Capitolo 53

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"Cosa?!" esclamo io appena JJ mi riferisce quello che aveva sentito.
"Rafe ha fuso la croce?!"
"Già"
"La croce di Santo Domingo?! La croce di Pope?!"
"Sì, Vic, l'ha sciolta, ridotta in lingotti"
"Giuro che lo ammazzo quello"
Ero così arrabbiata che probabilmente si vedeva il fumo uscirmi dalle orecchie.
Avrei dovuto ammazzarlo prima, quando ne ho avuto l'occasione.
Faccio per tornare indietro ma JJ mi si para davanti chiedendomi "Ehi, ehi, dove vai?"
"Ad uccidere quel figlio di puttana" rispondo io guardandolo dritto negli occhi.
"No, Vic, ti ha appena quasi uccisa!"
"Non mi interessa. Voglio ammazzarlo con le mie mani" ribatto io superando il biondo, che mi ricorre e mi ferma una seconda volta.
"Andiamo Vic, ragiona, non puoi uccidere una persona"
"Chi l'ha detto?"
"La legge"
"Da quando segui la legge?"
"Non è questo il punto. Vic, ti prego, calmati"
"Ha fuso la croce di Pope" dico io triste.
"Lo so, ma ormai l'ha fatto. Non ne vale la pena"
Io abbasso lo sguardo, pensando a cosa dire e a cosa fare.
Poi alzo gli occhi incontrando i suoi azzurri e dico "Va bene, ma dobbiamo dirlo a Pope, ora"
Il biondo annuisce e ci dirigiamo correndo a casa di Pope, dove lo troviamo seduto sul pontile insieme a Cleo.
"Pope! Ehi! Ho grandi notizie" esclama JJ
Era successo qualcosa.
C'era una strana tensione tra i due e anche JJ l'avevo percepito infatti dice "Cos'è successo? C'è un atmosfera molto pesante"
"Pope molla la scuola" risponde Cleo.
"Cosa?! Pope perchè? Sei il migliore della scuola!" esclamo io sopresa.
"La mia assenza per quasi un anno mi ha fatto perdere la borsa di studio" risponde il ragazzo.
"Oh, mi spiace. Ma senti, dobbiamo dirti una cosa...e non ti piacerà, di sicuro non ora, ma..." dico io.
"Cosa c'è?!" esclama impaziente Cleo.
"Eravamo da Guffy. Stavo cercando di riavere il mio lavoro, quando vedo il caddy dall'altra parte, e a bordo ci sono Rafe e Barry. Mi avvicino per sentire di cosa parlano. Pope, ha la croce...e l'ha fusa" racconta JJ.
Pope chiude gli occhi e si alza. Si appoggia alla balaustra di legno e grida "Cazzo!"
P: "Ovvio che c'entrava lui"
JJ: "Sì, forse potevamo arrivarci"
P: "La Croce di Santo Domingo, profanata! Per denaro?"
JJ: "Lo so. Dobbiamo restare calmi e trovare un piano, dobbiamo restare..."
Ma il biondo viene interrotto da Pope, che con un retino da pesca spacca della assi del pavimento.
JJ: "Stai migliorando"
P: "È una follia. Persino per loro!"
JJ: "Già"
P: "E la faranno sempre franca! La sfangherenno sempre. Continueranno a vincere"
JJ: "Insomma, Pope, per te è una novità?"
P: "No. Ma sono stufo di essere quello buono"
Pope corre dentro il negozio di Heyward e Cleo gli urla dietro "Pope! Pope dove vai?"
"Lascialo stare. Si calmerà" dico io mettendole una mano sulla spalla.
"Sì...ehi, cos'è successo al tuo collo? È tutto rosso" mi chiede Cleo.
"Oh, ehm...solo una lite con Rafe. Niente di nuovo" rispondo io coprendo il lungo segno sul mio collo
"Solo?!" ribatte lei sbarrando gli occhi.
"Sì, sto bene" mormoro io.
"Sicura? È piuttosto rosso" mi chiede la ragazza.
"Sì Cleo, sto bene, tranquilla" rispondo io, abbozzando un sorriso.
"Dai, andiamo. Resti tu a controllare che Pope non faccia cazzate?" fa JJ e Cleo annuisce.
Quindi il biondo pone un braccio attorno alle mie spalle e camminiamo così verso lo Chateau.

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Ormai il cielo si era imbrunito e io dormivo beatamente abbracciata a JJ, quando sento il rumore di un motore farsi sempre più forte.
Alzo la testa dal petto del ragazzo e disintreccio le mie gambe dalle sue.
Una volta in piedi, dopo aver ripreso l'equilibrio a causa del mio ferro basso, esco dalla veranda e trovo John B, appoggiato al Twinkie.
Appena lo vedo, un groppo mi sale alla gola: non mi ero dimenticata del litigio che avevamo avuto quella mattina.
Non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi.
"Che c'è? Giochiamo al gioco del silenzio ora?" dice John B rompendo il ghiaccio.
Io non rispondo.
Lui si avvicina.
"

Senti, mi dispiace per stamattina, ok? Mi dispiace averti dovuto mentire. Sai che odio litigare con te" continua mio fratello
"Sì ma l'hai fatto. Mi hai mentito"
"Lo so e mi dispiace! Non volevo. È che papà mi ha detto-"
"Sì non me ne frega un cazzo di papà in questo momento. Non me frega niente di quello che ti ha detto e di quello che ha fatto. Non voglio mai più vederlo" dico io voltandomi per tornare in casa.
"Oh andiamo Vic! Lo sai che non le pensava veramente quelle cose. È il suo carattere" esclama John B correndomi dietro.
"Beh, ha un carattere di merda" ribatto io girandomi.
Il moro si guarda intorno e io gli chiedo sospettosa "Non l'hai portato qui vero? Perchè se ora sbuca dal Twinkie dicendomi quanto è dispiaciuto e altre cazzate giuro che lo uccido"
"Cosa?! No! No, no...il punto è che non so nemmeno io dove sia"
Rimango spiazzata dalla sua affermazione, ma faccio finta di niente.
Non mi importava di quello stronzo di mio padre.
"Hai presente i due tizi che ci hanno rubato il diario a casa del signor Sunn?"
Io annuisco con la testa.
"Papà li ha uccisi"
Ora non potevo più fare finta di niente.
"Cosa?!"
"Sì, davanti ai miei occhi e li ha gettati nella palude"
"Che cazzo? È impazzito? Tu stai bene?" chiedo io sconcertata.
"Sì, è già successo" risponde John B abbassando lo sguardo.
"Tornando a noi, quei tizi lavoravano per Singh. Lui ci ha trovati e hanno rapito mio padre. Sono diretti in Sudamerica"
"Sudamerica? Chi è diretto in Sudamerica?" chiede JJ alle mie spalle.
Mi giro e lo trovo appoggiato allo stipite della porta in tutta la sua bellezza.
Scende gli scalini della veranda e mi avvolge le spalle con un braccio.
"Ciao JJ" lo saluta John B.
Il biondo risponde con un cenno.
Si accende una sigaretta e dice dopo il primo tiro "Quindi, chi va in Sudamerica?"
"Mio padre" risponde mio fratello, che di fronte allo sguardo confuso di JJ spiega "Gli uomini di Singh l'hanno preso, e sono diretti in Sudamerica"
"Davvero? Oh merda" fa JJ passandosi una mano sul viso.
"Già" mormora John B.
"E come ci arriviamo in Sudamerica?" chiedo io.
John B mi guarda sorpreso.
Sì, avevo appena detto che non me ne fregava niente di mio padre, ma mica potevo lasciare che venisse ucciso nella giungla del Sudamerica.
"Non ne ho la più pallida idea" risponde il biondo.
Eravamo in un vicolo cieco.
La croce era diventata un ammasso di oro, per di più nelle mani sbagliate.
Il diario di Denmark Tanny era stato rubato, di nuovo.
E mio padre era stato rapito da un indiano che voleva trovare una città d'oro da qualche parte in Sudamerica.
Non poteva andarci peggio.

You can't kill a Pogue || JJ MaybankWhere stories live. Discover now