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Mr. Wickham rimase così pienamente soddisfatto da quella conversazione, che non si afflisse più, né stimolò la cara cogna- ta Elizabeth, riprendendo l'argomento; e lei fu lieta di scoprire che aveva detto abbastanza per farlo tacere.
Arrivò presto il giorno della partenza sua e di Lydia, e Mrs. Bennet fu costretta a subire una separazione che, visto l'assoluto diniego del marito ad accogliere il suo progetto di andare tutti a Newcastle, era probabile si protraesse almeno per un anno.
"Oh! mia cara Lydia", esclamò, "quando ci rivedremo?"
"O, signore! non lo so. Non per i prossimi due o tre anni for- se."
"Scrivimi molto spesso, mia cara."
"Tanto spesso quanto potrò. Ma sai che una donna sposata non ha mai molto tempo per scrivere. Le mie sorelle potranno scrivermi. Non avranno altro da fare."
Gli addii di Mr. Wickham furono molto più affettuosi di quelli della moglie. Sorrise, mise in mostra la propria bellezza, e disse molte cose carine.
"È proprio un bel tipo", disse Mr. Bennet, non appena furono usciti, "com'è sempre stato. Fa sorrisetti, smorfie strane, ci fa la corte a tutti. Sono straordinariamente fiero di lui. Sfido persino lo stesso Sir William Lucas, a esibire un genero più apprezzabi- le."
La perdita della figlia rese Mrs. Bennet molto triste per di- versi giorni.
"Penso spesso", disse, "che non c'è nulla di peggio di sepa- rarsi dai propri cari. Ci si sente così infelici senza di loro."
"Be', signora, è la conseguenza del matrimonio di una fi- glia", disse Elizabeth. "Dovreste essere ancora più soddisfatta che le altre quattro siano nubili."
"Non è così. Lydia non mi ha lasciata perché si è sposata, ma solo perché è capitato che il reggimento del marito fosse così lontano. Se fosse stato più vicino, non se ne sarebbe andata così presto."
Ma la condizione di avvilimento in cui era stata gettata da quell'evento fu in breve alleviata, e il suo animo si aprì di nuovo all'eccitazione della speranza, grazie a una notizia che iniziò al- lora a circolare. La governante di Netherfield aveva ricevuto l'ordine di prepararsi all'arrivo del suo padrone, che sarebbe giunto entro uno o due giorni per qualche settimana di caccia. Mrs. Bennet era sulle spine. Squadrava Jane, e a fasi alterne sorrideva e scuoteva la testa.
"Bene, bene, e così Mr. Bingley sta arrivando, sorella" (poi- ché Mrs. Phillips era stata la prima a portarle la notizia). "Be', tanto meglio. Non che me ne importi, comunque. Sai che non ha nulla a che fare con noi, e puoi star certa che non ho nessuna voglia di rivederlo. Tuttavia, se vuole venire a Netherfield è il benvenuto. E chi lo sa quello che può succedere? Ma a noi non ci riguarda. Come sai, sorella, da tempo siamo d'accordo a non dirne mai più una parola. E così, è proprio sicuro che stia arri- vando?"
"Ci puoi contare", rispose l'altra, "perché ieri sera Mrs. Ni- cholls era a Meryton; l'ho vista passare, e sono uscita di propo- sito per sapere se era vero; e lei mi ha detto che era sicuramente così. Arriverà al massimo giovedì, molto probabilmente merco- ledì. Lei stava andando dal macellaio, così mi ha detto, per or- dinare un po' di carne per mercoledì, e ha preso tre paia di ana- tre bell'e pronte per essere ammazzate."
Miss Bennet non era riuscita a sentire del suo arrivo senza cambiare di colore. Erano passati molti mesi da quando ne ave- va menzionato il nome a Elizabeth; ma ora, non appena furono da sole, disse,
"L'ho visto che mi stavi guardando oggi, Lizzy, quando la zia ci diceva la notizia del giorno; e so che sembravo turbata. Ma non pensare che fosse per qualche strano motivo. È stato solo un momento di imbarazzo, perché sapevo che sarei stata osservata. Ti assicuro che la notizia non mi procura né gioia né pena. Di una cosa sono lieta, che viene da solo, poiché lo ve- dremo di meno. Non che tema per me stessa, ma ho paura dei commenti degli altri."
Elizabeth non sapeva che cosa pensare. Se non l'avesse visto nel Derbyshire, avrebbe potuto supporre che venisse con nessun altro scopo se non quello dichiarato; ma lo credeva ancora in- namorato di Jane, ed era indecisa su quale fosse la probabilità maggiore tra il fatto che venisse con il permesso dell'amico, o fosse audace abbastanza da venire senza quel permesso.
