ottantuno

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🩰🫧🌟🌺

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🩰🫧🌟🌺

pov's simone

sento bussare alla porta e mi alzo svogliatamente dal divano 

«chi è?» chiedo avvicinandomi all'occhiello della porta

«sono cami» sento dall'altra parte della porta la voce della mora

«ciao» dico aprendo la porta e lasciandole lo spazio per entrare

«ciao» dice lei avvicinandosi a me, sorridendo «perchè questa faccia?»

«niente, sono solo stanco» dico scostandomi e girandomi verso la cucina 

«sei sicuro?» chiede di nuovo lei

«si, sono sicuro» dico alzando le spalle, la vedo sorride

«che facciamo?» chiede nuovamente lei

«vieni, andiamo in camera» dico e lei mi
segue senza dire niente

«guardiamo un film?» chiede lei appena entriamo in camera mia

«va bene» dico sedendomi sul letto mentre accendo la tv

«scegli tu» dice sedendosi accanto a me sul letto

«sceglilo tu» dico guardandola «io ho sonno quindi lo vedi da sola»

«no allora non ti disturbo con la tv» dice girandosi verso di me

«se lo vuoi vedere, sai dove trovare il telecomando. fai come ti pare» dico sbadigliando nuovamente

«va bene» dice cami facendo una faccia che non riesco a decifrare

sento le mani della mora accarezzarmi la testa, socchiudo gli occhi e mi giro di spalle a lei

«simo» sussurra la mora, facendomi spalancare gli occhi

«che c'è?» dico svogliatamente, con voce impastata dal sonno

«ti stai stancando di me, vero?» chiede lei con gli occhi lucidi

«ma che stai dicendo?» ribatto alzandomi in piedi di scatto

«lo vedo, puoi dirmelo per favore» dice lei quasi piangendo

«camilla non dire stronzate» dico alzando un po' la voce

«non sto dicendo stronzate. lo potrebbe dire chiunque ora» dice mettendosi seduta

«hai i tuoi momenti no e io non posso avere i miei?» dico alzandomi in piedi

«certo che li puoi avere, ma dimmi piuttosto di non venire qua se poi devi trattarmi così» dice sbroccando

«come faccio a dirti di no? a momenti neanche mi chiede se puoi venire che già sei qui» dico cercando di mantenere la calma

«non mi sono mai permessa di venire qui senza che me lo chiedessi tu» dice sfidandomi

«maledetto quel giorno di dicembre» mi lascio scappare a bassa voce

«ripetimelo in faccia» dice camilla praticamente in lacrime, davanti a me

mi metto le mani sulla faccia accorgendomi della frase che ho detto

«tolgo il disturbo» dice la ragazza prendendo la sua borsa e iniziando a camminare

«no, non andare» dico mentre delle lacrime mi rigano il volto

«lasciami stare» dice divincolando la mia presa

«ti accompagno a casa» provo a dire ma lei sembra non ascoltare

«se mi apri la porta, me ne vado» dice lei asciugandosi il viso

«posso accompagnarti a casa, per favore?» dico toccandole il braccio

«mi faccio venire a prendere da qualcun altro» dice lei digitando delle lettere sul cellulare

«da chi?» chiedo

«da francesco» dice lei

pov's camilla

«posso accompagnarti almeno giù?» prova a chiedermi di nuovo lui

«meglio di no» dico cercando di non essere troppo cattiva. quella frase mi ha spezzato il cuore e ci metterò un po' per farmela scivolare addosso

scendo le scale velocemente, entrando in macchina di francesco

«che è successo?» chiede lui preoccupato, guardandomi

«niente» dico deglutendo

«cosa ti ha fatto?» chiede lui stringendo i pugni e sospirando

«non mi ha fatto niente, abbiamo litigato» dico stringendo la borsa

«cosa ti ha detto allora?» chiede lui nuovamente

«voglio solo tornare a casa, per favore» dico quasi supplicando

mio fratello mette in moto la macchina e ci dirigiamo verso casa

~

digito il nome di aurora, la mia migliore amica, sul telefono per chiamarla e raccontarle tutto

«amo» dico appena sento la sua voce dall'altra parte del telefono

«come stai?» chiede lei confusa probabilmente per la mia voce

«si è pentito di aver fatto l'amore con me» dico tutto d'un fiato

«cosa stai dicendo?» dice lei alzando la voce stupita

«ha detto "maledetto quel giorno di dicembre", ci sono rimasta malissimo» dico

«ma stavate litigando?» chiede lei «devo venire lì?»

«no, non venire» le dico rassicurandolo

𝐔𝐍𝐀 𝐐𝐔𝐄𝐒𝐓𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐈 || 𝐒𝐈𝐌𝐎𝐍𝐄 𝐆𝐀𝐋𝐋𝐔𝐙𝐙𝐎Where stories live. Discover now