Vuole scappare come me, con me, ci pensa

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Mimmo e Simone avevano provato tutto il pomeriggio a studiare, a far entrare un po' di matematica nel cervello del biondino e un po' di filosofia in quello di Simone, ci avevano provato almeno. Mimmo faceva una pausa sigaretta ogni ora e mezza, si era giustificato col fatto che il giorno prima e nemmeno quello attuale aveva fumato, rassicurando più le sue illusioni che Simone.

Quest'ultimo invece non riusciva proprio a concentrarsi, apparte per quanto riguardava la matematica – che riusciva a fare senza ragionare troppo –, staccava sempre lo sguardo dai libri e si concentrava su altro, o su Mimmo.
"Vabbè Simò ja, non conviene" così gli aveva detto il ragazzo prima di buttarsi sul letto di Simone, non aveva abbastanza forze per lamentarsi e quindi scelse di stare in silenzio.

"Oggi pomeriggio non ho dormito, mi sento distrutto" fece Simone, chiudendo tutti i libri che aveva davanti.
"Dormi ogni pomeriggio?" chiese Mimmo
"Sì, o almeno quelli dove non ho gli allenamenti di rugby, che non so quando farò perché le hanno rimandate. Non vedo l'ora arrivino le vacanze"

Vero, le vacanze. Natale era alle porte, mancava solo una settimana, e Mimmo non lo aveva realizzato. Forse l'ultima volta in cui aveva sentito lo spirito natalizio e il divertimento di stare a casa due settimane era da bambino, alle elementari, quando gli facevano scegliere i giochi che voleva. Negli ultimi anni non lo aveva festeggiato, ma se avesse vissuto in villa Balestra forse lo avrebbe fatto.
"Voi festeggiate? Cioè... cenone, albero, regali?" era esitante, ma gli sembrava giusto chiedere per sicurezza

"Ovvio, forse torna anche mia madre nelle feste, poi la conosci" Simone sorrise leggermente al pensiero della madre, erano particolarmente legati fra di loro perché Simone è cresciuto praticamente solo con lei, Mimmo però poté solo dedurlo.
"Io non lo festeggio da un po', spero che non organizziate party di merda perché non ci vengo manco morto" Mimmo si mise le mani dietro al capo e guardò il soffitto, non lo aveva notato prima ma Simone aveva una specie di luce che proiettava delle stelle sul soffitto, quelle dei bambini. Lo trovò carino, sicuramente era meglio guardare quelle quando non riusciva a dormire la notte.

"Tu inizia a venire a quella di stasera, magari ci trovi gusto" Simone sorrise e anche l'altro non si trattenne ma si rifiutò di rispondere, era fin troppo sicuro che non gli sarebbe piaciuta nemmeno quella della sera stessa, ma tutto pur di non stare da solo a deprimersi.
Prima che potesse continuare la loro conversazione ci fu una chiamata di Manuel, a cui Simone subito rispose mentre si allontanava e usciva per affacciarsi al balcone, per avere più privacy.

Mimmo nemmeno ci provava ad aprire il telefono per controllare qualsiasi cosa, si sarebbe addormentato lì, su quel letto, ma decise che forse era meglio evitare. Sgattaiolò fuori dalla stanza e scese giù, in una stanza simile ad una libreria c'era Dante, che leggeva qualcosa mentre era seduto. Tutto in quella casa sembrava pacifico.

"Professò che leggete?" Mimmo entrò nella stanza, sedendosi sulla scrivania mentre si guardava attorno, c'erano troppi libri ed era più che probabile che Dante li avesse letti tutti – o almeno la maggior parte –.
"Socrate, quest'anno ho una terza e ne voglio parlare, sai già che è un filosofo molto importante" rispose, mentre si levava gli occhiali per guardare meglio Mimmo.

"E certo che lo so, è il mio preferito" commentò il biondino, non aggiungendo altro mentre si guardava ancora attorno, sembrava stesse cercando un indizio per sapere qualcosa in più, ma non sapeva mettere a fuoco in quell'ammasso di libri che sembravano essere uguali.

"Tu e Simone da quanto parlate? Siete amici?" Dante non sapeva bene come continuare la conversazione, quindi cercò di capire qualcosa in più.
"Ma in realtà non lo so, ci conosciamo da tre giorni forse, l'ho incontrato sull'autobus" Mimmo scrollò le spalle guardando il professore mentre pensava a cosa dire "io non lo conosco bene però posso dire che un po' vi somiglia, forse è più delicato" lo prese in giro ridendo, tra lui e Dante era rimasto quel tipo di formalità però avevano un rapporto ben più stretto.

airforce | mimmoneWhere stories live. Discover now