"Eppure non è giusto", pensava talvolta, "che il pover'uomo non possa venire in una casa che ha regolarmente preso in affit- to, senza far sorgere tutte queste ipotesi! Io voglio lasciarlo in pace." Nonostante quanto affermava la sorella, sinceramente con- vinta che i propri sentimenti fossero quelli, in attesa del suo ar- rivo, Elizabeth poteva chiaramente percepire come ne fosse tur- bata. Era più confusa, più distratta, di quanto avesse spesso no- tato.
L'argomento che era stato con tanto fervore discusso tra i lo- ro genitori, quasi un anno prima, fu sollevato di nuovo.
"Non appena arriva Mr. Bingley, mio caro", disse Mrs. Ben- net, "andrai ovviamente a fargli visita."
"No, no. L'anno scorso mi hai costretto a quella visita, e mi avevi promesso che se fossi andato avrebbe sposato una delle mie figlie. Ma è finita con un nulla di fatto, e non accetterò di nuovo un incarico senza senso."
La moglie gli fece presente come un'attenzione del genere fosse assolutamente necessaria da parte di tutti i gentiluomini dei dintorni, al suo ritorno a Netherfield.
"È una formalità che detesto", disse lui. "Se sente il bisogno della nostra compagnia, che sia lui a cercarci. Sa dove abitiamo. Non sprecherò il mio tempo a correre dietro ai miei vicini ogni volta che se ne vanno e ritornano."
"Be', tutto quello che so è che sarà un'enorme scortesia se non lo vai a trovare. Tuttavia, questo non mi impedirà di invi- tarlo a pranzo, e sono decisa a farlo. Presto verranno Mrs. Long e i Goulding. Saremo in tredici, compresi noi, e così ci sarà giu- sto il posto a tavola per lui."
Consolata da questa decisione, riuscì a sopportare meglio la maleducazione del marito, anche se si sentiva molto mortificata sapendo che, a causa di ciò, tutti i suoi vicini avrebbero incon- trato Mr. Bingley prima di loro. Quando il giorno del suo arrivo fu vicino,
"Comincio a essere dispiaciuta per il solo fatto che venga", disse Jane alla sorella. "Non sarebbe nulla, potrei rivederlo con perfetta indifferenza, ma non riesco a sopportare di sentirne continuamente parlare. La mamma ha intenzioni buone, ma non capisce, nessuno può capire quanto soffro per quello che dice. Come sarò felice, quando il suo soggiorno a Netherfield sarà finito!"
"Vorrei poter dire qualcosa per consolarti", rispose Eliza- beth; "ma proprio non ci riesco. Devi capirmi; e mi è negata an- che la solita soddisfazione di predicare la pazienza a chi soffre, poiché tu ne hai sempre così tanta."
Mr. Bingley arrivò. Mrs. Bennet, per mezzo della servitù, riuscì a essere la prima a saperlo, affinché il periodo di ansia e agitazione da parte sua fosse il più lungo possibile. Contava i giorni che dovevano passare prima di poter mandare l'invito; disperava di poterlo incontrare prima. Ma il terzo giorno dopo il suo arrivo nell'Hertfordshire lo vide, dalla finestra del suo spo- gliatoio, entrare dal cancello e cavalcare verso la casa.
Le figlie furono subito chiamate a condividere la sua gioia. Jane restò risolutamente seduta al suo posto, ma Elizabeth, per far piacere alla madre, andò alla finestra... guardò... vide Mr. Darcy con lui, e si sedette di nuovo vicino alla sorella.
"C'è un signore con lui, mamma", disse Kitty; "chi può esse- re?"
"Qualche amico suo immagino, mia cara; sono sicura di non conoscerlo."
"Oh!" replicò Kitty, "sembra proprio quello che di solito sta- va con lui, Mr. come si chiama. Quello alto, che si dava tante arie."
"Bontà divina! Mr. Darcy! è proprio così, lo giuro. Be', tutti gli amici di Mr. Bingley saranno sempre i benvenuti qui, statene certe, altrimenti direi che lo detesto solo a vederlo."
Jane guardò Elizabeth, sorpresa e preoccupata. Sapeva molto poco del loro incontro nel Derbyshire, e perciò era in ansia per l'imbarazzo che doveva provare la sorella nel vederlo quasi per la prima volta dopo aver ricevuto la sua lettera di spiegazioni. Entrambe le sorelle si sentivano notevolmente a disagio. Ognu- na era in ansia per l'altra, e ovviamente per se stessa, e la madre continuava a parlare della propria antipatia per Mr. Darcy, e della sua decisione di essere cortese con lui solo perché amico di Mr. Bingley, senza che nessuna delle due la ascoltasse. Ma Elizabeth aveva una fonte di agitazione che non poteva essere sospettata da Jane, alla quale non aveva mai avuto il coraggio di mostrare la lettera di Mrs. Gardiner, né di riferire quanto fossero cambiati i suoi sentimenti nei confronti di lui. Per Jane, lui era solo un uomo la cui proposta di matrimonio era stata rifiutata, e i cui meriti erano stati sottovalutati; ma per lei, che era in pos- sesso di molte più informazioni, era la persona verso la quale l'intera famiglia era debitrice del massimo dei favori, e alla qua- le lei guardava con un interesse, se non così tenero, almeno al- trettanto ragionevole e giusto di quello della sorella per Bin- gley. Il suo stupore per la sua venuta... la sua venuta a Nether- field, a Longbourn, per averla di nuovo cercata di propria vo- lontà, era quasi pari a quello che aveva provato quando si era trovata di fronte al suo comportamento così mutato nel Der- byshire.
Il colorito che le era scomparso dal volto, tornò per un istan- te a essere ancora più acceso, e un sorriso di gioia aggiunse lu- centezza ai suoi occhi, mentre in quell'istante pensava che l'af- fetto e i desideri di lui fossero ancora inalterati. Ma non poteva esserne certa.
"Vediamo prima come si comporta", si disse; "poi ci sarà ancora tempo per sperare."
Si dedicò al suo lavoro, sforzandosi di apparire calma, e sen- za osare alzare gli occhi, finché un'ansiosa curiosità la spinse a guardare il volto della sorella, mentre un domestico si avvicina- va alla porta. Jane sembrava un po' più pallida del solito, ma più tranquilla di quanto si fosse aspettata Elizabeth. Quando appar- vero i gentiluomini, il colorito le si accese, ma li accolse con discreta disinvoltura, e con una proprietà di comportamento ugualmente priva di qualsiasi sintomo di risentimento o di su- perfluo compiacimento.
Elizabeth parlò con entrambi negli stretti limiti della buona educazione, e si mise nuovamente al lavoro con uno zelo che non le capitava spesso di dedicargli. Si era concessa solo un'oc- chiata a Darcy. Lui appariva serio come al solito, pensò, più come era solito apparire nell'Hertfordshire, che come l'aveva visto a Pemberley. Ma forse, in presenza della madre, non riu- sciva a essere lo stesso di quando era stato di fronte agli zii. Era una congettura penosa, ma non improbabile.
Anche Bingley lo aveva osservato solo per un istante, e in quel breve lasso di tempo l'aveva visto sia contento che imba- razzato. Mrs. Bennet l'aveva accolto con un grado di cortesia che aveva fatto vergognare le sue due figlie, specialmente se pa- ragonato alla fredda e cerimoniosa educazione dell'inchino e delle frasi rivolte all'amico.
Elizabeth in particolare, consapevole che la madre dovesse proprio a quest'ultimo la salvezza della sua figlia prediletta da un irrimediabile disonore, fu ferita e angosciata al massimo grado da una discriminazione così male applicata.
Darcy, dopo averle chiesto come stavano Mr. e Mrs. Gardi- ner, una domanda a cui lei non poté rispondere senza imbaraz- zo, non disse praticamente altro. Non era seduto vicino a lei, e forse era questo il motivo del suo silenzio; ma non era stato così nel Derbyshire. Lì aveva chiacchierato con i suoi parenti, quan- do non poteva farlo con lei. Ma ora passarono diversi minuti senza che le giungesse il suono della sua voce; e quando, di tan- to in tanto, incapace di resistere alla curiosità, aveva alzato gli occhi per guardarlo in volto, lo aveva visto osservare Jane quan- to lei, e spesso null'altro che il pavimento. Era chiaramente più pensieroso e meno ansioso di piacere di quando lo aveva incon- trato l'ultima volta. Era delusa, e in collera con se stessa per es- serlo.
"Come avrei potuto aspettarmi altro!" si disse. "Ma allora, perché è venuto?"
Non aveva voglia di conversare con nessuno se non con lui; e non aveva il coraggio di parlargli.
Gli chiese della sorella, ma non riuscì a fare di più.
"È passato molto tempo, Mr. Bingley, da quando siete anda- to via", disse Mrs. Bennet.
Lui ne convenne subito.
