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Elizabeth ebbe la soddisfazione di ricevere una risposta alla sua lettera nel più breve tempo possibile. Non appena ne fu in pos- sesso, corse nel boschetto, dove era meno probabile che fosse interrotta, si sedette su una delle panchine e si preparò a essere soddisfatta, poiché la lunghezza della lettera l'aveva convinta che non contenesse un diniego.

Gracechurch Street, 6 set.
Mia cara nipote,
Ho appena ricevuto la tua lettera, e dedicherò l'intera matti- nata a rispondere, poiché prevedo che un breve scritto non riu- scirebbe a contenere quello che ho da dirti. Devo confessare di essere rimasta sorpresa dalla tua richiesta; da te non me l'aspet- tavo. Comunque, non credere che io sia in collera, poiché vo- glio solo farti sapere che non immaginavo fossero necessarie tali domande da parte tua. Se non sei disposta a capirmi, perdo- na la mia impertinenza. Tuo zio è rimasto sorpreso quanto me, e nulla, se non la convinzione che tu fossi coinvolta, gli avrebbe consentito di agire come ha fatto. Ma se sei davvero innocente e ignara, dovrò essere più esplicita. Lo stesso giorno del mio arri- vo da Longbourn, tuo zio aveva avuto una visita totalmente ina- spettata. Era venuto Mr. Darcy, e si era rinchiuso con lui per di- verse ore. Era tutto finito prima che io arrivassi, e quindi la mia curiosità non è stata messa così tremendamente alla prova come sembra sia stata la tua. Era venuto a dire a Mr. Gardiner di ave- re scoperto dove si trovavano tua sorella e Wickham, e che si era incontrato e aveva parlato con entrambi, più volte con Wic- kham, una volta con Lydia. Da quello che ho potuto capire, aveva lasciato il Derbyshire solo un giorno dopo di noi, ed era arrivato in città deciso a rintracciarli. Il motivo dichiarato, era la sua convinzione che si dovesse a lui il fatto che l'indegnità di Wickham non fosse nota abbastanza, tanto da rendere impossi- bile per qualsiasi ragazza per bene innamorarsi o fidarsi di lui. Imputava generosamente tutto questo al suo orgoglio sbagliato, e confessò che prima di allora aveva pensato che fosse indegno di lui rivelare al mondo i propri affari privati. Era il carattere di Wickham a doversi svelare da solo. Dichiarò perciò suo dovere farsi avanti, e tentare di rimediare a un male che era stato provocato da lui stesso. Se poi il motivo fosse stato un altro, sono certa che gli avrebbe comunque fatto onore. Era già da alcuni giorni in città, quando era riuscito a scoprirli; ma per indirizzare le sue ricerche disponeva di qualcosa di più di quanto avessimo noi, e questa consapevolezza era stata un'altra ragione per farlo decidere a seguirci. C'è una signora, sembra, una certa Mrs. Younge, che tempo fa era stata l'istitutrice di Miss Darcy, e che era stata licenziata perché colpevole di qualcosa di riprovevole, sebbene non abbia detto di che cosa. Lei poi aveva preso una grande casa a Edward Street, e da allora si manteneva affittando le stanze. Questa Mrs. Younge era, come lui sapeva, un'intima amica di Wickham, e così, non appena arrivato in città, era an- dato da lei per avere informazioni. Ma ci vollero due o tre gior- ni prima di poter ottenere ciò che voleva. Presumo che lei non volesse tradirlo senza guadagnarci qualcosa, poiché in realtà sa- peva dove poter trovare il suo amico. Wickham in effetti, era andato da lei non appena arrivato a Londra, e se fosse stata in grado di ospitarli in casa sua avrebbero preso alloggio lì. Alla fine, comunque, il nostro gentile amico si era procurato il tanto desiderato indirizzo. Erano a * Street. Aveva visto Wickham, e poi aveva insistito per vedere Lydia. Riconobbe che il suo sco- po originario era stato di persuaderla ad abbandonare la situa- zione disonorevole in cui si trovava, e a tornare dai suoi fami- liari non appena si fosse riusciti a convincerli ad accoglierla, of- frendo il suo aiuto, fin dove fosse stato possibile. Ma aveva scoperto che Lydia era assolutamente decisa a restare dov'era. Non si curava di nessuno dei suoi familiari, non voleva aiuti da lui, non voleva sentir parlare di lasciare Wickham. Era certa che un giorno o l'altro si sarebbero sposati, e non si preoccupava troppo di quando. Visto che questi erano i suoi sentimenti, lui pensò che restasse solo una cosa da fare, farli sposare al più presto, il che, da quanto aveva chiaramente capito nella sua prima conversazione con Wickham, non era mai stata la sua in- tenzione. Lui aveva ammesso di essere stato costretto a lasciare il reggimento, a causa di alcuni debiti d'onore molto pressanti, e non aveva avuto scrupoli nell'addossare le conseguenze negati- ve della fuga di Lydia solo alla follia di lei. Aveva intenzione di rinunciare immediatamente al brevetto da ufficiale e, quanto al suo futuro, era in grado di dire ben poco. Sarebbe andato da qualche parte, ma non sapeva dove, e si rendeva conto che non avrebbe avuto nulla di cui vivere. Mr. Darcy gli aveva chiesto perché non avesse sposato subito tua sorella. Anche se Mr. Bennet non poteva essere ritenuto ricco, sarebbe stato in grado di fare qualcosa per lui, e la sua situazione avrebbe tratto van- taggio da quel matrimonio. Ma, dalla risposta a quella doman- da, aveva scoperto che Wickham nutriva ancora la speranza di fare la sua fortuna attraverso un matrimonio più vantaggioso, da qualche altra parte. Nella sua attuale situazione, tuttavia, non era improbabile che fosse immune dalla tentazione di un aiuto immediato. Si erano incontrati diverse volte, poiché c'era molto da discutere. Wickham voleva più di quanto potesse ottenere, ma alla fine era stato ridotto alla ragione. Una volta sistemato tutto tra di loro, il passo successivo di Mr. Darcy era stato quel- lo di informarne tuo zio, ed era venuto per la prima volta a Gra- cechurch Street la sera prima che io tornassi. Ma Mr. Gardiner non c'era, e Mr. Darcy scoprì, informandosi meglio, che tuo pa- dre era ancora con lui, ma che avrebbe lasciato Londra il giorno dopo. Non riteneva che tuo padre fosse una persona con la qua- le consultarsi come avrebbe potuto fare con tuo zio, e quindi decise di rimandare la visita fino alla partenza del primo. Non aveva lasciato il suo nome, e fino al giorno successivo si seppe soltanto che era venuto un gentiluomo per affari. Sabato tornò. Tuo padre se n'era andato, tuo zio era in casa, e, come ho detto prima, ebbero un bel po' di cose da dirsi. Si videro di nuovo domenica, e poi l'ho incontrato anche io. Non fu tutto sistemato fino a lunedì e, non appena fatto, fu spedito l'espresso a Long- bourn. Ma il nostro visitatore era molto ostinato. Ho l'impres- sione, Lizzy, che dopo tutto il suo peggior difetto sia l'ostina- zione. È stato accusato, in tempi diversi, di molti difetti, ma questo è quello vero. Nulla doveva essere fatto se non da lui stesso, anche se sono sicura (e non lo dico per essere ringrazia- ta, perciò non farne parola) che tuo zio avrebbe volentieri si- stemato tutto. La contesa è andata avanti a lungo, più di quanto sia il gentiluomo che la signora interessati meritassero. Ma alla fine tuo zio è stato costretto a cedere, e invece di aver modo di essere utile alla nipote, è stato costretto ad accollarsene solo il merito, cosa che ha fatto con molta riluttanza; e credo proprio che la tua lettera di stamattina gli abbia fatto molto piacere, poi- ché richiedeva una spiegazione che lo privava di una veste che non gli apparteneva, ridandola a chi di dovere. Ma, Lizzy, tutto questo non deve andare oltre te, o al massimo Jane. Sai benis- simo, immagino, che cosa è stato fatto per la coppia. I suoi de- biti saranno pagati, per un ammontare che credo sia notevol- mente superiore a un migliaio di sterline, altre mille in aggiunta a quelle stabilite per la dote di lei, più l'acquisto del brevetto da ufficiale. Il motivo per cui tutto questo dovesse essere fatto da lui solo è quello che ho detto prima. Era stato a causa sua, del suo riserbo e della mancanza di una riflessione appropriata, che il carattere di Wickham era stato così frainteso, e, di conseguen- za, che era stato accolto e giudicato in quel modo. Forse c'era un po' di verità in questo, anche se dubito che il suo riserbo, o il riserbo di altri, possa essere invocato in questa circostanza. Ma nonostante tutte queste belle parole, mia cara Lizzy, puoi essere assolutamente certa che tuo zio non avrebbe mai ceduto, se non avessimo creduto in un altro interesse nella faccenda. Una volta risolto tutto, fece ritorno dai suoi amici, che erano ancora a Pemberley, ma eravamo d'accordo che sarebbe stato di nuovo a Londra quando avrebbero avuto luogo le nozze, e tutte le que- stioni economiche si sarebbero concluse. Credo a questo punto di averti detto tutto. È un resoconto che, a quanto mi dici, ti sorprenderà molto; spero almeno che non risulti spiacevole. Ly- dia venne da noi, e Wickham fu ammesso costantemente in ca- sa. Lui era esattamente com'è sempre stato quando l'ho cono- sciuto nell'Hertfordshire; ma non ti direi quanto sono rimasta poco soddisfatta del comportamento di lei mentre è stata con noi, se non avessi capito, dalla lettera di Jane di mercoledì scor- so, che la sua condotta al ritorno a casa è stata esattamente dello stesso tenore, e quindi ciò che ti dico ora non può darti nessuna pena ulteriore. Ho parlato con lei ripetutamente nella maniera più seria possibile, mettendo in luce tutta l'immoralità di ciò che aveva fatto, e tutta l'infelicità che aveva provocato alla famiglia. Se mi ha ascoltata è stato per caso, poiché sono certa che non stava a sentire. Talvolta mi sono sentita davvero irritata, ma poi mi venivano in mente le mie care Elizabeth e Jane, e per amor loro ho avuto pazienza con lei. Mr. Darcy tornò puntualmente e, come vi ha detto Lydia, era presente alle nozze. Ha pranzato con noi il giorno dopo, e ha lasciato la città mercoledì o giove- dì. Sarai in collera con me, mia cara Lizzy, se colgo questa oc- casione per dire (cosa che non ho mai osato dire prima) quanto mi piace. Il suo comportamento verso di noi è stato, da ogni punto di vista, piacevole come quando eravamo nel Derbyshire. Mi piacciono la sua intelligenza e i suoi giudizi; non gli manca nulla se non un po' di vivacità, e quella, se si sposerà in modo avveduto, gliela insegnerà la moglie. L'ho trovato molto riserva- to; non ha praticamente mai fatto il tuo nome. Ma la riservatez- za sembra vada di moda. Ti prego di perdonarmi se ho immagi- nato troppo, e almeno di non punirmi in modo così eccessivo da escludermi da P. Non sarò mai contenta fino a quando non avrò fatto il giro completo del parco. Un calessino, con un bel paio di pony, sarebbe la cosa migliore. Ma devo smettere di scrivere. I bambini mi reclamano da mezzora. Sinceramente tua,
M. Gardiner.

Orgoglio e PregiudizioDonde viven las historias. Descúbrelo ahora