XIX - Equulus

98 9 2
                                    

Stavo tranquillamente leggendo un libro sul mio divano. O meglio, il divano di Nicolò. Il campanello dell'appartamento trillò e mi diressi verso la porta.

Quando la aprii trovai sulla soglia la figura di due miei amici d'infanzia: Camilla e Gabriel.

-Ragazzi!- esclamai alla loro vista.

Erano miei amici ai tempi del liceo, e già da allora stavano insieme. Erano una delle mie coppie preferite, e potevo vantarmi insieme a Noemi e Mariella -la migliore amica di Camilla- di aver preso parte al complotto per farli innamorare.

-Che sorpresa! Come mai qui?- chiesi.

-Abbiamo un regalo per te- disse Camilla. Li feci accomodare nel salotto.

-Come sapevate che ero qui?-.

-Siamo andati a casa tua, ma tuo fratello ci ha detto che eri qui- spiegò Gabriel.

Parlammo per circa mezz'ora, quando arrivammo al nocciolo della questione. Camilla estrasse una busta dalla sua borsa e me la porse, mentre Gabriel prese parola.

-Volevamo dartelo di persona. Sai che sei una delle nostre più grandi amiche-.

Si celò dietro la busta un cartoncino celeste che si rivelò un invito di matrimonio. Spalancai occhi e bocca dalla sorpresa ed esclamai: -Vi sposate?!-.

Loro mi sorrisero e li strinsi entrambi coinvolgendoli in un abbraccio generale.

-L'invito è anche per Nicolò, vogliamo conoscerlo- specificò Camilla.

-Sisisisisi ci sarò, ci saremo, sono felicissima per voi- continuai, non riuscendo a contenere la mia felicità.

Erano nel mio gruppo di amici dalle superiori, addirittura Gabriel dalle scuole medie. Vederli innamorarsi, mettersi insieme, coltivare il loro amore e infine decidere di passare il resto della loro vita l'uno al fianco dell'altra era davvero un'emozione per chi, come me, li aveva in un certo senso accompagnati.

Avevano litigato seriamente solo una volta in tutta la loro relazione, ossia quando Camilla stava valutando di lasciare i corsi universitari e abbandonare gli studi.

Gabriel aveva sempre voluto il meglio per lei, e viceversa, per questo mi ritrovavo spesso ad affermare di volere una storia d'amore come la loro.

E forse c'ero riuscita.

Il matrimonio era solo due settimane dopo, l'invito non aveva avuto un preavviso tanto vasto, perciò due settimane dopo, di sabato mattina, ci mettemmo in macchina per raggiungere il centro di Cremona.

Io, Nicolò, Noemi e Hakan, che ovviamente erano invitati pure. Ci dirigemmo verso la chiesetta dove d'estate frequentavamo l'estate ragazzi.

Pensai che dovesse avere un significato importante per loro, e come dargli torto. Anche le mura di quella chiesa li aveva visti innamorarsi.

Arrivati lì, ci posizionammo nei banchi laterali a circa metà della navata. Riconoscevo i cugini di Gabriel e le zie di Camilla.

Vidi di sfuggita il resto del nostro gruppo d'amici con le rispettive famiglie, tranne gli sposi, Mariella e Aldo, i due testimoni.

A fine cerimonia ci spostammo all'agriturismo dei nonni di Camilla, dove si sarebbe tenuta la vera e propria festa.

C'erano i tavoli all'aperto contornati da luci e fiori, mentre calava il tramonto. Quando cercai il mio nome sulla bacheca dei tavoli, notai di essere con tutti i nostri amici.

Dietro di me la voce di Aldo si alzava, mentre mi giravo per salutarlo. Era il migliore amico di Gabriel. Accanto a lui la sua ragazza, che aveva dall'università. L'aveva conosciuta nella sua facoltà.

Si affiancò a lui Mariella, senza i suoi soliti occhiali e i capelli rossi legati in un tuppo ricco di boccoli. Lei era in compagnia di un ragazzo che mi presentò come Rocco, che non conoscevo.

Raggiungemmo il tavolo e lì trovammo Vincenzo, il pagliaccio del gruppo, da solo. Lui era il più divertente, infatti non si fece problemi a raccontare ai nostri ragazzi le cazzate dei tempi d'oro.

Poco dopo arrivò anche lui, Mattia, il ragazzo desiderato della scuola, che era anche il mio "nemico". Amavamo sfotterci a vicenda, e lui mi provocava perché sapeva che dopo un po' avrei reagito. Mi chiamò infatti per cognome, come da sempre.

-Ma guarda chi si rivede, Bastoni in persona- disse, con una donna sotto braccio.

Si staccò e si avvicinò per salutarmi.

-Speravo di non vederti Bellini- scherzai. Era uno dei miei migliori amici, uno dei pochi che mi conosceva bene.

-Mi dispiace per te- poi si girò verso Noemi -ciao Emina, che piacere rivederti- disse e l'abbracciò come aveva fatto con me.

-Ciao Matti- rispose lei con il suo solito entusiasmo.

-Lasciate che vi presenti mia moglie Alessia- continuò Mattia abbracciando da dietro la donna che era con lui.

-Piacere, Alessia- disse lei dolcemente.

-Tua moglie? Da quando?- esclamò Noemi, dando voce anche ai miei pensieri.

-Hai trovato una santa che ti sopporta?- dissi invece io.

-Sì, ci siamo sposati un giorno a caso senza preavviso- spiegò lui.

-Molte persone mi dicono di essere una santa per questa ragione- mi rispose Alessia.

-Se te lo dice Viola non ci credere, lei esagera- se ne uscì Vincenzo.

-Tu invece spari le peggiori cazzate- gli diede una pacca sulla spalla Aldo.

-Beh allora io vi presento il mio di fidanzato- disse Noemi tirando Hakan per il braccio.

-Hakan- si presentò stringendo qualche mano.

-Lui invece è Nicolò- la assecondai io presentando il mio ragazzo.

-Tu devi essere un santo, non mia moglie- gli disse Mattia.

-A differenza di Alessia è la prima volta che me lo dicono- scherzò lui.

Poi ci accomodammo a tavola e parlammo del più e del meno. Di quando avevano sgamato Aldo e Vincenzo a fumare in classe, quando noi ragazze avevamo rubato le giacche ai ragazzi per ballare Gangnam style, il corso di musica pomeridiano e anche quando Mattia aveva fatto una proposta di matrimonio alla professoressa di fisica.

Nicolò all'inizio mi sembrava leggermente a disagio, ma poi i miei amici riuscirono a mettere sia lui che Hakan a loro agio come avevano sempre fatto.

Lui rideva, faceva battute, e rideva ancora. Mentre non era impegnato a mangiare mi teneva una mano sulla coscia, e si voltava a sorridermi.

Dopo la festa scoprii che Mariella e Aldo avevano organizzato di corrompere l'autista degli sposi per portarli a casa di Vincenzo.

Ci divertimmo un sacco, buttammo Camilla in piscina e bagnammo completamente Gabriel di birra da testa a piedi.

Mentre finalmente tornammo, a notte fonda, Noemi esclamò:

-Quando mi sposo non gettatemi in acqua-.

You're a Sky full of Stars - Nicolò BarellaTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon