25. Let me be your sickening desire

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Se volete trovarvi,perdetevi nella foresta

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Se volete trovarvi,
perdetevi nella foresta.

Per le spicce
di Giorgio Caproni

⚜️





Le bambole. Era così che suo padre chiamava gli animali imbalsamati appesi alle pareti.

E quindi, quella era la stanza delle bambole. Perché quelle quattro mura ne erano ricoperte da cima a fondo.

E lui non voleva tornarci in quella stanza. Per questo, quando il dottor Crain gli disse che sarebbero andati a caccia anche quel giorno, lui non si oppose.

«Buon compleanno, malkoto mi momche». La mamma aveva preparato una colazione speciale da portarsi dietro per il suo compleanno. «Oggi riceverai un bellissimo regalo, vedrai». Gli disse Mina, mentre infilava il sacchetto nel suo zaino.

Davil era contento che almeno una volta tornato a casa le cose sarebbero andate meglio, per questo sorrise la mamma, infilò la faretra sulle spalle e seguì il padre fuori dal castello. Con l'intenzione di dargli ascolto per non rovinare la bellissima giornata che si prospettava.

Rimase apparentemente impassibile per tutta la mattinata, seguì gli ordini di suo padre e rimase a guardare l'ennesima volpe venir sbranata dai cani. Era sicuro che non ne fossero rimaste molte, sia per via della stagione sia per via del fatto che ne avevano prese così tante da spopolare il bosco.

Quando arrivò l'ora della merenda, Davil tirò fuori il sacchetto che aveva preparato sua madre. Un panino alla cioccolata, il suo preferito. Lo divise come sempre con il dottor Crain.

Newton era contento, finalmente suo figlio iniziava a collaborare. Gli scompigliò i capelli e gli sorrise. «Buon compleanno, figliolo».

Poi addentò il panino e mangiarono insieme, per un po' parlarono della scuola e del fatto che anche Davil voleva diventare un medico, un giorno.

Si appisolarono, ancora sdraiati sulla coperta. Davil chiuse gli occhi e prese a dormire, con il sole ancora alto, era piacevole stare in mezzo alla neve. I cavalli e i cani riposarono a loro volta.

Quando Davil riaprì gli occhi, si accorse che si era fatto tardi e che il sole stava già calando. Così si guardò intorno, alla ricerca di suo padre. Dovevano tornare a casa o si sarebbero persi la sua festa di compleanno e il regalo che la mamma gli faceva trovare tutti gli anni sotto l'albero di Natale. Con un bellissimo fiocco bianco sopra.

Ma il dottor Crain era sparito. «Papà!» il quattordicenne iniziò a chiamarlo.

Non poteva essere andato lontano, lasciandolo lì da solo con i cavalli. Così Davil si mise alla ricerca temendo che presto avrebbe fatto buio e si inoltrò nel bosco.

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