23. Natalie

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Non che mi aspettassi di dormire, legata in questo modo.

Solo che speravo perlomeno di sonnecchiare in dormiveglia almeno per un po'. Magari un'ora, o forse due?

Di certo, quello che non mi aspettavo era di passare la notte ad ascoltare un totale sconosciuto straparlare per ore di una lasagna.

«... e quindi a questo punto mettiamo la besciamella», continua a spiegare Ivo a Zac, che è l'unico tra noi che gli presta attenzione. «Non farla mai con il latte di soia, non viene bene. Se i tuoi clienti vogliono la lasagna senza il latte vaccino, digli di andare a farsela fare da un'altra parte, rovineresti il piatto così facendo», annuisce con vigore.

«Me lo segnerò», fa' Zac un tantino turbato.

«Quindi, dicevamo, la besciamella: deve cadere a cascata sulla pasta, né troppo solida né troppo liquida. Devi trovare il perfetto equilibrio. Zac, tu sei un cuoco, lo sai, l'equilibrio è tutto. Me lo diceva sempre mia nonna Giuseppina».

«Certo, l'equilibrio», gli scappa uno sbadiglio. «Certo».

«Quando mi incatenava in cucina con lei diceva: Ivo, la cucina è tutta una questione di stare ritti su un solo piede senza mai cadere».

Ivo viene da Bologna e dice che sua nonna fa la migliore lasagna di questo mondo e che prima di partire per l'Inghilterra gli ha detto qualcosa come: «Ivo, vieni, ti insegno a fare la lasagna, così se ti trovi in difficoltà potrai insegnare a quella gente come si mangia davvero».

«Vi prego, fatelo smettere», si lagna Amber contro di me.

«Ci abbiamo già provato Amber, ma pare gli abbiano iniettato un mix energetico, perché non ne vuole sapere di smettere di parlare. E poi vorrei ricordarti che se lui è qui è colpa tua».

«Io volevo solo il mio calendario dell'avvento che, tra parentesi, non ho ancora visto».

«Ivo», interviene Shannon. «Credi di poter cucinare della lasagna per centocinquanta persone circa?»

«Ehm, non saprei... Perché?»

«Ti spiego, tra due giorni c'è il gala della famiglia Henderson e non ho potuto confermare il catering per via di questa rapina. Se mi dovessero lasciare a piedi devo avere un piano d'emergenza. Riusciresti? Non so, potrei trovarti degli aiutanti.... Che ne dici?»

«Shannon, riesci a non pensare al gala per cinque minuti?»

«Zitto, Harry, con te ne discutiamo poi. Se sono rinchiusa in questo buco è per colpa tua che non vuoi aprire quella cassaforte».

«Non è colpa di Harry, Shannon», interviene mia madre come mediatrice. «È colpa di Natalie».

Già...

«Un momento. Cosa?», domando con tono acuto. «Pensavo ne avessimo già discusso, mamma».

«Sì, ma discuterne non cambierà l'evidenza dei fatti».

«E che mi dici di Vincent? Avrebbe dovuto controllare la casa», ribatto un tantino risentita.

«A questo punto», dice Vincent, «credo di dover confessare che due settimane fa ho sentito un rumore e Adriana mi ha convinto che non fosse nulla di importante. Non mi sorprenderebbe se ci stesse nascondendo qualcosa».

«Erano solo colombi!», si giustifica la governante. «A volte sbattono contro le finestre».

«E perché io vengo a sapere che abbiamo un problema di volatili solo ora?», chiede mia madre leggermente preoccupata.

«Io dico che non è stata Adriana», commenta papà. «Ci tenevano d'occhio da tempo. Mi fido del personale, non c'è nessuna spia tra noi. A meno che non sia stata tutta opera tua, Zac. Un modo per uscire pulito dalla storia con quella Delly. Quando le prime pagine parleranno della rapina a nessuno importerà più con chi hai tradito la figlia di un imprenditore».

«Voi siete tutti pazzi», si limita ad asserire Zac. Ma poi aggiunge: «E comunque, se dovessi puntare su qualcuno, io direi che è stata l'organizzatrice per alzare la parcella».

«Shannon, sei tu la spia?»

«Ti prego, Harry. Non ne avrei il tempo materiale».

«Io insisto su Vincent».

«Qualcuno può spiegarmi meglio questa cosa degli uccelli?»

«Signori, è chiaro che Adriana nasconde qualcosa».

«Oh, vi prego, non siamo in un giallo di Agatha Christie...»

«Chi vuole sentire come si fa un vero tiramisù?»

Natale sotto sequestroOnde histórias criam vida. Descubra agora