Da questo buio anche la luna è corsa via

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Mimmo era stato tutta la notte a contemplare il profilo di Simone, il ragazzo che aveva incontrato il giorno prima in autobus. Aveva un profilo ben ordinato, includeva tutti i suoi amici e non solo sè stesso, e emanava proprio le stesse energie di quando lo aveva appena incontrato.

E non aveva contemplato solo quello: appena aveva ricambiato il follow, Simone gli aveva scritto e bastò solo quello per fare andare in errore il cervello di Mimmo. Non sapeva perché, era un semplice "ei, ti ricordi di me vero?", innocuo e ironico, eppure rimase tutta la notte a fissarlo senza sapere se rispondergli o meno.

Non riusciva a capire come mai tutto quell'interesse da parte del ragazzo, non che lo disturbasse ma erano sconosciuti e l'altro sembrava volergli parlare e conoscerlo come se fosse sicuro che Mimmo era un bravo ragazzo, affidabile. Come lo sembrava lui, effettivamente. Forse era questo quello che pensava Mimmo, che Simone sembrava troppo perfetto per essere interessato ad uno come lui.
Non rispose a quel messaggio sperando che l'altro ne rimanesse indignato e che non provasse più a parlargli, rigirandosi nel letto per parecchio tempo prima di trovare pace e addormentarsi.

Dormì poco, pure male, la mattina dopo fece ritardo e non riuscì nemmeno a fumarsi la sua sigaretta mattutina, però penso che l'universo come ricompensa gli aveva fatto trovare dei posti vuoti. Erano passati anni ed era ancora un miracolo.
Circondò le sue orecchie con le grandi cuffie, che portava sempre con sè ormai, e rilassò la schiena al sedile mentre la melodia scorreva velocemente nelle sue orecchie e nel suo animo.

Non era un musicista, né un cantante, compositore o qualsiasi altro ruolo artistico, però la musica la sentiva dannatamente sua. Ogni parola, o beat, scorreva nel suo sangue fino a sincronizzarsi col suo cuore per poter ballare insieme. Infatti ne apprezzava di tutti i generi, aveva una playlist ricca di canzoni del tutto diverse fra di loro, lui le adorava e le memorizzava tutte.

Chiuse gli occhi per godersi quel poco di tempo che aveva prima di entrare a scuola – affrontare le stesse noiosissime lezioni come sempre – e si rilassava sempre di più e quella volta non grazie ad una sigaretta.

Si sentì picchiettare la spalla, ma pensò fosse casuale e quindi non si disturbò ad aprire gli occhi, ma poi l'azione si ripetè più volte e quindi si tolse le cuffie di scatto mentre guardava alla sua sinistra.
Si era ritrovato il viso del ricciolino incontrato il giorno prima a pochi centimetri di distanza, che rideva divertito per la sua reazione.

"Oh ciao Simò, scusa avevo il volume troppo alto" Mimmo interruppe la sua piccola sessione e spense il cellulare, focalizzandosi su chi aveva avanti.
"Non ti preoccupare, buongiorno a te" Simone sorrise e rilassò a sua volta la schiena sullo schienale
"Non pensavo di trovarti qua pure oggi, tutto apposto?" Mimmo cercò di conversare, cercando di nascondere l'imbarazzo mentre si ricordava di aver bellamente ignorato il messaggio di Simone la sera precedente

"La moto è ancora rotta, comunque io sto bene però ti volevo chiedere perché non hai risposto al messaggio, era fuori luogo? O non ti ricordavi davvero di me?" Simone inclinò leggermente la testa a sinistra mentre lo chiedeva, era una domanda seria ma sul suo visto c'era sempre una nota sarcastica che era impossibile da fraintendere

"No, certo che mi ricordavo di te. È che mi sono dimenticato, ecco" Mimmo mentì spudoratamente e abbassò lo sguardo, notò solo in quel momento come le mani sfregassero contro i suoi jeans in modo frenetico perché erano sudaticce, fredde ma comunque sudate.

"Mh, capisco, quando torni a casa non ti dimenticare però, sennò salgo su questo autobus ogni mattina per ricordartelo" Simone si portò una mano al petto con fare drammatico e cercò di rallegrare Mimmo almeno un minimo, si notava che non era del tutto a suo agio ma Simone era convinto di non star facendo nulla di male

airforce | mimmoneWhere stories live. Discover now