[ IX ] ↬ piuma

83 9 7
                                    

“I think I like you   better when you're just with me   and no one else”    

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

“I think I like you  
better when you're just with me  
and no one else”  
 

La luce del sole, pallida e prostrata, trapelava in lame flebili e polverose attraverso le fessure biancastre della finestra, la quale affacciava sul casto lettino che sfiorava, instabile, la parete.

Lo scheletro del letto aveva passato la notte a squittire in un cigolio continuo, in balia del perpetuo muoversi del corpo che scaldava il materasso malridotto. Si rigirava tra le lenzuola, proprio come lo facevano i pensieri nella sua testa e le lacrime nei suoi occhi. Gocce umettate che si inseguivano nelle sue iridi come delfini nel mare - quelli che giocano a capovolgersi tra le onde, ruotando tra i colori celurei del mare e del cielo - ma nessuna di quelle si decise a cadere e inondare le sue guance della propria presenza, sorcando tra le sue efelidi brune come tra le pareti di un labirinto.

Rimanevano a pesare nel cuore, bruciavano ardenti negli occhi, si schiantavano come tempesta nella laringe, sbattevano come persiane al vento nel cervello e mai gli davano tregua. Tutta la notte, senza permettergli di chiudere occhio.

Oh, dannato mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre, ti sei avvinghiato a quella pelle smorta, penetrando fino alle ossa e scivolando funesto fino al petto, come calore petulante e molesto, stringendo le sue guance scavate tra i tuoi artigli, e graffiando prepotente e impetuoso come monsone tra giugno e settembre.

Dannato pensiero fisso, annidatosi nella mente, inscindibile e inoppugnabile, lascialo andare.
Panno ruvido e irritante, lasciati cadere via dai suoi occhi appannati, libera la sua vista, libera l'anima in cui, odioso e impertinente, ti sei insinuato, mescolandoti con il viscoso liquido rubro che è la rabbia spietata. Miscela letale, piovuta sulla carne, l'avete imbevuta di sofferenza, e la logorerete finché dalle sue labbra carnose non si schiuderà un ultimo, impotente, respiro affannato.

Lascialo andare, ti scongiuro.

Perché tra tanti dolori, nulla potrà mai duolere quanto quell'esasperato bisogno d'amore.

Compulsivamente aveva afferrato il telefono, controllando le notifiche, e neppure una volta in più ore la vibrazione aveva interrotto lo scorrere imperturbabile e maledettamente lento del tempo.
Tempo che, si sa, non cura tutte le ferite, non cura affatto, lascia solo che il terrore di svanire come polvere lieviti. I problemi non passano, soltanto li eviti.

E più aspettava, più sentiva il cuore nel petto palpitare violento e impaziente, più capiva di essere in procinto di spegnersi.

Dieci minuti.

Venticinque minuti.

Mezz'ora. Un'ora. Un ora e un quarto.

Niente, nessuna traccia, nessun messaggio.

Due ore e mezza.

«Va be'», un sussurro.

Perla salata che cade dagli occhi, mento che cigola instabile quanto il respiro, “non gli importa più” che martella la mente.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 25 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

| Silenzio || Hyunlix |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora