VI - Chamaeleon

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Arrivò la mattina del 31 Dicembre, fine anno. Con tutta calma mi alzai dal letto alle 10.00, dopo aver speso del tempo sui social. Feci colazione con un cornetto acquistato la sera prima e un cappuccino caldo. Faceva particolarmente freddo, ma non troppo.

Mio fratello sarebbe stato da Federico per tutto il pomeriggio, mentre io avrei avuto la compagnia di Noemi, con cui sarei andata la sera a festeggiare. Dopo aver steso la lavatrice e averne messa un'altra, rifeci il letto e aggiustai la stanza, per poi andare a preparare qualcosa da mangiare a pranzo.

Era mezzogiorno inoltrato, quando la mia migliore amica bussò alla mia porta.

-Buongiorno amica mia- mi salutò abbracciandomi.

-Ti dispiace se ho invitato anche Hakan e Nicolò a pranzo?- disse.

-COSA?! Sono letteralmente in pigiama e non ho preparato altro se non una fresina con dei pomodori- la rimproverai.

-Sto scherzando! Ti preoccupa davvero che il tuo amato possa vederti in pigiama?- scherzò.

-Zitta, non è "il mio amato"- dissi incrociando le braccia.

-E invece non c'è momento a cui non pensi a lui. Tranquilla, stasera lo vedrai- continuò.

-Parli tanto di me, tu invece che mi dici, con il tuo turco?- risposi deviando la conversazione.

Mi guardò, e poi disse: -CI SIAMO MESSI INSIEME-.

-Finalmenteeee- esultai abbracciandola.

Da quando Noemi era arrivata a Milano, c'era stata un'attrazione reciproca mai riuscita a concludersi in qualcosa di concreto. Negli ultimi tempi, Hakan si era deciso ad avvicinarsi e alla fine erano riusciti a mettersi insieme.

Tra una risata e l'altra pranzammo e le 15 arrivarono volando. Noemi mise a me i bigodini e io li misi a lei, per avere l'acconciatura pronta quella sera. Mentre lei si scambiava effusioni amorose con il suo fidanzato su Whatsapp, io pensavo a quello che probabilmente potevo veramente definire "il  mio amato".

Giungeva sempre nei miei pensieri, in un modo o nell'altro. Non lo vedevo dal mio rientro a Milano, anche se ci sentivamo ogni giorno tramite messaggi. Effettivamente mi mancava vederlo e sentire la sua voce e presenza, ma non l'avrei mai ammesso davanti a Noemi.

Guardammo una puntata di una soap che entrambe seguivamo, e intorno alle 18 andammo a prepararci per la serata. Sul gruppo di organizzazione chiesero se avevamo bisogno di un passaggio, quindi risposi di no, poichè "siamo donne indipendenti capaci di guidare anche con i tacchi alti".

Mi infilai sotto il getto caldo della doccia quasi per rigenerarmi e risvegliarmi al fine di affrontare una lunga serata. Una volta uscita tornai in camera per riempirmi di creme e profumi. Noemi, che aveva usato l'altra doccia, mi chiese cosa avrei indossato.

-L'altro giorno ho comprato queste scarpe, quindi credo di abbinare il resto a queste- risposi estraendo dei tacchi color rosa perlato da una scatola di cartone.

-Quale meraviglia stanno osservando i miei poveri occhi accecati- esclamò strappandomeli dalla mano.

Le mostrai la camicetta dello stesso colore che avevo intenzione di mettere assieme ad una gonna nera e delle calze. Una volta approvato, iniziai a vestirmi mentre lei mi mostrava il suo: completo giacca e pantaloncini neri con stivali argentati fino al ginocchio abbinati alla borsa.

Una volta vestite, ci spostammo davanti allo specchio per ricreare più o meno qualcosa che somigliasse a un trucco. Scelsi una base per gli occhi scura con ombretto rosa shimmer sopra e un gloss rosato quasi inesistente.

Noemi scelse la stessa base ma un ombretto argento shimmer accompagnato da un rossetto nude. Preparai la borsa e spruzzai qualche goccia di profumo sul mio collo. Infine sciolsi i bigodini facendo cadere sulle mie spalle i miei capelli neri. Si fece l'ora di uscire, perciò indossai il mio cappotto e uscimmo di casa. 

Presi il volante sottomano e, anche se con un po' di difficoltà per via dei tacchi, in una decina di minuti arrivammo al luogo dell'appuntamento. Noemi scese per prima e come sempre fece la sua entrata in scena piuttosto esplosiva. Io raccolsi la mia borsa e spensi il motore dell'auto, per poi scendere dalla vettura.

Matteo, Federico, Nicolò e Denzel si trovavano di fronte all'entrata del locale, chiacchierando tra loro.

-Non hai freddo?- sentii Fede dire a Noemi.

-No ovviamente- rispose lei.

-Ciao a tutti- mi infilai nel discorso.

-Ciao Viola- mi salutò Matteo.

Denzel mi fece cenno con la mano, stranamente sorridendo, mentre lui mi divorava con lo sguardo.

-Daii saliamo nel ristorante- insisté Noemi, impaziente di rivedere Hakan.

Lei aprì la fila e camminò verso l'ascensore che portava nella veranda dove si trovava il tavolo. Tutti gli altri la seguirono, mentre io rimasi indietro, con Nicolò.

-Sei davvero carina stasera, come sempre- mi disse, sussurrando l'ultima parte.

Sorrisi, e poi gli risposi: -grazie, anche tu-.

Entrammo nell'ascensore che ci portò al terzo piano. Una veranda illuminata e circondata da rampicanti. Una lunga tavolata da più di 20 persone.

Mio fratello mi vide e mi salutò con un bacio sulla guancia. Salutai tutti gli altri. Noemi si preoccupò particolarmente di far notare a tutti il suo affetto nei confronti di Hakan, quasi saltandogli addosso e baciandolo.

Si alzarono dei fischi di approvazione nella sala, e poi tutti si sistemarono ai propri posti. La cena trascorse tranquillamente, tra qualche chiacchiera. Poi Noemi decise di aprire il karaoke, iniziando a cantare, da sola o con qualcuno.

Poi mi chiamò all'appello, quasi costringendomi a cantare "Karma" di Taylor Swift. Dopo un po' di 'dai' a cui ero un po' restìa, accettai. Finita la canzone, Brozo commentò, come al suo solito:

-Non volevi andare a cantare e invece sei bravissima- con l'approvazione di alcuni.

-E dovresti sentirla alla chitarra- aggiunse Noemi, esuberante come al solito.

-Suoni la chitarra?- chiese Darmian. Annuii con la testa.

-Classica?- domandò ancora Hakan.

-Classica e elettrica- risposi.

-ELETTRICA?- esclamò Dimarco -ti prego domattina portala- si riferiva al pranzo di Capodanno che avremmo fatto l'indomani con alcuni membri della squadra.

-E' a casa mia, non ce l'ho qui a Milano- pensai.

-Andiamo a prenderla mercoledì e la sera ci vediamo tutti per cantare insieme- propose Noemi.

-Va bene, ma solo se ceniamo a casa tua e suoni anche tu- la ricattai. E lei accettò.

-Anche tu suoni la chitarra?- chiese Denzel.

-No, io suono il pianoforte-.

Dopo aver accordato data, luogo e ora di quella serata, continuò il karaoke generale. Mi allontanai un po' dalla folla, per sgranchirmi le gambe.

Oltrepassai la veranda dove si trovava il tavolo e giunsi nella terrazza adiacente. Mi appoggiai alla ringhiera, quando...

You're a Sky full of Stars - Nicolò BarellaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant