Ventuno - Arrendersi

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Anno 1990

Harry era sdraiato sul suo letto, acciottolato sotto le coperte a cercare di prendere sonno. Gli incubi non gli davano pace e ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva Lucius colpirlo, Lucius fargli male e rischiava di passare tutta la notte insonne.
Aveva iniziato solo qualche anno prima, una delle prime volte fu proprio la sera in cui Draco lo venne a raccogliere nella cantina immerso in una pozza di sangue, convinto che non sarebbe riuscito a superare la notte. E invece ce l'aveva fatta, era sopravvissuto. E solo grazie al suo angelo custode, solo grazie a Draco.

La sveglia segnava le tre e trenta del mattino, gli occhi smeraldini del bambino erano fissi sull'oggetto posto sul comodino nell'attesa che le ore passassero e vedesse dalla finestra sorgere il sole, ma più osservava il tempo passare, più gli sembrava che non stesse passando per niente.
Lasciò uscire un sospiro dalle labbra fine fino a quando non sentì la porta cigolare e aprirsi facendo entrare uno spiraglio lieve di luce proveniente dalla finestra in corridoio. Si girò piano e il suo sguardo si incrociò con quello gelido dell'uomo che gli stava pian piano rovinando la vita. Rabbrividì all'improvviso e avrebbe voluto tornare indietro solo di qualche secondo per far finta di dormire; magari, pensò, se lo avesse visto dormire non avrebbe fatto nessun passo avanti. Magari quella sera non avrebbe sofferto.

L'uomo, appena notò che fosse sveglio, chiuse la porta e fece scattare la chiave. Harry strinse gli occhi e si girò di nuovo tirando su le coperte quanto più possibile. No. Non la porta chiusa. Tutto ma non quello. Lo pensò in continuazione fino a quando non sentì il suo corpo rabbrividire dal freddo. Lucius gli stava togliendo le coperte di dosso e ora il corvino stava veramente tremando dalla paura.

Si avvicinò al suo orecchio e sussurrò una parola, una sola parola: «Girati».

Harry avrebbe voluto urlare, dirgli che non aveva nessuna intenzione di farlo, che avrebbe preferito morire che dare ascolto alle sue richieste. Ma non fece niente di tutto quello. Semplicemente si girò nascondendo il volto nel cuscino. Quando sarebbe sorto il sole? Quando si sarebbe svegliato Draco? Magari lo avrebbe salvato, magari avrebbe impedito a quell'uomo di spingersi troppo oltre.

Quelle mani maschili e tremendamente ruvide, si insinuarono sotto la maglietta del pigiama facendo rimpicciolire il corvino. Stava per scoppiare, le lacrime erano sull'orlo del precipizio e le poteva sentire. D'un tratto però quel tocco fu accompagnato da qualcosa di freddo e affilato, un qualcosa che fece sentire a Harry un bruciore improvviso, come se la pelle fosse stata tagliata in due. Gemette dal dolore e strinse di più il cuscino. Un qualcosa di caldo scivolò lungo la sua schiena liscia e leggermente abbronzata facendogli scendere una lacrima. Era sangue.

L'uomo dai lunghi capelli platino si avvicinò al suo orecchio di nuovo. «Sai, Potter, dovresti davvero smetterla di farti consolare da mio figlio. Tu sei un intruso qua dentro e per nessun motivo al mondo devi immischiarti con la nostra famiglia» sussurrò procurandogli un altro taglio che lo spinse a stringere ancora di più il cuscino, se avesse continuato di questo passo non ne sarebbe rimasto più niente. «Hai capito?»

Harry non rispose troppo intento a cercare di non pensare al dolore che quella lama gli stava procurando ma all'improvviso la punta di quell'oggetto andò poco più a fondo facendogli emettere un urlo strozzato.

«Rispondi, Potter».

Il corvino annuì. «S-Sì» disse appena.

