[ VII ] ↬ figlio del peccato

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“Le fumerie d'oppio,   dove si può comperare l'oblio,   sono covi di orrore     dove il ricordo di vecchi   peccati può essere distrutto   dalla follia di quelli nuovi

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“Le fumerie d'oppio,  
dove si può comperare l'oblio,  
sono covi di orrore  
  dove il ricordo di vecchi  
peccati può essere distrutto  
dalla follia di quelli nuovi.” 

 

Flebili raggi di sole, sereni e leggiadri, si insinuavano tra le nivee tapparelle della finestra, ed accarezzavano il viso sereno di Hyunjin, ancora immerso nella calma della notte. Ed insieme alla luce, le dita sottili di Felix.

I polpastrelli morbidi si poggiavano delicatamente sul volto del corvino, e ne sfioravano dolci la pelle, tracciando i suoi lineamenti, disegnandovi sopra, ripassandoli amabili.

E ad accompagnare i dolci movimenti, che lasciavano scorrere le dita dalla fronte fino alla punta del naso, passando per le palpebre chiuse ed arrivando alle labbra, vi era il sottofondo melodico della voce del biondo, rauca e profonda, che si miscelava con un sussurro; chiamava Hyunjin, per riportarlo alla realtà.

Con fare melenso lo invitava ad aprire gli occhi, addolcendo così quell'amaro risveglio.

Di tutta risposta, infatti, il corvino mugugnò, supplicando chissà chi di dargli solo cinque minuti in più, per poter riposare ulteriormente, per scappare ancora un po' dalla realtà.

L'altro rise intenerito, mentre lo guardava girarsi dall'altro lato e sottrarsi dalle attenzioni che le sue mani stavano riservando al suo viso, gradite finché non aveva capito che lo scopo di quelle carezze era semplicemente ricordargli che era tardi e doveva prepararsi ad andare via da lì.

Felix, non arrendendosi, lo scosse un po', affondando il nasino all'insù tra i fili corvini della sua chioma, un po' per inalarne il profumo ed inebriare i polmoni dell'amabile compagnia, un po' per riportarlo alla realtà con quel contatto, e ricordargli che i docenti non lo attendevano e non si facevano scrupoli ad infangare la reputazione che, con tanta fatica, aveva riacquistato di "studente modello", iscritto alla facoltà di lettere classiche e nuovamente assetato di sapere, di cui aveva scordato la bellezza ed il trasporto.

Così, si udì in tutta la stanza un sonoro sbuffo, e con esso il cigolare del lettino su cui entrambi si stringevano per dormire comodamente, accontentandosi del poco spazio a disposizione, purché Hyunjin non dovesse dormire sulla scomoda sedia malconcia, riservata a chi rimaneva accanto ai pazienti durante la notte.

Da quando le sue condizioni erano notevolmente ed inevitabilmente peggiorate e la sua malattia aveva attaccato più organi interni, il giovane ragazzo, dai capelli dorati e il volto macchiato da sofferenza e lentiggini, era costretto a passare settimane intere in quel posto, e più volte si era offerto di lasciar dormire Hyunjin, o chiunque gli stesse accanto, al suo posto, ottenendo ovviamente solo rifiuti categorici, e potendosi solo limitare ad offrire il poco spazio accanto a lui. E quello, andava benissimo per Hyunjin, che poteva compiacersi della sua gradita presenza, del lieto profumo di lavanda che offriva la sua chioma, donando calore al suo corpo freddo ed esile.

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