Il Becchino Canterino | @FilippoPiersanti

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di FilippoPiersanti

Questa poesia è stata ispirata da Urania, Musa dell'Astronomia

Il Becchino Canterino

Salve! Buongiorno e buonasera!
Sei un'altra vittima dell'amore del Signore,
di qualche brutta fiera

o di un gentile e caro untore?
A me non importa. Dovrò solo seppellirti.
E non sono un tenore,

ma prima, un paio di rime vorrei cantarti.
Sarò breve, taglierò corto,
non preoccuparti!

Mai mi sognerei di annoiare un morto,
dunque iniziamo,
prima che tu possa dirti risorto.

Urania e l'intero Parnaso, quindi, invochiamo,
con parole belle
li chiamo!

È una vicenda sulle stelle,
sulla Luna
e sulle comete, loro sorelle.

Nel deserto, con addosso una
sottile camicia, sotto il notturno cielo,
sdraiato s'una duna,

un pastore assonnato, dal pelo
fulvo e dalla buona parlantina,
vide steso a terra un angelo, a recitare il vangelo

e pensò di porgli una domandina:
- Sei caduto dal Paradiso? -
Gli domandò, e quello rispose: - Sì, stamattina! -

Sul dolce viso
del giovane pastore,
apparve un solare sorriso

che spazzò via ogni timore
dalle membra
del suo interlocutore.

- Posso accompagnarti? No, non è come sembra!
Non voglio trasgredire al Signore e al suo volere.
Ma malato son, di lebbra,

e prima di cadere
all'Inferno, sotto la terra,
i cieli chiedo di vedere. -

- La tua mente erra
e vaneggia! - E nel suo cuore pio e pudico,
tra pietà e amore si scatenò una guerra.

- Dai io ti sono amico!
E se non mi accontenti,
poi ti maledico! -

Sbottò, vomitando parole bollenti.
-No, non farlo!
Siamo d'accordo. Ma ci vorranno i giusti accorgimenti:
questo viaggio dovrai meritarlo,
dunque di giunco portami un fuscello. -
S'inventò, per distrarlo.

- Ma l'ho già preso prima, era accanto al ruscello! -
- Ma com'è fortunato,
il bastardello! -

Si disse il dolce angelo, seccato.
- E dell'acqua l'hai raccolta?
- Ne ho un secchio! È adeguato?

- Non ne è molta,
ma è sufficiente.
Dammi il tutto e ascolta:

dai peccati non sei esente,
di caritatevoli gesti
resti carente.

Ma incontrare i corpi celesti
questa sera
comunque potresti.

- Oh, il mio sogno s'avvera! -
L'angelo con la pia pianta lo cinse
e con l'acqua gli lavò la faccia intera.

Il pastorello di un dolce candore si tinse.
- Sei pronto!!
In te la gloria il male vinse. -

E così inizia la parte succosa del nostro racconto,
in cui saliamo a salutar le stelle,
in cui il pastorello realizza il proprio tornaconto.

Così, mentre volavano su di loro due comete gemelle,
fu che ascesero
e solcarono i cieli come i mari due caravelle.

- Quella cos'è? -
Affascinato, l'uomo prese a porre domande.
- È la Luna, un satellite cioè.

- Dal deserto e dalle sue lande,
pare piatta e piccina,
di certo non tonda e così grande. -

- Sai, secondo una tale dottrina,
non sarebbe il Sole, ma la Terra, tua dimora,
a starsene al centro di tutto. - gli scappò una risatina

- Me lo disse, un dì, una suora.
- Sì, tutto molto bello, ma cos'è quello? -
Domandò ancora, curioso. Ormai era l'aurora

e il cielo brillava come un gioiello
realizzato a mano
da un bravo artista di alto livello.

In quel suo volo icariano,
il pastore vide molto,
forse troppo, mirò Saturno, Urano,

persino Giove. Ma tal ricordo gli fu tolto.
Ben più di quanto possa ora ricordare
il suo occhio aveva colto.

Il Sole nascente lo voleva abbagliare.
La via lattea lo
provava ad abbracciare.

- Per sempre questa notte rimembrerò! -
Ma si sbagliava.
Quel pomeriggio a terra si risvegliò

e nulla rammentava,
se non quel potente e divino bagliore
che alla fine del viaggio la vista gli offuscava.

Questa mia storia ti ho narrato con ardore,
e spero, amico mio,
che delle stelle tu abbia sentito anche l'odore.

Addio!
Che tu stia per cadere all'Inferno o sia già in Paradiso,
i cieli un'ultima volta te li ho mostrati io.

Viaggio in EliconaWhere stories live. Discover now