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Il giorno dopo a Longbourn il sipario si aprì su una nuova scena. Mr. Collins fece la sua dichiarazione formale. Avendo deciso di farlo senza perdere tempo, dato che il permesso di assen- tarsi durava solo fino al sabato successivo, e non provando, persino in quel momento, nessun sentimento di insicurezza che potesse procurargli una qualche ansia, si accinse a farlo in modo molto meticoloso, seguendo tutte le regole che supponeva fossero di prammatica nella faccenda. Subito dopo colazione, essendosi trovato con Mrs. Bennet, Elizabeth e una delle figlie minori, si rivolse alla madre con queste parole,
"Posso sperare, signora, nel vostro appoggio nei confronti della vostra bella figliola Elizabeth, nel sollecitare l'onore di un colloquio privato con lei nel corso della mattinata?"
Prima che Elizabeth avesse tempo per nient'altro che arrossire per la sorpresa, Mrs. Bennet aveva già risposto,
"Oh, mio Dio! Sì... certo. Sono sicura che Lizzy ne sarà felicissima. Sono sicura che non abbia nulla in contrario. Vieni Kitty, ho bisogno di te di sopra." E, dopo aver raccolto il proprio lavoro, stava andandosene in fretta, quando Elizabeth la richiamò,
"Cara signora, non andate. Vi prego di non andarvene. Mr. Collins mi deve scusare. Non può avere nulla da dirmi che altri non possano sentire. Me ne andrò anch'io."
"No, no, sciocchezze, Lizzy. Voglio che resti dove sei." E dato che Elizabeth sembrava davvero, con aria irritata e imbarazzata, in procinto di scappare, aggiunse, "Lizzy, insisto affinché tu rimanga ad ascoltare Mr. Collins."
Elizabeth non poteva opporsi a una imposizione del genere, e resasi conto, dopo un attimo di riflessione, che sarebbe stato più saggio farla finita nel modo più veloce e tranquillo possibile, si rimise seduta, e cercò di nascondere il tumulto dei propri sentimenti, divisi fra timore e divertimento. Mrs. Bennet e Kitty uscirono, e non appena andate via Mr. Collins cominciò.
"Credetemi, mia cara Miss Elizabeth, la vostra modestia è ben lungi dal rendervi un cattivo servizio, si aggiunge piuttosto alle vostre altre perfezioni. Sareste risultata meno amabile ai miei occhi se non ci fosse stata questa piccola ritrosia; ma per- mettetemi di assicurarvi di come io abbia il permesso della vostra stimata madre per questo colloquio. Non potete certo avere dubbi sullo scopo del mio discorso, anche se la vostra delicatezza vi porta a dissimulare; le mie attenzioni sono state troppo evidenti per essere fraintese. Quasi subito, una volta entrato in questa casa, ho scelto voi come la compagna della mia vita futura. Ma prima di lasciarmi trasportare dai miei sentimenti in proposito, forse sarà opportuno che esponga le ragioni che ho per sposarmi, e, inoltre, quelle che mi hanno portato nell'Hertfordshire con l'intento di trovare una moglie, come appunto ho fatto."
