E mi alzo all'alba ubriaco sull'altalena

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Mimmo dormì per la prima volta, dopo tempo, profondamente e senza spezzettarsi il sonno con continui risvegli. Forse era la stanchezza che gli procurava l'alcol, forse era altro. Quando si svegliò a causa di una suoneria fastidiosa non se lo questionò molto, a primo impatto non ricordava né cosa fosse successo quella notte né dove fosse.

Gli venne in mente quando girò il viso e incontrò quello di Simone, che era ancora del tutto rilassato mentre dormiva, non aveva sentito la sveglia. Anche mentre dormiva aveva sempre la faccia perfetta e composta.
Non voleva che si svegliasse mentre lo guardava e così pense la sveglia del suo telefono e si mise seduto sul letto, mettendosi una mano sulla fronte per il mal di testa.
Ricordava abbastanza, se non tutto.

Lui e Simone appiccicati sul motorino, lui a casa che si butta addosso Simone, come ha inspirato il suo profumo, come gli ha toccato la mano.
Cazzo.
Non voleva essere drammatico perché non era successo niente dopotutto, ma erano cose che si facevano tra amici? Forse era solo perché era ubriaco, avere atteggiamenti strani quando lo sei è normale. Si voleva dare una spiegazione perché, ubriaco lo era, ma non così tanto da non poter ragionare più.

Sentì i battiti del suo cuore accelerare e preferì alzarsi dal letto. Non sapeva se svegliare Simone, aveva mal di testa e la nausea e non sapeva se volesse andare a scuola, ma era l'ultimo giorno prima delle vacanze natalizie quindi forse non avrebbe rinunciato. Mimmo era abituato a non esser controllato e per questo faceva molte assenze, quando gli pareva.
Cercò di non soffermarsi su troppe notizie in pochi secondi e sospirò prima di avvicinarsi a Simone di nuovo e scuoterlo. Non avrebbe voluto svegliarlo lo stesso perché era bello quando dormiva, però non voleva essere la causa delle sue assenze.

"Mimmo?" fu la prima cosa ad uscire dalla bocca di Simone e il biondino perse un battito a sentirlo, soprattutto con la voce impastata e più rauca del solito. Mì, svegliati.
"Eh, sono io, vedi di svegliarti che dobbiamo andare a scuola" lasciò la presa sulla spalla dell'altro e si allontanò, uscendo impazientemente dalla camera di Simone per andare nella sua. Era troppo imbarazzato dopo quello che aveva fatto la sera prima per guardare Simone in quel momento.

Il ricciolino realizzò di essere sveglio quando sentì la porta di camera sua sbattere, capì che fosse Mimmo perché allungò un braccio dall'altra parte del letto e lui non c'era.
Sospirò e si stropicciò gli occhi, per fortuna era l'ultimo giorno in cui doveva svegliarsi così presto, ma non riuscì tanto a focalizzarsi sulle vacanze perché stava pensando a Mimmo.
Cliché. Voleva smentire tutto quello che era successo basandosi sull'alcol che Mimmo aveva ingerito, ma non riusciva a pensare che fosse stato tutto falso.

Mimmo non avrebbe fatto quello che ha fatto se fosse stato sobrio? Questo si chiedeva.
Un po' si odiava perché era sempre lui a farsi pensieri sbagliati con alcuni ragazzi, e non era mai ricambiato. Si affezionava troppo facilmente, senza motivo, non voleva che riaccadesse.
È successo con Manuel, ma si erano affezionati troppo per non riparlarsi e quindi avevano deciso di ricominciare col piede giusto. Ma Mimmo era diverso da Manuel, e sarebbe stato un casino se avessero avuto impicci mentre vivevano sotto lo stesso tetto.

Simone si grattò la nuca e si alzò, anche se lentamente e stando attento a non cadere, e solo a intravedersi nello specchio del bagno aveva paura di andare a fare colazione perché – se di solito sembrava morto – in quel momento era peggio. Si sciacquò la faccia con l'acqua bollente un paio di volte e poi si fece coraggio per scendere di sotto. Non sapeva se ci fosse stato Mimmo. Non sembrava tipo da colazione, ma se ci fosse stato non sapeva nemmeno se gli sarebbe stato consentito guardarlo in viso.
Non è che poi Mimmo si vergognava? Come succedeva con Manuel?

Si fece coraggio e, dopo essersi cambiato, uscì dalla sua stanza andando velocemente verso le scale. Già sentiva le voci della nonna e Dante battibeccare, a volte si chiedeva se fossero troppo diversi o era semplicemente impossibile non battibeccare con Dante. Probabilmente la seconda opzione.
"Buongiorno" disse Simone, distogliendo subito lo sguardo da Mimmo prima che lui si voltasse, aveva un'espressione – non si poteva definire, non contenta sicuramente –. In quel momento sembrava che la vita scorresse velocemente come al solito ma loro avevano una bolla attorno che, purtroppo, potevano capire solo loro.

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