Capitolo 5

41 6 3
                                    

Avevo un posto preferito durante la mia infanzia. Vissi i miei primi diciotto anni di vita in un paesino di campagna vicino Londra (Stratford Upon Avon) ed era pieno di verde: vita e natura sgorgavano da ogni angolo in quel paradiso infernale. Ricordavo un luogo preciso,dove passavo ore e ore a leggere i miei preziosi libri e ad ammirare il panorama che da lì si intravedeva,in quei cespugli dove mi nascondevo per non essere trovata da nessuno. Era il mio luogo felice, spensierato,dove anche se c'era maltempo o avevo avuto qualche scontro con mio padre, lì sapevo di star bene per davvero. Oh quanti ricordi mi affiorarono per la mente! Quel luogo incantato affacciato al fiume,dove scendeva a considerevoli passi acqua fresca e pulita, direttamente dalla sua sorgente,altrettanto pulita e profumata! Il profumo dei fiori riecheggiava nell'aria e il suono delle rondini seminava il vento,facendo si che danzasse alla sinfonia della natura stessa!

L'aria in quel punto profumava di salice, esattamente il salice piangente,il cui era il mio preferito: mi ritrovavo a leggere 'alice nel paese delle meraviglie' solo come la protagonista sapeva fare,ovvero sotto un'albero! Quanto amavo quel libro! Mi aveva sempre rimembrato l'infanzia quella lettura,senza dubbio per Alice: piccola sognatrice che attraverso la letteratura era riuscita a scappare da quel mondo che la opprimeva e si creò il suo mondo,con lo stregatto,il cappellaio matto e il bianconiglio. Mi tornava alla mente spesso la frase del libro: "Sapeva che sarebbe stato sufficiente aprire gli occhi per tornare alla sbiadita realtà senza fantasia degli adulti." Rimembrai, grazie alle lacrime della povera Alice,un luogo a me quasi sconosciuto ma che provocava nel mio animo contentezza,ovvero il mare:amavo il mare,il mescolarsi dei colori durante il tramonto,dove l'arancione,il blu, l'azzurro e il violetto si incontravano per uno spettacolo naturale meraviglioso. Vederlo dal fiume mi suscitò una gioia immensa,mi aveva per pochi attimi soppresso le tormente del cuore e tutt'un tratto diventavo di nuovo bambina,senza piaghe che formavano l'anima e la faceva sanguinare. Vedere il tramonto dal mare mi evocò un tale tepore:un cielo pulito,senza tormente nel mondo gelido del mio cuore. Rimasi sbalordita e rimirai quel panorama per ore e ore.

Avevo ventiquattro anni quando lo vidi per la prima volta e quanto mi piacque! C'era una bella atmosfera, la luce del sole si rifletteva sul mare rendendolo dorato come la luna piena al calar della sera. Oh quanto mi aggradava il mare! Avevo letto così tanto di quell'azzurro panorama che appena notai che, prendendone un po' con le mie mani, quell'acqua marina...era trasparente? Avevo letto che era blu! Nei miei adorati libri c'erano descrizioni magnifiche di parti del mondo completamente ricoperte dall'acqua che avevo toccato con mano. La assaggiai ed era salatissima! Come era possibile? Non riuscivo a crederci!

