ღ20°Capitoloღ - Salvezza

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20. Salvezza

4 settembre 2018
10:55

Pov Hayami

Ci avevano attaccato, di nuovo.
Almeno però questa volta Gojo era presente all'appello e non era andato da chissà che parte all'estero per qualche missione strana.
Era ormai un mese che raramente si trovava a Tokyo, le missioni sembravano piovere dal cielo e lui non ne rifiutava mezza. Sarà stato che da quando eravamo tornati da quella mini vacanza lui non mi aveva rivolto parola e io neanche avevo provato a intrattenere una conversazione con lui.
Anche se sapevo perfettamente che dentro di me stessi morendo dalla voglia di parlarci di nuovo. Era una sensazione strana, mi mancava terribilmente eppure per via del mio orgoglio mi imponevo di stare estremamente lontana. Mi mancava ma la mia faccia veniva prima.
Ero testarda, lo sapevo chiaramente, ma non pensavo così tanto da ignorarlo per una quantità di tempo del genere.
Camminai velocemente lungo tutto il corridoio del dormitorio, Ijichi mi era venuto ad avvisare dell'attacco non appena Satoru lo aveva percepito. Ovviamente era già là.
-Non è un livello alto, Hayami. -l'uomo che mi aveva avvertito stava provando in tutti i modi a tenere il mio stesso passo ma in qualche modo riusciva sempre a rimanere indietro. -Possono cavarsela benissimo anche solo gli student-
Non lo feci finire di parlare, mi stava salendo il nervoso solo al pensiero che qualcuno potesse partorire una cosa del genere dal proprio cervello. -Magari è un feto maledetto che sta per esplodere? Che ne sappiamo! -aumentai ancora di più il passo, sbattendo la porta dietro di me. Yijichi non ci rimase in mezzo sorprendentemente.
-Satoru è già là ad aiutare, non c'è bisogn-
-Certo che c'è bisogno. -lo interruppi di nuovo. -Quello è un pazzo maniaco. -
Stranamento a quello non controbatté, sapeva perfettamente di chi stessimo parlando e lui lo conosceva quasi meglio di me.

Quando arrivai all'entrata dell'istituto, era già tutto finito. Peccato che sembrò di vedere un autentico disastro. I ragazzi non erano per niente messi bene, avevano graffi e ferite da ogni parte e l'ingresso era stato completamente distrutto. Vidi Satoru chinato sul corpo di Nobara, stesa per terra in posizione supina; mentre i ragazzi si erano messi in cerchio attorno alla loro compagna. Chi si era dovuto sedere per via delle ferite, chi in piedi poiché meno coinvolto.
-Hayami! -mi chiamò Yuji, non appena mi vide arrivare. -Nobara è stata ferit-
-Ci penso io. -mi feci spazio, inginocchiandomi vicino all'albino. Gli lanciai un'occhiata veloce poco prima di mettere le mani sul corpo della ragazza.
Era serio, ma la benda che aveva sugli occhi mi impediva di vedere la sua reale espressione. Sembrava più preoccupato del normale e non avere intenzione di rivolgermi la sua attenzione.
Nobara era sotto di me, completamente inondata dal suo stesso sangue. Un enorme taglio partiva dal suo fianco e finiva poco sopra il ginocchio.
Le avevano reciso un'arteria, anzi non una qualsiasi, l'arteria femorale.
La più importante quanto la più pericolosa. Nonostante ciò, era ancora viva e sembrava persino reattiva. Ogni tanto prendeva conoscenza e si guardava attorno, poi subito dopo sembrava addormentarsi.
-Chiamate Shoko. -dissi, appoggiando una mano sulla sua ferita.
-Hayami, Shoko non arriverà in tempo. -commentò Megumi, vedendo le condizioni della sua compagna. Aveva la voce ferma, ma si poteva notare dalle sue mani tremanti che era tutto tranne che calmo.
Non sapevo cosa fosse successo, chi ci avesse attaccato e di che livello fosse, ma sapevo perfettamente che il problema qua lo aveva creato lo stregone al mio fianco.
-Lo so, inizio io ma ho comunque bisogno di lei. Se si forma un grumo di sangue per troppo tempo le potrebbe venire un Ictus e rimanere paralizzata. - ci fu un momento di silenzio, dove nessuno si mosse. Sembravano congelati. -Muovetevi! -alzai la voce e sembrarono riprendere tutti improvvisamente vita. Yuji, il più veloce, andò a chiamare la dottoressa Ieiri, mentre Megumi stava al mio fianco con i pugni serrati e gli occhi fissi sul corpo della sua compagna. Sembrava terrorizzato.
Mentre tutto quello accadeva, io avevo già iniziato a fare la mia parte. Inizialmente avevo pensato di utilizzare il sangue che si stava dirigendo al di fuori del corpo della ragazza, poi però pensai che in quel momento le serviva tutto tranne che della mancanza ulteriore di globuli rossi. Il suo viso era veramente pallido e potevo percepire che il cuore stesse soffrendo per via dell'improvviso sovraccarico e il cervello per la sua mancanza. Quindi, utilizzai quello già fuoriuscito. Non sarebbe stato uno spettacolo particolarmente bello da guardare ma era necessario. In più, la possibilità di infezione aumentava a livelli spropositati, ma non ci sarebbe stato più quel problema dal momento che sarebbe passata sotto le mani della signorina Ieiri.
Assieme ai movimenti delle mie dita, si mosse quella chiazza enorme sotto di esse.
Inizialmente decisi di fermare l'emorragia bloccando l'apertura dell'arteria recisa, poi notai che il taglio era stato talmente tanto preciso da poter ricongiungere perfettamente le due estremità.
Guidai un'altra parte del sangue fuoriuscito proprio all'interno del corpo, andando a cercare attentamente l'altra metà mancante. Mi sentii un chirurgo, con anche tutte le sue ansie e preoccupazioni del caso.
Una volta trovata, la ricongiunsi coagulando quel sangue attorno al punto di separazione, come una sottospecie di saldatura. Così la gamba avrebbe ricevuto il sangue e il cuore non sarebbe andato più sotto sforzo.
Fu un lavoro di precisione estrema, ma ci riuscii. Dopo tutti quegli anni a non usare la mia tecnica, riuscivo comunque a farlo perfettamente.
Mi vennero in mente le parole di Sukuna.
Ero nata per quello.
Solamente quando vidi le guance della ragazza tornare di un colorito tendente al roseo riuscii a tranquillizzarmi. Megumi sembrò tornare a respirare quando mi vide rilassare.
Una volta che Shoko arrivò, i due ragazzi rimasti con me fino a quel momento, assieme a Yuji, trasportarono Nobara nello studio della dottoressa e, nel frattempo, spiegai quello che avevo fatto alla donna.
Sembrava particolarmente sorpresa, anzi, sembrò più estasiata nel sentire una tecnica di manipolazione del sangue del genere.
-Hayami, potresti salvare tante vite. -mi disse, rimboccando le coperte a Nobara una volta utilizzata la sua tecnica di guarigione.
Era addormentata, stava bene, ma aveva un bisogno estremo di riposare.
La guardai superare il lettino, con le mani in tasca e il suo solito sorriso sghembo.
Non ci avevo mai pensato. Per me tutto quello che era stato quel potere era solamente una grandissima maledizione.
Eppure se non lo avessi avuto, Nobara probabilmente sarebbe morta.
-Sono stata guidata dall'istinto, non ci avevo mai pensato. - commentai, appoggiando una mano sulla maniglia della porta dell'infermeria. E ora bisognava capire solo cosa fosse successo e come fossero arrivati a quell'epilogo sotto la presenza dello stregone più forte.
-Pensaci, è importante. -
Mi chiusi la porta alle spalle e mi avviai verso i dormitori. Percorsi quei corridoi conoscendoli ormai come le mie tasche, sarei potuta essere al buio più completo e non sbagliare mezzo passo.
Quando salii le scale ed entrai nel corridoio lo notai immediatamente. Appoggiato a fianco alla mia porta con le braccia conserte e la testa rivolta verso il basso.
Satoru.

꧁Kissing Your Eyes ꧂ 「Gojo Satoru」Où les histoires vivent. Découvrez maintenant