24. Peter

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Un rumore di tacchi corre veloce lungo il corridoio e quando arriva alla porta del mio ufficio, dove sto bevendo il mio quinto caffè, si ferma.

Claire mi guarda con aria trafelata, sventolando un foglio con un sorriso enorme sulla faccia. «Ho trovato il documento!»

Mollo la tazza sulla scrivania e vado verso di lei. Afferro il documento e lo scorro veloce con lo sguardo. È proprio l'originale. «Claire, grazie a Dio. Ma dov'era? Lo abbiamo cercato tutta la notte!»

«Qualcuno lo aveva dimenticato dentro la fotocopiatrice mentre faceva le copie per i clienti».

Sospiro in un misto di irritazione e sollievo. «Tutto è bene quel che finisce bene, dunque».

«Già», annuisce la mia nuova segretaria. Dopo la notte passata a scartabellare tra mille fascicoli deve essere distrutta.

«Claire, va' a casa, riposati e prenditi il lunedì libero. Io sarò dai miei suoceri per il weekend, non ha senso che vieni se non ci sarò».

«Grazie, signor Jhonson».

La osservo andarsene con aria perplessa, come se volesse aggiungere dell'altro ma ci avesse improvvisamente ripensato. Mi auguro non abbia perso qualcos'altro.

«È tutto a posto, Claire?», mi assicuro. Non vorrei mai avere sorprese dell'ultimo minuto.

«Sì, sì, tutto a posto. C'era solo una cosa che dovevo dirle, ma al momento non la ricordo. Forse non era davvero nulla di importante», mi sorride educata.

«Bene, allora. Buon fine settimana».

«Altrettanto, signor Jhonson».

Quando Claire se ne va e resto solo, sono le prime luci del mattino. Ne approfitto per dare un'occhiata ai punti salienti dell'ultimo briefing prima di lasciare l'ufficio. Nel fine settimana non avrò tempo di pensare al lavoro.

Finisco piuttosto presto, così prendo il cappotto e mi incammino agli ascensori. Quando uno di questi si apre, mi trovo davanti...

«Claire?!»

«Signor Johnson! Per fortuna non se n'è ancora andato! Me ne sono ricordata solo uscendo... e non avevo il suo numero... io...»

«Respiri, Claire», le poso le mani sulle spalle e il suo attacco di panico pare calmarsi. «Mi spieghi in parole semplici cosa succede».

«È arrivata una email ieri. Senza oggetto. Da un mittente strano».

«Sarà spam», rispondo subito.

«Sì, ma poi ho letto il contenuto e non aveva alcun senso, capisce?»

Mi ritrovo sempre più confuso a cercare di star dietro alla blanda spiegazione della mia assistente. «Cosa stai cercando di dirmi, Claire?»

«Credo che dovrebbe leggere l'email. Me ne sono dimenticata con tutta questa storia del documento smarrito. Magari non è niente ma, ecco, dovevo dirglielo».

«Bene», le do' un buffetto sulla spalla. «Ora va', guarderò la mail». Questa donna ha bisogno di qualche goccia di calmante.

Claire indietreggia, rientrando nell'ascensore. «Arrivederci, signor Johnson».

Le porte si chiudono e sbuffando torno al mio ufficio. Mentre il pc si accende il mio pensiero va ad Amber. Sarà furiosa per il mio ritardo. Anche se, devo ammettere di averla sentita piuttosto accondiscendente al telefono. Accondiscendente e strana. E quel discorso assurdo sul pesce a Natale. Mi domando che senso avesse...

Quando apro la mail individuo subito quella di cui parlava Claire. Il mittente è Amber, dalla sua email privata.

 Il mittente è Amber, dalla sua email privata

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La rileggo diverse volte come se quelle lettere potessero di colpo assumere un significato.

Non riesco a capire il motivo di questa email così criptica, perché non chiamarmi se doveva dirmi qualcosa? Non capisco, le è partita una email per sbaglio o è uno scherzo?

No, Amber non è una che scherza. Quando a casa la prendo in giro lei si offende a morte e restiamo arrabbiati minimo per due giorni. No, c'è dell'altro.

Provo a chiamarla, per fugare ogni dubbio, ma il telefono è spento. Lei non tiene mai il telefono spento...

Mi alzo e lascio vagare lo sguardo su una Londra illuminata da un sole sbiadito, una coltre bianca che copre a chiazze il paesaggio.

Cosa stai cercando di dirmi Amber?

Poi, maledicendomi per non averlo capito prima, prendo il cellulare e compongo un numero frettolosamente.

Natale sotto sequestroWhere stories live. Discover now