All'improvviso vidi una barca avvicinarsi alla riva,avvicinandosi a me,scendendo sulla sabbiosa terra ferma e mi saltò all'occhio il carico che portavano: era un carico illegale di merci,una merce sconosciuta ai miei occhi,così decisi di chiedere informazioni a quei due viandanti. "Scusate..cosa state trasportando in quella barca?" Chiesi incuriosita e non ebbi subito risposta,non mi calcolavano,pensavano solo al loro lavoro,da lì insistetti e ripetei senza scrupoli,come sapevo ben fare "Scusate! Cosa state trasportando? Questa non è una zona di scarico merci! Andate via da qui! Volete essere denunciati alla polizia? Questo è un carico illegale!'' mi zittirono subito "Signora,si faccia da parte! Non sa neanche cosa stiamo trasportando! È una sostanza molto importante per i pazienti di ospedale malati!'' non gli credevo, neanche una singola parola,ma continuai: volevo saperne di più di questa storia. "Ah un carico a scopo medico..bene,sareste così gentili da dirmi di cosa si tratta? Sapete,ho letto tanto riguardo sostanze calmanti per i pazienti e so dirvi che sono molto esperta in questo campo! Suvvia,ditemi,signori!" li raggirai,non avevo mai letto di quell'argomento,era solo un modo per farmi dire da loro cosa trasportavano "Sicura che hai letto? Hai anche letto che se riveli cosa risiede in questo carico illegale puoi considerarti morta,vero? Noi vogliamo darti fiducia, però non giocarci su!'' mi dissero con uno sguardo che incuteva un certo timore "Ho letto i rischi,tranquilli!'' mi guardavano con diffidenza e si aprirono "Questo è un carico di morfina! È roba che circola parecchio in questo periodo. È più pesante rispetto alla cocaina di cui si parla in giro,infatti ti fa sentire come se fossi in paradiso:la tranquillità assoluta,la pace dei sensi! È un capolavoro! La conosci, infermiera?'' li guardai quasi come se pendevo dalle loro labbra,volevo quella sostanza a tutti i costi,così finsi di nuovo "Oh sì,la conosco! Come non potrei conoscerla! Però non l'ho mai provata..'' mi avvicinai a uno di loro e lo guardai con uno sguardo da gatta morta,solo per averne qualche grammo "Sarei assai contenta se voi bravi uomini potreste darmene qualche grammo, ovviamente potrei pagarvi bene! Sapete,mio marito è molto ricco,quindi nella mia paga settimanale è compresa qualche dose di cocaina,ma.. ora che mi parlate di questa sostanza,che è tanto forte da stanare chiunque,la vorrei testare su me stessa,così magari posso dormire sogni tranquilli...cosa ne dite?'' loro pendevano dalle mie parole,dalla mia acculturata parlata, non avrei mai credevo che mi sarei atteggiata come una poco di buono per qualche grammo di paradiso "Non siamo così stupidi da credere a quello che ci dici, lurida prostituta!'' la mia pazienza stava per esaurirsi con questi esseri immondi! Come potevano definirmi una lurida prostituta!? Io?! "Ah quindi volete che dica tutto alla polizia,vero? Se volete posso andare nella centrale più vicina e riferire tutto-'' una mano diversa dal solito mi prese dal collo e mi disse testuali parole "Sgualdrina, tieni la tua droga e non proferire parola,altrimenti sei morta...ricordatelo." mi aveva stretto così tanto il collo che per un attimo mi sentivo come se fossi sotto l'effetto della morfina e riuscii ad ottenere la mia dose di paradiso: me la misero nella borsa,prendendosi tutti i risparmi che mi rimanevano e mi buttarono sul terreno sabbioso quasi svenuta senza ossigeno.

Contemplai sorridendo il panorama,una lacrima scendeva dal mio viso e la luna mi guardò, comfontandomi come al suo solito 'Oh cara,cosa ci fai qui?,torna a casa, è tardi!' la guardai sorridendo dolcemente e la rassicurai dicendole che sarei tornata in quel momento,dovevo solo riprendermi dall'accaduto.

Mi addormentai:'Stai bene?' ti guardo attonita,cosa ci fai qui? "...cosa ci fai nel mio sogno? Questa è la mia vita,vai via! Non puoi decidere di arrivare e tornare quando vuoi tu! O resti al mio fianco o vai via,mi hai stancata!'' mi guardi con una tossicità mai vista prima e cerchi di riconquistarmi, ma invano 'Non mi amavi? Non eri quella che senza di me non sopravviveva? Non mi avevi definito un angelo caduto dal cielo per la mia bontà e gentilezza e guarda ora: mi disprezzi come se fossi la feccia dell'umanità! Ma cosa ti ho mai fatto di male?' sento le lacrime a punto di sgorgare dai miei occhi come cascate "Mi hai tradita! Sei un arrogante bugiardo! Ah quanto ti odio!'' ti avvicini di scatto e mi prendi la mano,ma non funziona 'Io? Oh amore,non potrei mai tradirti, anche se fosse neanche ricordo cosa ti ho procurato. Era stato dolore? Qualcosa di quel tipo? Ah ho così tante cose a cui pensare che-' lo interruppi "Che neanche ti ricordi cosa mi hai provocato! Ah sei un insensibile! Ti odio! Ti odio! Ti odio! E lasciami la mano!'' ti strattono la mano così da non riuscire a tenerti per mano come stavi progettando tu e nel frattempo mi guardi attonita 'Mi odi così tanto?..' ti guardo con dolore,ah come se non sapessi cosa hai provocato al mio animo! "Si. Vai via dal mio sogno,sparisci dalla mia vita e anche dalle prossime!''.

Così mi svegliai e non lo vidi più,almeno in quella settimana. Continuò a farsi vedere nei miei sogni l'uomo che non esisteva,l'uomo che ho amato ma che neanche la mia mente vuole che stiamo insieme! Vuole separarci sin dal principio rendendolo uno scriteriato senza cervello. L'avevo definito Morfeo,colui che attraverso varie forme variava e diventava chi voleva nei sogni di tutti e soprattutto nei miei. L'unica cosa che sapevo era che non volevo più avere niente a che fare con quello scellerato,solo che il mio cuore si era impuntato così tanto che comandò al cervello e alla mia mente di sognarlo ogni notte,rendendo la mia vita notturna abbastanza complicata: lo sognavo ogni giorno,mi sentivo male e cercavo in tutti i modi di non sprecare tutta la morfina che mi avevano dato quei due viandanti, anche perché non avrei saputo da chi procurarmela sennò,quindi ogni giorno, finché avremmo soggiornato li, avrei controllato il loro traffico illegale che tanto amavo,ma non tornarono più e continuai con la cocaina fino all'anno successivo. Quanto mi mancava quella sensazione leggiadra! Volevo essere avvolta tra le braccia della morfina fino a soffocarci dentro.

Per puro caso,nell'inverno dei miei venticinque anni,mi ammalai di una febbre terribile,tanto da festeggiare il mio secondo Natale in condizioni orribili: il mio corpo era dolorante e non riuscivo neanche a muovermi per uscire fuori di casa per comprare la sostanza bianca, di fatti ero pulita,il mio corpo si era ripulito da anni di dipendenza e pregava Dio per un miracolo. Volevo la mia pace e beatitudine! Il paradosso che notavo molto presente era che non ero credente,ma per avere alcuni attimi di tranquillità dalla mia mente, avrei fatto di tutto,anche pregare il Signore. Arrivò il medico di famiglia e vide le mie circostanze e mi prescrisse il miracolo! Mi prescrisse una dose di morfina giornaliera,fino a quando il dolore non sarebbe passato. Piansi dalla felicità e ringraziai il medico "Oh grazie di cuore,dottore! Spero che le sue cure possano farmi rinsavire,così posso riprendere le mie letture quanto prima!'' mi rispose dolcemente "Oh sì certo! In qualche settimana il dolore dovrebbe calmarsi''. Lo ringraziai ancora e mi diede qualche dose di morfina che aveva a disposizione,gli pregai di somministrarmi una dose quanto prima, visto che dovevo assumerla solo di mattina ed era tardo pomeriggio,avrei dovuto iniziare il giorno dopo. Visto che la pillola mi provocava una certa preoccupazione,quel dottore era davvero magnanimo e si ingegnò per farmela assumere,dunque spezzò la pillola in due parti uguali,da assumere con un bicchiere d'acqua appena sveglia. Mi disse che era solo necessaria anche metà pillola,il sapore amaro del medicinale mi faceva brillare gli occhi come rugiada al mattino dopo una notte travagliata. A sorsi mandai giù il mio piccolo pezzo di neve,sentivo che scendeva in basso sino alla bocca dello stomaco e nell'istante in cui gli acidi iniziarono a far agire la morfina mi sentivo avvolta dalle braccia di qualcuno,che con una finta amabilità,mi abbracciava e dormii sogni tranquilli,senza incubi o sogni la mia mente era vuota e dopo anni mi appisolai come una innocente creatura sulla mia nuvola nel paradiso e passarono settimane.

𝓛𝓪 𝓿𝓲𝓪𝓷𝓭𝓪𝓷𝓽𝓮 𝓭𝓪𝓰𝓵𝓲 𝓸𝓬𝓬𝓱𝓲 𝓭𝓲 𝓷𝓮𝓫𝓫𝓲𝓪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora