ღ21°Capitoloღ - Litigata

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21.Litigata

Satoru.

E quella stupida benda attorno agli occhi.
Se voleva parlarmi, sicuramente quello non era il modo.
Non dissi niente, la mia andatura era pesante sul legno della struttura che scricchiolava ad ogni mio passo, non aveva sicuramente bisogno della presenza della mia energia malefica per individuarmi.
Gli passai davanti, ignorandolo completamente e feci per entrare nella mia stanza.
-Hayami. -quel tono così gentile mi creò un vuoto al petto. Lo avevo aspettato per così tanto che avevo perso le speranze. Ogni fibra del mio corpo mi urlava di fare finta di niente, di comportarmi come se in quelle settimane non mi avesse rinnegato peggio di una criminale, come se non mi avesse guardato con quegli occhi pieni d'orrore.
I suoi occhi... quegli occhi così belli che l'ultima volta che avevo visto mi avevano inflitto così tanto dolore.
Nonostante tutto mi mancava, mi mancava parlare con lui, la sua leggerezza, le sue battute.
La sua presenza.
Era una sensazione mai provata prima d'ora, non sapevo descriverla perfettamente.
Strinsi la manopola della porta senza accorgermene. I miei denti stridevano dal tanto che li stavo stringendo.
-Possiamo parlare? -
Presi un enorme respiro. Non poteva sicuramente vincerla così facilmente.
Mi girai leggermente, il giusto per guardarlo in viso. -Non ho intenzione di parlare con un muro. -detto questo, entrai nella mia stanza senza chiudere la porta dietro di me.
Sapeva cosa significavano quelle parole, sapeva cosa intendevo e cosa volevo che facesse. Era l'unica richiesta che avevo, volevo guardarlo dritto negli occhi. Ero consapevole che, con la benda, non saremmo mai riusciti a comunicare i nostri sentimenti nel modo corretto e quello sarebbe stato un argomento pesante da affrontare.
Mi sedetti sul davanzale della finestra, attendendo qualche movimento da parte dell'albino che non tardò per nulla ad arrivare.
I passi delle sue scarpe risuonarono chiaramente per la stanza, si fermarono poco prima che la porta si chiudesse in un tonfo.
Qualcosa si appoggiò alla mia gamba delicatamente e mi ritrovai ad abbassare lo sguardo per controllare cosa fosse realmente.
La sua benda nera.
La presi tra le mani, passando i polpastrelli delicatamente lungo tutto il tessuto.
-Da quando usi la tua tecnica alla luce del sole? -
Dovetti mordermi la lingua, la guancia, le labbra. Dovevo stare molto calma o lo avrei fatto uscire nel giro di due minuti.
-Se è questo il modo in cui vuoi parlare, puoi ben uscire. Non ho intenzione di parlare con un bambino oggi. -
Lo sentii sospirare e spostarsi nella mia stanza nervosamente. Non volevo guardarlo, non ancora.
-Allora, fammi riformulare. Perché mi hai mentito fino a quella sera? -si sedette sul mio letto, incrociando le gambe e le braccia.
Era in posizione di chiusura, non solo fisica ma anche mentale. Come potevamo affrontare un discorso in quel modo?
-Mentito? Io non ti ho mai spiegato la mia tecnica. -mi venne quasi da ridere. -E non avevo intenzione di farlo. -
Si mosse su sé stesso. -Hayami, vedi di non prendermi per il culo. -quel tono aggressivo mi fece venire i brividi.
-Modera il linguaggio, non sono tua sorella. -tuonai, ancora mi rifiutavo di guardarlo. Non avevo sicuramente voglia di farmi sottomettere per la seconda volta, non aveva veramente capito nulla di me. E se davvero quello era il suo atteggiamento verso qualsiasi cosa che non gli andasse bene, allora c'era un enorme problema di comunicazione al principio.

-Mi hai tenuto nascosto un potere estremamente pericoloso, Hayami. Puoi controllare a tuo piacimento qualsiasi essere vivente! Ti rendi conto?! -iniziava ad alzare la voce e io a sentire il sangue ribollire nelle vene.
-Vuoi che non me ne renda conto io, colei che è nata con questo potere? Ma di cosa stai parlando, Satoru! -mi alzai di scatto in piedi, fu un gesto automatico, ma provocò una reazione anche da parte sua, che lo fece a sua volta.
Fu in quel momento che i nostri occhi si incontrarono. Di nuovo, nessuno dei due guardava l'altro con dolcezza, entrambi eravamo pronti a saltarci alla gola e si poteva leggere perfettamente.
Io dovetti spezzare il collo in due per riuscire a sostenere il suo sguardo, nonostante fossi abbastanza alta lui lo era di un bel po' di più.
-Potresti ammazzarmi qui ed ora semplicemente bloccando la mia circolazione sanguigna, sei fottutamente pericolosa. -ogni parola la sputava con uno schifo che non riuscii a riconoscere inizialmente. Normalmente mi avrebbe fatto estremamente male, in quel momento invece vedevo solo nero.
-Vuoi provare? Ci metto due secondi. -feci per sfiorare il suo braccio, giusto per intimidirlo, ma attivò immediatamente la sua tecnica.
Era davvero spaventato che potessi fare una cosa del genere?
Quello mi ferì.
Lo guardai negli occhi, mi venne quasi da piangere. Tutto quello che avevamo condiviso in quei mesi sembrava stato tutto un sogno, era tornato diffidente esattamente come l'inizio. -Davvero tu pensi che io possa - non finii la frase, il magone mi bloccò qualsiasi tipo di parola in mezzo alla gola.
Mi riteneva un mostro.
Strinsi la mano rimasta per aria in un pugno. Non era giusto. Davvero l'unica persona a non ritenermi un mostro era un mostro in persona?
Era ironico.
-Se non avessi avuto questo potere, sai perfettamente che Nobara sarebbe morta. Per mano tua, per giunta. -la mia voce uscì flebile, eppure carica di odio.
Mi sentivo orribile, eppure non avevo intenzione di dargliela vinta. Quella faccenda doveva finire una volta per tutte, a costo di farmelo nemico.
Infatti, sembrò particolarmente colpito da quell'affermazione. Avevo visto quanto fosse preoccupato e quanto sembrava sentirsi in colpa per quello che era successo, avevo colpito un bruttissimo punto debole.

꧁Kissing Your Eyes ꧂ 「Gojo Satoru」Where stories live. Discover now