quarantatre

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🩰🌷☀️🎀

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🩰🌷☀️🎀

«amore che hai?» dico sedendomi accanto a lui

«io oggi ho toccato il culmine»

«e quindi te ne vuoi andare? non esiste che te ne vai solo perché hai delle difficoltà, questo ti fa pensare che non puoi fare questo lavoro?»

«così pare»

«ci sta che hai un momento no»

«è da due mesi che sto in un momento no»

«simo devi tirare fuori le palle cazzo, adesso dopo che hai pianto pensi su cosa c’è che non va. guarda che qui puoi cresce tanto»

«crescere significa anche prendere consapevolezza di ciò che si vuole fare nella vita»

«guardami» dico io e lui mi guarda

«non puoi farti abbattere da queste cose ok? crediamo tutti in te, devi prenderti del tempo per capire cosa vuoi fare»

«non c’è tempo» dice alzando la voce

«se tu vai a casa tra tre giorni ti riprendi, ti mangi le mani e dici che sei un coglione perché questa esperienza non puoi farla ancora» dico asciugandogli le lacrime

«basta lacrime, sennò fai piangere anche a me» dico dandogli un bacio sul naso

«so che non sei ancora pronta però volevo ricordarti che ti amo» mi dice sottovoce ed io gli lascio vari baci a stampo

«un giorno te lo dirò anche io, te lo prometto» dico ad un filo dalle sue labbra

«oddio dopo tre mesi sasá ha un compito» dico vedendolo uscire per prende la busta

«me l’hai tirata camì»

«lo sai che ti voglio bene»

«se vabbè»

~

«che belle che siete tu e tua mamma» dico a martina mentre ci fa vedere le foto che le ha mandato la madre

«si, lei è una forza della natura. è andata a vivere da sola in italia quando ancora era minorenne e in italia non aveva nessuno»

«wow» dice gaia

«oggi piango sempre» dice martina ridendo

«vi assomigliate» dice lucia

«lo spero veramente, io lo vedo sempre che quando la chiamo lei si mette a piangere»

«abbraccio di gruppo?» chiede sarah facendoci abbracciare

~

«cami hai da fare?» mi chiede giovanni sulla soglia della porta, mentre sono seduta sul letto a pancia in giù

«no, perché?» chiedo voltando la testa

«ho fame ma ho paura di dare fuoco alla casa, non è che potresti aiutarmi?» mi chiede sorridendo

«certo» dico chiudendo il libro che avevo di fronte e alzandomi in piedi

«hai già in mente qualcosa?» chiedo avvicinandomi al ragazzo

«pasta al pesto» mi risponde mettendo un braccio intorno al collo

«ah facile allora» rispondo mettendogli, a mia volta, un braccio intorno alla vita

«per te, per me no» dice ridendo «potrei mandare a fuoco la casa, da un momento all’altro» specifica lui

«hai bisogno di una professionista al tuo fianco quindi» dico sarcastica ridendo

«e a chi dovevo chiedere, se non a te?» dice sorridendomi 

ignoro questa sua affermazione e mi metto dietro ai fornelli

«dove devo stare?» mi chiede

«qua, affianco a me» dico spostandomi di lato per lasciare spazio al ragazzo

si mette molto vicino a me

«ti ho lasciato tutto il banco e ti metti attaccato a me» dico ridendo

«mi piace starti vicino. hai un buon profumo» dice lui

non faccio caso alla frase

«allora prendi una pentola e mettici l’acqua» dico io e lui esegue

«questa va bene?»

«no giová una più grande» lo sgrido ironicamente

«questa?» dice tirando fuori un’altra padella

«si questa si»

«allora la metto sul fuoco» dice lui accendendo il fuoco

«giovà devi metterci l’acqua dentro» dico strappandogli la pentola dalle mani

«stai calma» dice dandomi un bacio sulla testa

«non sai neanche come si fa la pasta» dico fintamente scocciata

«niente» dice lui ridendo

«sei messo male» dico dandogli una pacca sulla spalla

«ho bisogno di lezioni ogni giorno da te» dice lui ridendo

«ti piacerebbe»

pov’s simone

entro in casetta e trovo camilla e giovanni ai fornelli appena li guardo giovanni da un bacio in testa alla ragazza e lei gli sorride.

continuo a guardarli per un po’ di tempo e poi vado in camera gialla dove mi butto subito sul mio letto sbuffando

«che hai fatto amó?» mi chiede kumo

«giovanni sta appiccicato a camilla, ci sta letteralmente provando ma lei è ingenua e non se ne accorge» dico gesticolando

«per me sono tue pare e comunque camilla preferisce te a giovanni»

«l’ha mai detto?» dico alzandomi per cambiarmi la maglia

«vabbè però non starebbe con te no?»

«forse»

«rilassati,non ci pensare» dice dandomi una pacca sulla schiena

«ciao sei tornato finalmente» esclama camilla entrando in stanza

«ciao» dico sorridendo

«com’è andata la lezione?» mi chiede sedendosi sul mio letto

«bene bene» dico sistemandomi il ciuffo

«stiamo insieme?» dice abbracciandomi da dietro

«ok»

«ok?» chiede lei

«si»

ci sdraiamo sul letto incrociando le nostre gambe

«sei bellissimo»

«quante volte l’hai detto oggi?» chiedo allontanandomi un po’

«l’ho detto solo a te, perché?»

«nulla» dico chiudendo gli occhi e sospirando

sento il suo capo appoggiarsi sul mio petto per poi cadere in un dolce sonno seguita da me

𝐔𝐍𝐀 𝐐𝐔𝐄𝐒𝐓𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐈 || 𝐒𝐈𝐌𝐎𝐍𝐄 𝐆𝐀𝐋𝐋𝐔𝐙𝐙𝐎Where stories live. Discover now