La lama lo incise ancora facendolo tremare. Dio, faceva così male. Dov'era Draco? Probabilmente stava dormendo. Si aggrappò al suo pensiero, si appigliò a quel sorriso, a quegli occhi e alla speranza per cercare di annullare il dolore che l'uomo gli stava procurando. Ma poi, il pensiero di Draco sfumò nel momento in cui sentì le molle del letto piegarsi, le mani dell'uomo prenderlo dal bacino per farglielo alzare e gli indumenti che calavano.

No. Draco dov'era? Cercò di alzarsi ma l'uomo lo bloccò con le sue stesse mani.

«Buono Potter» sussurrò ancora allineando il punto dove la libido si era sfogata a quell'entrata piccola e troppo pura per essere violata così.

Il corvino sentì il respiro venire a mancare, voleva Draco, dov'era?

«No, per favore» sussurrò con la voce spezzata. «Non farmi questo. Non farlo ancora» un'altra lacrima gli scivolò lungo la guancia arrossata ma l'uomo non lo ascolto. Con una spinta secca entrò in lui facendo sussultare il corvino.

«Te lo meriti».

Fu l'unica cosa che udì perché poi scoppiò a piangere. Con le sue lacrime colava il sangue dalla schiena e col suo cuore dilaniato, si distruggeva anche quel poco di dignità che gli era rimasta. Strinse le lenzuola in un pugno facendo diventare bianche le nocche e ogni spinta sperava fosse l'ultima.

Passarono minuti interi, il bambino era convinto fosse passata addirittura un'ora, ma quando l'uomo si riversò dentro di lui, Harry lasciò che il bacino ricadesse sulle lenzuola oramai stremato. Ammorbidì la presa dalle lenzuola e le lacrime si fermarono per un solo istante.
Lentamente chiuse gli occhi e rilasciò un sospiro spezzato.

«Sei stato bravo» sussurrò ancora. «Come premio oggi potrai riposare».

La testa di Harry si mosse in automatico, debolmente annuì non riuscendo a fare nient'altro. La sua mente era provata e il corpo era stanco. Avrebbe voluto solo dormire e dimenticare ogni cosa.

Dopo quelle parole, l'uomo si rivestì e uscì dalla stanza e solo dopo attimi interi Harry si decise ad alzarsi. Doveva farsi una doccia per togliersi di dosso ogni residuo di quella notte.
Si mise in piedi e strinse gli occhi, si poggiò alla parete perché una fitta al basso ventre lo fece bloccare. Ogni volta era così. Le sensazioni erano sempre le stesse.

A fatica raggiunse il bagno e si infilò nella doccia, si sedette a terra e lasciò che l'acqua lo colpisse. Le lacrime si mischiarono con le gocce d'acqua fino alla mattina dopo quando si decise a chiudere l'acqua e a uscire. Si rivestì infilandosi una felpa e un paio di pantaloni di una tuta e si sedette a un angolo della stanza con la testa poggiata sulla parete dietro di sé. Chiuse gli occhi per un istante ma fu costretto a riaprirli a causa del cigolio della porta. Ancora.

Da lì però non entrò Lucius, entrò Narcissa con dei lenzuoli puliti e Draco che puntò le sue iridi ghiacciate nelle sue. Draco... quanto lo aveva cercato quella notte nei suoi pensieri. E ora era lì, a pochi passi da lui. Se solo fosse riuscito ad alzarsi e a camminare normalmente sarebbe corso ad abbracciarlo.

Il bambino biondo, con un'espressione sul viso estremamente preoccupata, lo raggiunse in poche falcate e si sedette al suo fianco. Lo guardò dolcemente inclinando anche la testa da un lato.

«Stai bene, Harry?» Chiese appena ma il corvino in risposta, fece scivolare la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi. Era esausto.

Annuì leggermente. «Mi sei mancato» sussurrò.

Draco gli infilò una mano fra i capelli accarezzandoglieli. «Anche tu».

E Harry, solo a quel punto, si abbandonò a Morfeo cadendo fra le sue braccia.

IG: @acciodanjel 🦋

Cicatrici - DrarryWhere stories live. Discover now