Capitolo 48 (I). Un sogno che si avvera

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La fine del millennio, per Anna e Marco, non fu solo essere rari testimoni del cambio della prima cifra dell'anno, ma l'inizio del loro, personale, conto alla rovescia verso un evento che avrebbe cambiato le loro vite. Il 2000 cominciò, infatti, con un'attesa che, settimana dopo settimana, si faceva sempre più ansiogena, soprattutto per Anna che doveva anche prepararsi per il suo Esame di Stato e terminare il tirocinio in uno studio medico; per i primi mesi dell'anno la sua vita fu molto frenetica; per fortuna quasi tutti gli accordi (fiorista, fotografo, vestito, rinfresco, parrucchiera eccetera) erano già stati fatti in precedenza, altrimenti non ce l'avrebbe fatta (visto lo scarso aiuto da Marco che si era limitato a cerchiare su vari dépliant i posti che avrebbe voluto vedere).

Marco, infatti, dopo aver comprato il vestito e aver organizzato il viaggio, si ritenne sollevato da ogni ulteriore preoccupazione per il matrimonio fino alla mattina dell'otto luglio. Ilaria lo vedeva così sereno e a volte lo prendeva in giro dicendogli: «Marco mio, ma tu sei sempre così! Non ti scomponi mai, stai per sposarti e sei calmissimo, non ti agiti per niente, ma come fai?»

Ed egli rispondeva: «Ili, tanto cosa vuoi. . . le cose sono già fatte, sono sempre stato così, anche all'università non mi preoccupavo per gli esami e andava sempre bene, ormai vedo che Anna e io ce la caviamo, mi vedo già con lei a vivere insieme. . . mi hanno fatto piacere tutte queste cose nuove, viaggi, liste nozze, fiori e altro, ma poi mi stufo, tanta preoccupazione per un giorno; sai. . . io sono abitudinario, non vedo l'ora che sia tutto finito.»

Per febbraio, comunque, Anna aveva già finito tutte le preparazioni, redatta la lista definitiva degli invitati e spediti gli inviti; per parte sua ovviamente c'erano anche i suoi parenti veneti, per Marco non tante persone a dire il vero: oltre ad alcuni colleghi di lavoro e qualche ex amico scout con il quale era rimasto in buoni rapporti, egli invitò i parenti di Ravenna per parte di mamma, e solo Terzo (con Barbara e il bambino che, per il matrimonio, sarebbe nato) e Carmine dalla parte del padre, oltre che, ovviamente, zia Maria.

Rimaneva la scelta dei testimoni. Anna, per parte sua, volle Walter con Sabina e Marco scelse Ilaria. Siccome, però, Ilaria non era accompagnata, Walter, per non sfigurare, avrebbe dovuto fare il testimone da solo senza fidanzata, ma non se ne dispiacque; per lui quel matrimonio era fin troppo modesto e fuori dagli schemi per interessargli, lo vide solo come un dovere familiare, alla sorella aveva detto:

«Anna, capisco che tu voglia essere controcorrente, ma praticamente stai facendo un matrimonio per beneficenza; va bene non essere troppo esuberanti o eccessivi, ma il tuo, più che un matrimonio, mi sembrerà un ricevimento della Croce Rossa. Dove allestiremo l'ospedale tenda? E le barelle dei soldati?»

«Oh, Walter, accontentami; io non ti critico mai per le tue uscite sul capitalismo rampante, sui soldi facili in borsa e sulle speculazioni. Siamo fatti diversi, accettiamoci così.»

Walter si era messo a pensare, per quanto la sorella gli stesse antipatica e non avessero quasi nessun punto in comune le voleva bene: «sarà così», aveva scrollato le spalle, «certe volte invidio Marco perché ha una sorella con la quale va d'accordo; e dire che loro hanno vissuto così tanto tempo separati e sono così identici: che strano, vero?»

Ma Anna aveva poi cambiato argomento.

A febbraio venne il turno per Marco di fare il suo "addio al celibato" festeggiando i suoi ventisette anni, il suo ultimo compleanno da scapolo; il nostro lettore attento, conoscendo ormai il suo carattere, non si stupirà se gli diciamo che lo festeggiò semplicemente con una pizza con i suoi colleghi di ufficio, tutti maschi. Non ci furono né scherzi né battute, solo una tranquilla — e forse noiosa — tavolata dove si parlò solo di computer, programmi e delle nuove tecnologie che, all'epoca, facevano timidamente breccia nella vita di tutti i giorni.

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Where stories live. Discover now