"Uno novembre.
Ore zero quattro e sette di mattina.
Il soggetto è esausto, sembra delirante.
Si muove con lentezza nell'ombra, non reagisce agli stimoli.
I muscoli fanno scatti improvvisi e i farmaci non funzionano.
È un topo da laboratorio, gira e...
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Fammi sentire come ti batte il cuore con la punta della lingua.
L'animale morente di Philip Roth
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Se esiste un futuro a cui siamo predestinati, il mio e il suo erano fatti della stessa sostanza del passato.
Avevo creduto che tornare Portsmouth dai miei genitori per le vacanze mi avrebbe fatto dimenticare, almeno in parte, quello che era accaduto negli ultimi mesi. Avevo sperato di lasciarmi alle spalle, anche solo per un momento, tutto quello che avevo passato.
E per un po' aveva funzionato, era stato bello svegliarsi la mattina con la mamma che preparava la colazione e il papà già intento a sistemare le cose per andare alla scuderia, mentre intanto buttava occhiate su uno dei casi che aveva dovuto mettere da parte per godersi le vacanze.
Allo stesso tempo, era stato difficile superare la mia notte con lui. Ritornare a casa e chiedermi fino a che punto lui si fosse spinto per sapere di me, arrivare a domandarmi se non era andato tanto oltre perché credeva che io nascondessi qualcosa. E che non c'era altro modo di tirarmelo fuori, se non così.
Poi me l'ero ritrovato davanti e tutta la rabbia che mi era montata dentro a causa di quell'inganno che aveva tirato su come un castello di carta, si era attenuata e mi aveva fatto sfarfallare il cuore come ogni altra volta che lo guardavo e mi perdevo in quelle iridi tanto diverse da essere giorno e notte.
Ma mai, in quei giorni, avrei pensato di ritrovarmi nella stessa situazione che avevamo già vissuto. Solo che questa volta, il gioco si faceva serio.
Davil aveva guidato con un cappio al collo e presto ci eravamo inoltrati fuori città, aveva parcheggiato davanti un vecchio hotel sotto gli ordini dell'uomo che ci aveva presi in ostaggio. Non appena avevamo messo piede fuori dall'autovettura, altri erano arrivati ad assicurarsi che non scappassimo e che seguissimo a dovere i loro ordini.
E adesso ci ritrovavamo tutti e due in una vecchia camera d'hotel fatiscente, rovinata dalle macchie di sangue e dal tempo. Con una telecamera puntata contro già accesa a riprendere.
