Capitolo 8

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I fiocchi di neve caddero gracili al suon del vento e subito arrivò il Natale: le strade erano in festa, tutti erano allegri di festeggiare la natività,con questa nuova spensierata aura.

Guerre finite, le vie pullulavano di gente e le luci,candidi bagliori che risplendevano nella notte oscura. Io ero lì,nel mio posto felice,sotto il mio salice. Dopo anni di separazione mi teneva compagnia,lontana dalla tossica società e la mia mente immaginava,immaginava luoghi incantati e fantasiosi, influenzata forse dalla sostanza bianca oppure dall'odore del mio caro salice,dove sotto risiedevano da anni dei funghi di colore scarlatto. Di recente avevo letto che quei funghi,se assaporati, potevano dare effetti allucinogeni,come illusioni e vista offuscata. La mia debole mente affetta da un vuoto incurabile voleva provare quella ebbrezza della illusione,così lo provai e dopo qualche ora seduta sotto l'albero ammirando il panorama della città da lontano,che brillava come un cielo stellato, sensazioni e sogni mai provati prima affioravano al mio animo ed espirai la dolcezza di quel sentimento. Mi sentivo come se fossi al massimo delle mie forze,ma allo stesso tempo paralizzata per tutte quelle sostanze che avevo ingerito. Ma andava bene, non pensavo a niente e il mio cervello piano piano si stava spegnendo in un sonno profondo e.. No! Non voglio vederti più! Scappa dalla mia fragile mente,amore mio! Mi tieni la mano,ti vedo! Il mio corpo si rilassa ma tu mi tieni in braccio e mi dimeno! Non voglio che mi tocchi più! Arriva uno schiaffo sulla mia labile guancia e riconosco quella mano! Non era la tua,amore,era quella dell'uomo che avevo sposato.

Ero andata fuori di me,non ci vedevo più dalla rabbia e la mia vista diventava sempre più offuscata,il mio cervello piano piano si spegneva di nuovo. Quell'uomo mi guardò con ritegno,come se fossi il nulla più assoluto,ma eravamo sposati da ormai sette anni..sette lunghi anni di sofferenza e di sopportazione continua e continua e continua....Basta! Non ne potevo più! Ma il mio corpo non reagiva: ero immobile e paralizzata come se un fulmine mi avesse colpito dritto al mio tenero cuore.

Quel giorno,mio marito mi portò a casa e io ero in condizioni pessime,quasi morente, difatti rimasi in camera per tutta la cena di Natale,non riuscivo a muovere un singolo muscolo del corpo,non sentivo nessun sentimento e la mia cara sorella era accanto a me piangente come un agnellino in pena e mi urlavi "Sorella mia! Cosa hai fatto? Hai assaporato quei funghi allucinogeni! Tu,più di chiunque altro qui, è a conoscenza degli effetti allucinogeni dei funghi scarlatti con dei punti bianchi! Sorella,sii ragionevole e non fare stupidaggini sennò potresti scommetterci la vita con il diavolo! Non andare in tentazione,il diavolo ti aveva convinta ad assumere tale sostanza! Lascia che Dio ti aiuti!'' la lasciai parlare e dopo un po' esalai alcune parole "Sorella cara...in questi anni lontana da voi e ho imparato un'importante nozione:il diavolo non esiste e neanche una santa figura che mi 'aiuti' nella mia agonia e sofferenza,se davvero esisteva,non sarei ridotta così,ad assaporare funghi allucinogeni per cercare di dimenticare la vita che conduco da quando ho sposato quell'essere ingrato!" tacqui e dissi un'ultima cosa alla secondogenita "Suvvia,vai a mangiare o si farà freddo! Oggi è il giorno di natale,che voi possiate essere felici e sereni! A me spetta solo dolore e disperazione!'' mia sorella mi interruppe con solo quello scrupolo che lei,oramai maggiorenne di età,non era ancora in grado di gestire "Sorella,come osi dire queste parole della tua persona! Non ti spetta dolore e disperazione,non te lo meriti! Quel marito che hai è così perfetto e bello,hai tutti i soldi che ti servono,mentre noi stiamo al collasso! Oh quanto vorrei avere un marito come il tuo, così la mia vita sarebbe perfetta!'' la guardai con ritegno e le risi in faccia, con tutti i dolori del mio animo che si risvegliarono diventarono un diavolo dentro di me. Lei mi guardò sorpresa,non mi aveva mai visto così! Sembravo una pazza scriteriata che soffriva così tanto che stava sul punto del suicidio,infatti non ero in me: continuai a riderle in faccia,come se quello che avesse detto fino a quel momento della mia 'vita perfetta e marito perfetto' fosse davvero così divertente da essere la pura ironia del secolo. E continuavo a ridere,lei piangeva disperata senza sapere come aiutarmi,mi guardò con pena e io la presi per mano,le consigliai "Sorella cara, scegli bene l'uomo con cui passerai tutta la tua vita! Gli uomini sono degli esseri crudeli,tu cerca di essere forte come un uomo e cerca di possedere anche la fragilità di una donna,la compassione e la gentilezza! Devi essere un tutt'uno con te stessa,non dipendere mai da nessuno! E lo so,tu ora mi domanderai il motivo di queste parole e il motivo è solo uno, cioè la preghiera che tu un dì possa essere unita ad un uomo,non solo perché è ricco e possiede tanto denaro,ma perché deve avere un buon cuore! Purtroppo sono stata costretta a sposare quell'uomo da nostro padre, lui riteneva che non ero in grado di sopravvivere in questo mondo! Tu dimostragli di essere diversa e non essere come me, sii meglio di me! Sono solo una povera donna destinata al dolore,oramai il mio cammino è segnato! E non tentare di consolarmi ora!'' le dissi quest'ultima frase sorridendo e deridendola scherzosamente "Corri a tavola,su!'' le feci il solletico per farla sorridere e cambiare argomento,era troppo pesante per essere il giorno di natale! Rimase vicino alla porta,spense la candela della camera da letto e mi lasciò dormire fino al giorno dopo.

𝓛𝓪 𝓿𝓲𝓪𝓷𝓭𝓪𝓷𝓽𝓮 𝓭𝓪𝓰𝓵𝓲 𝓸𝓬𝓬𝓱𝓲 𝓭𝓲 𝓷𝓮𝓫𝓫𝓲𝓪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora