Libertas

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Sotto consiglio di Niko sorpassiamo il tombino che in precedenza ci aveva condotto in quell'orribile covo di malfattori, in pieno giorno non è adeguato farsi vedere in certi atteggiamenti. Come se non sapessero tutti cosa si nasconde lì sotto. Prendiamo una strada secondaria e ci avviciniamo all'ingresso di un vecchio magazzino dove ci bastano un paio di banconote fornite da Niko per farci scortare direttamente alle scale principali. Con mia grande sorpresa le troviamo illuminate da una serie di neon che non avevo mai visto da nessuna parte oltre i dormitori nei sotterranei, dovevano essere una prerogativa del governo. Mi stupisce sempre di più il modo in cui gira questo posto.
Di giorno sembra tutto quasi asettico. C'è silenzio, troppo silenzio. Chi è sveglio a far baldoria di notte dorme di giorno tenendosi all'oscuro della vita all'esterno. Camminiamo tranquilli, questa volta non serve nascondersi e diventare un tutt'uno con le nostre ombre. Sembra quasi che la nostra presenza qui sia estremamente dovuta. Tasto la chiavetta nella tasca dei pantaloni per assicurarmi che sia ancora tutto al suo posto, meglio evitare inconvenienti. Voglio solo riprendere Kyle e Mad per andare via il prima possibile da qui.
Li troviamo seduti nella stanza della scorsa notte, slegati e tranquilli. Stanno giocando con delle vecchie carte mezze bruciate come quelle di cui a volte parlavano i nostri genitori e che ormai non si vedevano più in circolazione da molto tempo. Sono talmente impegnati da non accorgersi della nostra presenza finché non arriviamo a pochi passi da loro. Hanno negli sguardi un tripudio di felicità. Saltellano tutti contenti abbracciandoci, me e anche Niko, come se fosse improvvisamente diventato uno di famiglia. Non hanno poi tutti i torti, ha fatto più lui in due giorni che chiunque altro in anni interi. Il loro è un affetto privo di malvagità, ricco solo di bene e riconoscenza. Sicuramente non portano nessun tipo di rancore neanche verso i tipi che li hanno tenuti qui. È tutto un gioco per loro a quest'età ed è meglio così.
"Non mi aspettavo di rivedervi qui", dice una voce roca dal tono provocatorio. Il mio sguardo va direttamente su quel volto pieno di cicatrici che effettivamente anche io speravo di non dover rivedere più.
"Felice di deludere le tue aspettative" gli rispondo, tenendo il suo stesso tono di sfida.
"Questo vuol dire che ci siete riusciti?" chiede, dubbioso.
"Solo dei pazzi ritornerebbero qui senza ciò che chiedi, Moak", interviene Niko.
Durante la nostra piccola "scampagnata" non gli ho chiesto come fa a conoscere quei tipi, probabilmente perché una parte di me non vuole neanche saperlo. Il suo aiuto mi è prezioso ma dubito che riuscire a guardarlo di nuovo nello stesso modo dopo aver scoperto tutte le cose che combina quando non siamo insieme.
"Datemi la chiavetta e valuterò" esordisce, facendomi scorrere un brivido lungo la schiena.
"Dacci i bambini e avrai la chiavetta", dico io.
"Chi mi assicura che non è tutto un bluff?"
"Chi mi assicura che poi ci lascerai comunque andare?"
"Un rischio per un rischio", dice lui. 
Questo suo atteggiamento mi fa ribollire il sangue al cervello, facendomi passare per la mente idee che è meglio accantonare.
"Forza, dagli la chiavetta" mi sussurra Niko, accompagnandomi più avanti con il suo braccio dietro la mia schiena.
Mi fido, non potrei fare altrimenti dopo quanto ha rischiato per tutti noi.
Estraggo la chiavetta dalla tasca e, senza troppi rimorsi o tentennamenti, la poso sulla mano di quel tipo che mi dà il voltastomaco al solo guardarlo. In compenso non ricevo neanche un grazie, si limita ad afferrare quell'oggetto tanto piccolo quanto prezioso e inserirlo in un pc di ultima generazione. Come fanno a essere così organizzati in un posto come questo? Quali patti hanno fatto per agire inosservati e con un regime di vita che non sembra neanche di questa divisione? Ipotizzo che possano aver rubato i computer da qualche laboratorio e pagato bene le guardie in cambio dei neon. Eppure, le informazioni che abbiamo sottratto non sono roba da poco. Se gli servono ci sarà senza alcun dubbio qualcosa di molto di più dietro.
Lo vediamo armeggiare con quell'affare in una serie di espressioni che ci lasciano perplessi. Solo dopo cinque minuti di agonia si decide finalmente a darci un responso.
"Un vero peccato non avervi incontrato prima", dice.
"C'è tutto?" chiedo, per confermare la nostra dipartita.
"È tutto, mi potresti tornare sicuramente utile se t'interessa un compenso"
"Non abbiamo bisogno, grazie", sputo fuori come veleno.
Di tutta risposta riceviamo una risata che sembra durare in eterno.
"Potete andare" annuncia, senza mezzi termini.
Non c'è bisogno di parole in più. Afferriamo entrambi i bambini e gli voltiamo le spalle senza girarci più.
"Dove andiamo?", chiede Kyle.
"Lontano da qui", è l'unica cosa che riesco a rispondergli.
Non so neanche quando abbiamo iniziato a correre, alle nostre spalle non c'è nessuno a seguirci né tanto meno arriverà tra poco. La voglia di lasciarci alle spalle questo posto e questa storia ha preso il sopravvento. L'impatto con la luce del sole è quasi accecante, Kyle e Mad sono costretti a strofinarsi gli occhi più volte prima di riuscire a vedere tranquillamente tutti quelli che li circonda. Loro non sono più abituati come noi. Anche quando stavamo nei dormitori le volte in cui uscivano durante il giorno erano davvero poche. Lì dentro era sempre più sicuro che qui fuori. Mi chiedo se valga la stessa cosa per quella sorta di fortezza creata da Moak e i suoi compagni.

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⏰ Last updated: Feb 03 ⏰

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