito a dormire oltre le nove e trenta del mattino.

La maggior parte delle notti non dormo.

Leccandomi le labbra screpolate vado nel mio ufficio. C'è una foto di noi sul muro. Mi manca, è tutta colpa di mio padre se se ne è andata.

Mentre rispondo ad alcune e-mail il mio telefono inizia a squillare. Lo guardo e 'Donatrice di vita' sta chiamando.

"Mamma" dico con voce monotona. "Slivio." Lei risponde con lo stesso tono.

"Verrò tra un paio di settimane, quindi preparati. Dì a Cherry che la cercherò presto, è l'unica brava cameriera che hai". Mia madre si lamenta.

"Mamma è l'unica cameriera che ti piace perché ha la mia stessa età". Il che è vero. Tutte le mie altre cameriere sono più grandi di me. Vanno tra i venticinque e i cinquanta. Dopo i cinquanta, gli do mille dollari e li mando via.

"Beh, non hai ancora trovato una ragazza, o sì?" La sento trafficare. Eccoci di nuovo, mia madre che cerca di trovare quella "perfetta" per me.

"No, non l'ho fatto. Anche George verrà?" Chiedo mentre mi mordo l'interno della guancia. "È tuo padre, proprio come era il padre di Ari". Lei cerca di confortarmi.

"Non era né il padre di Ari né il mio. Un padre non rinchiude i bambini che piangono per la fame, mentre la madre non fa nulla perché anche lei viene abusata". Prima che possa dire altro, riattacco il telefono.

Sento passi morbidi lungo il corridoio. Leah si è alzata, e apre la porta del mio ufficio, così mi trovo faccia a faccia con lei. "Ho fame, ma non volevo mangiare da sola ." Lei mi guarda, io annuisco con la testa.

Mi prende la mano tenendola mentre camminiamo al piano di sotto verso la cucina. "Cosa vuoi mangiare?" Le chiedo dolcemente, non voglio spaventarla così presto.

"Possiamo avere dei pancake?" Mi chiede e annuisco con la testa anche se farò in modo che Cherry ci faccia più dei pancake. Perché? Perché Leah merita di più.

"Cherry, ho bisogno di tutte le fottute opzioni per la colazione che hai, in fottuti 30 minuti o anche meno. Un minuto in più e ucciderò lo chef io stesso".

Cherry annuisce rapidamente. Torno da Leah. È così bella, il suo piccolo naso con le lentiggini, suoi capelli scuri ondulati, gli occhi nocciola chiaro che completano la sua pelle pallida.

"Cosa?" Lei ridacchia dolcemente al mio sguardo. "Sei bellissima." Le sorrido, e lei arrossisce leggermente. È adorabile dannazione. Dio. Fanculo.

"Vieni qui." I suoi occhi si spalancano al nuovo soprannome. Si avvicina dolcemente a me. La abbraccio, tuffando la faccia nei suoi capelli. Non so cosa abbia di speciale.

"Perché mi abbracci?" Chiede ma è solo un borbottio contro il mio petto. "Ho bisogno di calmarmi. Qualcuno mi ha chiamato e ha parlato di qualcosa che non mi piaceva". Lei ridacchia di nuovo.

Odora di casa.

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Vi ringrazio per il proseguimento della lettura di questa storia. Vorrei chiedervi il piccolo favore di lasciare un VOTO e se vi va anche un commento per aiutarmi a farla crescere e conoscere il più possibile. Ci vuole un secondo a cliccare su quella stellina, vi sarei davvero grata se lo faceste!⭐️

A Sinful Addiction [Italian Translation]Kde žijí příběhy. Začni objevovat