"Cominciavo a temere che non sareste mai tornato. La gente diceva che avevate intenzione di lasciare definitivamente la casa a San Michele, ma spero che non sia vero. Da quando ve ne sie- te andato sono cambiate molte cose nel vicinato. Miss Lucas si è sposata e sistemata, e così una delle mie figlie. Immagino che ne abbiate sentito parlare; in effetti, dovreste averlo letto nei giornali. So che era nel Times e nel Courier, anche se non era riportato come dovuto. Si diceva solo che «Di recente, George Wickham, Esq., con Miss Lydia Bennet», senza che ci fosse una parola circa suo padre, o il luogo dove abitava, o altro. Ep- pure l'aveva redatto mio fratello, e mi chiedo come possa aver combinato un tale pasticcio. Lo avete letto?"
Bingley rispose di sì, e fece le sue congratulazioni. Elizabeth non osava alzare gli occhi. Non era, perciò, in grado di dire che faccia avesse Darcy.
"È davvero una gran bella cosa avere una figlia ben marita- ta", proseguì la madre, "ma allo stesso tempo, Mr. Bingley, è una prova molto dura vederla andare così lontano. Sono andati a Newcastle, un posto molto a nord, sembra, e dovranno restarci non so quanto. È lì che sta il suo reggimento, perché immagino abbiate saputo che ha lasciato la milizia dello *shire, e che si è arruolato nell'esercito regolare. Grazie al cielo, qualche amico ce l'ha, anche se forse non quanti ne meriterebbe."
Elizabeth, consapevole che questa era una stoccata a Mr. Darcy, si sentì talmente al colmo della vergogna che a stento riuscì a restare seduta. Questo la spinse, tuttavia, a fare uno sforzo per parlare, cosa che nient'altro l'aveva costretta a fare prima, e chiese a Bingley se al momento avesse intenzione di restare per un po' in campagna. Per qualche settimana, così rite- neva lui.
"Quando avrete ammazzato tutti i vostri uccelli, Mr. Bin- gley", disse la madre, "vi prego di venire qui, e di sparare a quanti ve ne pare nella proprietà di Mr. Bennet. Sono certa che sarà felicissimo di farvi questa cortesia, e che lascerà a voi le migliori covate di pernici."
La sofferenza di Elizabeth cresceva di fronte ad attenzioni così superflue, così invadenti! Se si fossero ripresentate le stes- se belle prospettive che le avevano illuse l'anno precedente, tut- to, ne era convinta, avrebbe condotto alla stessa infelice conclu- sione. In quell'istante si rese conto che nemmeno anni di felicità avrebbero ripagato sia Jane che lei di momenti di così penoso imbarazzo.
"Il mio desiderio più vivo", si disse, "è di non ritrovarmi mai più con nessuno dei due. La loro compagnia non può offrire nessun piacere che possa compensare una tortura del genere! Spero proprio di non rivedere mai più né l'uno né l'altro!"
Eppure quella sofferenza, che anni di felicità non avrebbero compensato, ebbe subito dopo un concreto sollievo nell'osserva- re come la bellezza della sorella avesse riacceso l'ammirazione del suo antico innamorato. Appena entrato, le aveva rivolto po- che parole, ma di minuto in minuto sembrava concederle più attenzione. La trovava bella quanto l'anno precedente; la stessa bontà, la stessa spontaneità, anche se meno loquace. Jane non voleva farsi vedere diversa in nulla, ed era davvero convinta di aver parlato come aveva sempre fatto. Ma il lavorio della sua mente la impegnava così tanto che non sempre si rendeva conto di restare in silenzio.
Quando i signori si alzarono per andarsene, Mrs. Bennet, memore dei suoi cortesi propositi, li invitò a pranzo a Long- bourn di lì a qualche giorno, e loro accettarono.
"Siete in debito con me di una visita, Mr. Bingley", aggiunse lei, "poiché quando siete andato in città l'inverno scorso, aveva- te promesso di venire da noi per un pranzo in famiglia, non ap- pena tornato. Come vedete, non l'ho dimenticato, e vi assicuro che ero rimasta molto delusa che non foste tornato per mantene- re il vostro impegno."
Bingley sembrò un po' confuso da questa osservazione, e per scusarsi disse qualcosa su degli affari che glielo avevano impe- dito. Se ne andarono. Mrs. Bennet era stata molto tentata di invitarli a restare a pranzo il giorno stesso, ma, anche se la sua tavola era sempre ottima, riteneva che non meno di due giri completi di portate potessero bastare per un uomo sul quale riponeva tante ansiose aspettative, o per soddisfare l'appetito e l'orgoglio di un altro che aveva diecimila sterline l'anno.

Orgoglio e PregiudizioWhere stories live. Discover now