L'idea di Mr. Collins, con tutta la sua solenne compostezza, che si lasciava trasportare dai sentimenti, fece talmente ridere dentro di sé Elizabeth che non fu in grado di approfittare della breve pausa che lui si era concesso per provare a impedirgli di andare avanti, e lui proseguì:
"Le ragioni per sposarmi sono, in primo luogo, che ritengo giusto per ogni ecclesiastico in condizioni agiate (come me) dare l'esempio del matrimonio nella propria parrocchia. Secondo, sono convinto che ciò contribuirà moltissimo alla mia felicità; e terzo ma forse avrei dovuto menzionarlo per primo - che que- sto è stato il consiglio e la raccomandazione particolare della nobilissima signora che ho l'onore di chiamare mia patronessa. Due volte si è degnata di fornirmi la sua opinione (e non richiesta!) su questo argomento; ed è stato proprio il sabato sera precedente la mia partenza da Hunsford, durante una mano di quadriglia, mentre Mrs. Jenkinson stava sistemando il poggiapiedi di Miss de Bourgh, che ha detto, «Mr. Collins, dovete sposarvi. Un ecclesiastico come voi deve sposarsi. Scegliete in modo appropriato, scegliete una gentildonna per riguardo a me, e per riguardo a voi, fate che sia una persona attiva ed efficiente, senza troppe pretese, ma capace di far fruttare bene una piccola entrata. Questo è il mio consiglio. Trovatevi una donna così il più presto possibile, portatela a Hunsford e io le farò visita.» A proposito, permettetemi di osservare. mia bella cugina, come io non reputi certo le attenzioni e la gentilezza di Lady Catherine de Bourgh tra i vantaggi di minore importanza che sono in grado di offrire. Troverete i suoi modi superiori a qualsiasi possibile descrizione; e la vostra intelligenza e vivacità credo le saranno sicuramente gradite, specialmente se moderate dal silenzio e dal rispetto inevitabilmente stimolati dal suo rango. Questo per quanto riguarda la mia propensione generale al matrimonio; resta da dire il perché il mio sguardo si sia rivolto a Longbourn invece che al mio vicinato, dove vi posso assicurare che ci sono molte amabili fanciulle. Il fatto è che essendo, come sono, l'erede di questa proprietà dopo la morte del vostro stimato padre (al quale auguro, tuttavia, di vivere ancora per molti anni), non avrei potuto ritenermi soddisfatto se non avessi deciso di scegliere una moglie tra le sue figlie, affinché la perdita per loro potesse essere ridotta il più possibile, quando avrà luogo il triste evento che, tuttavia, come ho già detto, mi auguro non avvenga prima di diversi anni. Questo è stato il motivo, mia bella cugina, e mi lusingo che non mi faccia scadere nella vostra stima. E ora non mi resta che assicurarvi con le parole più appassionate la violenza del mio affetto. Al denaro sono perfettamente indifferente, e non farò nessuna richiesta del genere a vostro padre, anche perché sono ben conscio che non potrebbe essere soddisfatta, e che mille sterline al 4 per cento, che non saranno vostre fino alla dipartita di vostra madre, è tutto ciò che possiate mai rivendicare. Su questo punto, perciò, manterrò un immutabile silenzio, e vi posso assicurare che nessun ingeneroso rimprovero uscirà mai dalle mie labbra dopo esserci sposati."
A questo punto era assolutamente necessario interromperlo.
"Siete troppo frettoloso, signore", esclamò lei. "Dimenticate che non ho dato nessuna risposta. Permettetemi di farlo senza ulteriori indugi. Accettate i miei ringraziamenti per l'omaggio che mi state facendo. Sono consapevole dell'onore della vostra proposta, ma per me è impossibile fare altro che rifiutarla."
"So bene, e non da ora", replicò Mr. Collins, con un cerimonioso gesto della mano, "che tra le signorine si usa respingere la proposta di un uomo che esse intendono segretamente accettare, quando lui richiede per la prima volta i loro favori; e che talvolta il rifiuto è ripetuto una seconda e persino una terza volta. Non mi ritengo quindi minimamente scoraggiato da ciò che avete appena detto, e spero di condurvi all'altare quanto prima."
"Parola mia, signore", esclamò Elizabeth, "la vostra speranza è piuttosto singolare dopo la mia dichiarazione. Vi assicuro di non essere una di quelle signorine (se esistono signorine del genere) così audaci da affidare la propria felicità alla possibilità di una seconda proposta. Sono perfettamente seria nel mio rifiuto. Voi non potreste rendere felice me, e sono convinta di essere l'ultima donna al mondo che potrebbe rendere felice voi. Inoltre, se la vostra amica Lady Catherine mi conoscesse, sono convinta che mi troverebbe sotto tutti i punti di vista inadeguata alla situazione." "Se ci fosse la certezza che Lady Catherine dovesse pensarla così..." disse Mr. Collins con molta gravità, "ma non riesco a immaginare nulla che sua signoria possa avere da ridire su di voi. E potete star certa che quando avrò l'onore di rivederla parlerò in termini entusiastici della vostra modestia, della vostra parsimonia e delle altre vostre amabili qualità."
"Credetemi, Mr. Collins, tutti questi elogi non saranno necessari. Dovete permettermi di giudicare da me, e farmi l'onore di credere a ciò che dico. Vi auguro di essere molto felice e altrettanto ricco, e rifiutando la vostra mano faccio tutto quello che è in mio potere per impedire che accada altrimenti. Facen- domi questa proposta avete certamente soddisfatto la delicatezza dei vostri sentimenti riguardo alla mia famiglia, e, a suo tempo, potrete prendere possesso di Longbourn senza farvi nessun rimprovero. La faccenda, quindi, può essere considerata definitivamente conclusa." Ed essendosi alzata mentre stava parlando, avrebbe lasciato la stanza, se Mr. Collins non si fosse rivolto a lei in questo modo,
"Quando avrò l'onore di parlare di questo argomento la prossima volta spero di ricevere una risposta più favorevole di quella che mi avete dato ora, anche se sono ben lungi dall'accusarvi di crudeltà in questo momento, poiché so che è una radicata abitudine del vostro sesso respingere un uomo in occasione della prima proposta, e forse finora avete detto, per incoraggiare la mia causa, quanto basta a essere conforme alla genuina delicatezza dell'animo femminile."
"Insomma, Mr. Collins", esclamò Elizabeth con una certa veemenza, "mi mettete in enorme imbarazzo. Se ciò che ho detto finora può apparirvi una forma di incoraggiamento, non so proprio come esprimere il mio rifiuto in un modo che possa convincervi che proprio di questo si tratta."
"Dovete consentirmi, mia cara cugina, di ritenere che il vostro rifiuto sia solo una convenzione. Le mie ragioni per crederlo sono in breve le seguenti: non mi sembra che la mia mano sia indegna di essere accettata, o che la sistemazione che vi offro possa essere altro che estremamente desiderabile. La mia posizione sociale, le mie relazioni con la famiglia de Bourgh e la parentela con voi sono circostanze altamente in mio favore; e dovete considerare, inoltre, che nonostante le vostre molteplici attrattive, non è affatto certo che possiate ricevere un'altra offerta di matrimonio. La vostra quota di eredità è sfortunatamente così esigua che con tutta probabilità annullerà gli effetti delle vostre incantevoli e amabili qualità. Perciò, dovendo concludere che non siate seriamente intenzionata a rifiutarmi, ritengo di poter attribuire il rifiuto al vostro desiderio di accrescere il mio amore con l'incertezza, com'è consuetudine fare da parte delle donne eleganti."
"Vi assicuro, signore, che non ho nessuna pretesa verso quel tipo di eleganza che consiste nel tormentare un uomo rispettabile. Vorrei piuttosto che mi si facesse il complimento di essere ritenuta sincera. Vi ringrazio per l'ennesima volta per l'onore che mi avete fatto con la vostra proposta, ma accettarla mi è assolutamente impossibile. I miei sentimenti me lo impediscono da tutti i punti di vista. Potrei essere più chiara di così? Ora non consideratemi come una donna elegante che ha intenzione di tormentarvi, ma una creatura razionale che dice la verità dal profondo del cuore."
"Siete sempre adorabile!" esclamò lui, con aria di goffa galanteria; "e sono convinto che una volta sanzionata dall'esplicita autorità di entrambi i vostri eccellenti genitori, la mia proposta non mancherà di essere accettata."
Di fronte a una tale perseveranza nell'illudersi con caparbia determinazione, Elizabeth non trovò nessuna riposta, e si ritirò subito e in silenzio, decisa, se lui avesse insistito nel considerare i suoi ripetuti rifiuti come un lusinghiero incoraggiamento, a rivolgersi al padre, il cui diniego poteva essere pronunciato in maniera tale da essere inoppugnabile, e il cui comportamento non avrebbe potuto essere scambiato per ostentazione e civetteria da parte di una donna elegante.

Orgoglio e PregiudizioTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang